The Last of Us, un viaggio alla ricerca dell’umanità

Isabella Chierici

The Last of Us, un viaggio alla ricerca dell’umanità Isabella Chierici Canadausa

1968 - U.S. 

Il Dr. Neuman (John Hannah), un epidemiologo di fama mondiale, è invitato a tenere un discorso nel corso di una conferenza in diretta televisiva. Durante il suo intervento davanti alla nazione fa una rivelazione che lascia perplessa l’intera America e gli stessi spettatori. Quello che emerge dal suo discorso è che, se in un futuro ipotetico le condizioni climatiche dovessero cambiare e i funghi diventassero capaci di sopravvivere anche all’interno del cervello umano, la conclusione sarebbe ovvia: le persone non potrebbero mai vincere.

Si apre così la prima puntata di The Last of Us, una serie tv rilasciata dal famoso network HBO il 15 gennaio 2023 e ispirata all’omonimo videogioco sviluppato da Naughty Dog nel 2013. La serie mostra un mondo post-apocalittico ambientato nel 2023 in cui il Cordyceps (fungo che già in natura si insinua nel cervello delle formiche per piegarle al suo volere) è riuscito a manipolare la mente delle persone rendendole degli zombie da circa vent’anni. Nove puntate rilasciate a cadenza settimanale dalla durata variabile (tra i 45 e gli 82 minuti) che accompagnano lo spettatore nella nuova realtà fatta di ZQ (le città “prive” di infetti) e di terreni ignoti ricchi di imprevisti e sfide da superare. 

Fin dai primi minuti ci troviamo davanti a una storia di perdita a tutto tondo: di umanità, di fiducia, di legami e di speranza. Il fungo ha cambiato in pochissimo tempo le persone, rendendo nemici quelli che erano amici e portando a dover spegnere la propria coscienza (e umanità) per poter sopravvivere in un mondo così difficile.

The Last of Us, un viaggio alla ricerca dell’umanità Isabella Chierici Canadausa

I protagonisti della serie sono Joel (Pedro Pascal) e Ellie (Bella Ramsey), due personaggi diversi e complementari che si trovano, per una serie di vicissitudini, a dover attraversare l’America per portare a termine una missione di vita o di morte. Il loro rapporto è basato sulla schiettezza, l’irriverenza e spesso sull’arroganza da parte di entrambi ma che, nel corso delle stagioni, riesce a colmare dei grandi vuoti del loro passato taciuti ma mai dimenticati. 

Un racconto che spesso si sovrappone a quello del videogioco ma che, allo stesso tempo, si discosta per approfondire alcune storie in quest’ultimo tralasciate per motivi di giocabilità. Ci troviamo perciò nella terza puntata, una delle più acclamate dai fan, a scoprire la storia di Bill (Nick Offerman) e Frank (Murray Bartlett), vivendo una parentesi d’amore e umanità che rasserena per un attimo gli spettatori dopo due puntate pregne di sofferenza e perdite. Così come nella settima puntata veniamo a conoscenza del rapporto tra Ellie e la sua amica Riley (Storm Reid), storia raccontata originariamente solo nel DLC. 

La priorità di tutte e nove le puntate è quella di trasporre in modo più realistico e vivo possibile i rapporti tra le persone e mostrare le scelte che le hanno portate a trovarsi lì in quell’esatto momento. Una decisione molto apprezzata ma che ha lasciato alcuni fan del videogioco con l’amaro in bocca in quanto ha limitato gli scontri diretti con gli infetti al minimo indispensabile. Si tratta di una scelta che, in parte, ha permesso di esplorare e focalizzarsi maggiormente sul vissuto e la personalità dei personaggi principali e secondari ma che dall’altra ha fatto perdere un po’ il senso di ansia e timore nelle scene di viaggio di Joel ed Ellie. 

La violenza e la brutalità vengono lo stesso mostrate ma all’interno di un mondo sporco e grezzo, spesso aggressivo ma che, al contempo, non perde mai la speranza e cerca delle soluzioni per poter tornare alla “normalità”. Una narrazione che, inevitabilmente, ci porta a fare un parallelismo con quello che abbiamo vissuto e, in parte stiamo ancora vivendo, dopo la pandemia di Covid-19.

The Last of Us, un viaggio alla ricerca dell’umanità Isabella Chierici Canadausa

Dal punto di vista stilistico e cinematografico, il cast vanta degli attori di grande maestria che sanno regalare performance ineccepibili anche quando la loro presenza sul piccolo schermo è limitata a poche puntate o minuti. Uno studio e soprattutto un’interpretazione del personaggio che spesso porta gli spettatori a trovare un senso alle loro folli motivazioni, anche quando si tratta degli antagonisti della storia principale. 

Un’operazione ben riuscita anche grazie alla collaborazione di registi, sceneggiatori e game director che sono riusciti a trasporre in linguaggio filmico una sequenza pensata inizialmente per un videogioco. Un’opera nata dal connubio di Craig Mazin e Neil Druckmann che si prende i suoi tempi e predilige l’impatto visivo ed emotivo alla mera azione. Ecco quindi che alcuni giochi di sguardi, luci e inquadrature del gioco vengono riportate esattamente anche nelle nove puntate della serie. Si percepisce perciò il grande lavoro che ha portato queste menti a trasformare il videogioco in un prodotto pensato per l’universo diegetico della televisione. Un risultato che finisce per essere nel concreto molto diverso dal videogioco ma che allo stesso tempo non perde la sua originalità e intrinseca natura

In conclusione, The Last of Us è una serie tv che funziona grazie alla trama ricca di intrecci di simboli e significati e alla narrazione di temi spesso così attuali da sembrare quasi irrealistici. Una storia che, così come il Cordyceps, lascia in giro pezzetti di sé ed entra irrimediabilmente nel cuore di ogni spettatore. 

 

Foto 1: movieplayer.net

Foto 2: complex.com

Foto 3: rollingstone.com