Dynasty: il reboot della serie cult degli anni ‘80

Isabella Chierici

Carrington reboot Dynasty Isabella Chierici Canadausa

Si sente sempre più spesso dire che il mondo del cinema e della serialità proponga ciclicamente storie e temi già visti e conosciuti. Un modo come un altro per dire che sceneggiatori e produttori stanno perdendo, poco alla volta, le idee e la loro creatività. Un esempio, a favore di questa tesi, sarebbero i reboot, opere in chiave moderna di grandi classici della televisione. 

Soprattutto negli ultimi anni, molti registi e case di produzione hanno deciso di rimaneggiare film e soap opera del passato, con l’obiettivo di intrattenere e allietare il bramoso pubblico della Gen Z. Un esempio di questa scelta mediatica è Dynasty. Una serie tv lanciata a ottobre 2017 sul canale The CW e, successivamente, su Netflix, che riprende le vicende dell’omonima produzione girata negli anni ‘80. Un prodotto che, già dal nome, si propone come una lettura in chiave moderna di un cult degli anni più ruggenti del secolo scorso. 

I registi (Josh Schwartz e Stephanie Savage) sono nomi alquanto conosciuti nel mondo della serialità, infatti prodotti come Gossip Girl e The O.C. vantano la loro firma. In questo caso, i protagonisti di Dynasty sono i Carrington, miliardari di Atlanta, e le persone che gravitano loro intorno. Sfarzo, lusso e intrighi sono all’ordine del giorno in questa famiglia poco convenzionale e dai dubbi valori. Ciò che viene mostrato nell’arco delle cinque stagioni è la vita di quel fab 1% della popolazione mondiale che detiene maggiori poteri e soldi.

Famiglia Carrington reboot Dynasty 2017 Isabella Chierici Canadausa

Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. Anche una stirpe così elitaria, a cui sembra non mancare niente, presenta problemi e dissapori che stentano ad andarsene. È da questi passati oscuri e complotti costanti per la brama di potere che si basano i 108 episodi di Dynasty. Temi che, per molti versi, si presentano come una copia dell’originale, tanto da renderle omaggio con puntate dagli stessi titoli o con dei chiari riferimenti alle scene più iconiche. D’altra parte, senza un po’ di drama e di trash, non sarebbe una vera soap opera americana.

A differenza della serie tv degli anni ‘80, però, il reboot del 2017 presenta colpi di scena e una struttura narrativa in grado di convincere anche gli spettatori più reticenti. Trattasi, inoltre, di una versione più moderna, multiculturale e aperta ai diritti della comunità LGBT+ e che strizza un occhio anche a temi di attualità come la ricerca di energie rinnovabili e la corsa verso lo spazio. 

Ciò che la differenzia maggiormente dall'originale, però, è il ruolo fondamentale che ricoprono le donne all’interno della narrazione di Dynasty. In particolare, Fallon Carrington, una ricca ereditiera che, al contrario di quanto ci si possa aspettare da una “figlia di papà”, cerca in tutti i modi di trovare il proprio posto all’interno della società. Quando capisce che la lotta contro il padre non le rende possibile la scalata dentro la società di famiglia, decide di mettersi in gioco e di aprire un’azienda tutta sua: la FallonUnlimited. Questa sua brama di carriera non le preclude, allo stesso tempo, la possibilità di amare, sposarsi e diventare mamma, fattori che ancora troppo spesso sono visti in antitesi dalla nostra società. 

Fallon e Liam reboot Dynasty Isabella Chierici Candausa

Nonostante questa rilettura più vicina ai pensieri e alle abitudini dei suoi ascoltatori, il reboot di Dynasty presenta intrighi e colpi di scena, sotto certi aspetti molto simili a Beautiful, con figli creduti morti che si ripresentano dopo più di trent’anni, furti d’identità, incesti, alleanze e tradimenti. Ogni puntata è un turbinio di storie e narrazioni che si intrecciano tra loro creando un vero e proprio world-building in cui i personaggi entrano, in un qualche modo, nella storia degli altri. Non c’è mai un unico protagonista: tutti i personaggi sono egualmente importanti e portano il loro contributo (nel bene e nel male) nelle vite di ognuno.

Dynasty si presenta così come una serie tv di puro guilty pleasure, spesso con una trama scontata o fin troppo romanzata, che però riesce a conquistare gli spettatori dalla prima all’ultima puntata. Un prodotto consigliato soprattutto a chi desidera sentirsi per un momento parte dell’alta società e a chi ama i misteri e i colpi di scena. D’altra parte, tra plot twist, avventure (e disavventure), le vicissitudini di queste famiglie abbienti ci fanno apprezzare la semplicità della vita e ci fanno capire che, tutto sommato, nonostante le ville, i jet privati e i gioielli… “anche i ricchi piangono”. 

 

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