Isabella Chierici
New Orleans è a oggi conosciuta come la città d’America più pregna di magia e mistero, in particolar modo di una pratica antica definita voodoo. Il motivo per cui la città più grande della Louisiana sia la più ricca e aperta a pratiche mistiche e ancestrali è da attribuire a una donna vissuta più di 150 anni fa: Marie Laveau. Figlia di un uomo mulatto e di una schiava liberata di colore, portava in sé il bene e il male di entrambe le sue origini, in particolar modo quelle ereditate dalle donne africane sue fedeli compagne.
Voodoo, vudù, vodou: tutti modi per definire ciò che nel pensiero comune viene associato a quella pratica di magia nera in cui si usa un feticcio per far soffrire una persona o farle compiere azioni contro la sua volontà. In realtà la storia e le pratiche del voodoo sono assai diverse e hanno radici più profonde.
Il voodoo nasce come religione, il nome deriva dal termine africano vodu che significa “divinità” ma è solo nel Settecento che inizia a essere associato alla pratica di magia odierna. In Africa, infatti, le divinità venivano considerate “solari, paterne e fortemente benevole [...] e in linea generali pacifiche”. Fu solo con l’inizio della tratta degli schiavi che i neri africani sentirono il bisogno di cambiare il loro culto, dando spazio a una parte più oscura, violenta e vendicativa, definita Petro. Secondo loro, infatti, la sofferenza causata dall’allontanamento forzato dalla loro terra avrebbe attirato degli Spiriti più pericolosi, desiderosi di avere la loro vendetta. Grazie a questo culto, migliaia di schiavi neri cominciarono a radunarsi, fuggendo e nascondendosi in mezzo alle montagne, lontano dalle piantagioni dei loro padroni.
Secondo il voodoo, ogni forma di energia e di materia dà vita all’universo: noi stessi ne siamo parte. Gli spiriti più antichi sono dei Loa, ovvero delle vere e proprie divinità volubili con pregi, difetti e tanti vizi. Una delle donne più famose esistite che è entrata a far parte della cerchia dei Loa è Marie Laveau, la regina di New Orleans.
Secondo gli adepti del voodoo, vivi e morti sono sempre fianco a fianco e possono entrare in contatto grazie a degli spiriti intermediari. Nonostante le credenze popolari, il voodoo ha come cardine il fatto che “si debbano sempre compiere buone azioni e che si sarà puniti per quelle cattive”.
I tre principi fondamentali del voodoo sono: i Veve, il sacrificio e la possessione. I Veve sono simboli usati per richiamare i Loa; il sacrificio è alla base di ogni pratica, prevalentemente di origine animale ma anche di oggetti inanimati di un certo valore (tabacco, farina, carne…). Il sacrificio viene usato per dare l’energia necessaria al Loa prescelto per manifestarsi nel mondo terreno. Infine, la possessione da parte del Loa avviene per mezzo del sacerdote che l’ha invocato nelle celebrazioni comunitarie.
In base alle esigenze e ai desideri, si deve chiedere aiuto a un Loa differente. I principali sono:
Baron Samedi (il signore della morte): è il traghettatore dei morti e viene spesso illustrato con un cappello a cilindro, un vestito nero e le sembianze da zombie. Il suo compito è quello di controllare il flebile divario che separa vivi e morti. Proprio per questo motivo è in grado di resuscitare qualcuno, ma a patto che gli venga offerto del tabacco o del buon rum;
Maman Brigitte (la regina del cimitero): è la moglie di Baron Samedi ed è una dei pochi Loa di carnagione chiara. Secondo la tradizione, la si trova a cantare e a ballare nei cimiteri, proteggendo solo le tombe ben contraddistinte da una croce;
Papa Legba (il custode dei due mondi): è il messaggero dell’oltretomba, colui che si occupa di proteggere i vivi e permettere la comunicazione con gli spiriti dell’aldilà. Di solito viene raffigurato come un vecchietto con un bastone e un cappello;
Diversamente da quanto si possa pensare, esistono diversi tipi di voodoo che si differenziano per alcuni principi o per alcune pratiche.
Quello più conosciuto è il voodoo haitiano, che ha origine da quello africano. Ha dei tratti molto comuni alla religione cristiana:
“La divinità suprema viene identificata con il Dio cristiano, così come molti spiriti Loa o Lwa, che furono umani dalla vita, virtù e capacità eccezionali [...]. Come il cristianesimo crede in un mondo ultraterreno popolato dalle anime, ma anche da presenze demoniache[...]. La comunicazione con tale mondo e il divino avviene attraverso cerimonie con il rituale sacrificio di carne e sangue che nel cristianesimo è simboleggiato dall'Eucaristia”.
Il voodoo di Haiti ha ottenuto il riconoscimento di religione ufficiale solo nel 2003.
Il voodoo africano è quello originale dal quale sono partite le differenziazioni nel corso dei secoli ed è riconosciuto come religione di stato in Benin, ma anche Ghana e Togo hanno al loro interno un numero elevato di adepti. Dato l’alto tasso di cristianesimo in questi stati, è nato il modo di dire ““Cristiani durante il giorno e Voodoo di notte”. Significa semplicemente che anche chi pratica altre religioni torna sempre al Voodoo in un modo o nell’altro”. In Africa il voodoo corrisponde a ciò che è giusto, si usano erbe mediche e rituali per stare bene sulla Terra e soprattutto per chiedere aiuto agli dei caritatevoli. Il concetto legato alla magia nera è dovuto alla trasposizione cristiana americana, a causa del timore e del bisogno di schiacciare ed eliminare ogni forma di libertà di espressione e differenza africana.
Il voodoo della Louisiana è il connubio tra il voodoo di Haiti e il hoodoo, sistema magico diffuso nel sud degli Stati Uniti. Conferisce perciò importanza ai Loa come il voodoo haitiano ma allo stesso tempo predilige le arti magiche. Viene considerata una religione segreta, tanto che nel 1972 “the historian Blake Touchstone noted that Louisiana Voodoo was then largely being practised outside the public eye” (Touchstone, 1972: 371). Negli anni il voodoo originario del 19° secolo si è modificato, per questo motivo esistono diversi gruppi di credenti: uno afroamericano capeggiato da Miriam Chamani e situato nel quartiere francese di New Orleans che segue le tradizioni cubane,;un altro, invece, ha come guida Sallie Ann Glassman, un’americana di origini ebree che invece si rifà al voodoo haitiano.
La figura storica però che ha reso famoso il voodoo in Louisiana e che tuttora viene ricordata come “the queen” è Marie Laveau.
Marie Laveau nasce probabilmente il 10 settembre 1801 da una schiava liberata e un ricco uomo d’affari mulatto. Fin da ragazza si distingue dalle sue coetanee per via dei suoi capelli neri, la pelle bruna e lo sguardo penetrante. La passione per il voodoo la eredita dalla madre, la quale la iniziò alle pratiche fin da bambina.
A 18 anni sposa un afroamericano libero, originario di Haiti con il quale, si vocifera, praticasse riti voodoo nonostante la loro religione cristiana. Attorno al marito aleggia del mistero: i registri non documentarono mai la sua morte, eppure di punto in bianco scomparve. Questo avvenimento segna molto la giovane Marie, tanto che è da quel momento che inizia a praticare apertamente i suoi riti voodoo.
Nel corso della sua vita Marie apre una parrucchieria, grazie alla quale entra in contatto con le donne più ricche e influenti di New Orleans. Questo le permette di guadagnarsi fama per la sua bravura, ma soprattutto per i “servizi extra” che offriva nel retrobottega. “Bambole voodoo, pozioni e mojo gris-gris, un amuleto africano che proteggerebbe dal demonio e porterebbe fortuna. Tutti questi oggetti erano composti da erbe, spezie, zucchero di canna, pietre e altre reliquie sacre”.
Grazie alla nomea creata, Marie Laveau viene rispettata e temuta, sia dai bianchi che dai neri. Era ritenuta una leader, una confidente e una donna di cuore. Il tipo di voodoo da lei praticato è diverso rispetto a quello dei suoi antenati: combina elementi cristiani con la magia africana e questo le permette di avere accesso a un potere illimitato. Alcuni sostengono che le maledizioni lanciate da Marie fossero talmente potenti da interessare fino alla terza o quarta generazione di discendenti.
Sotto l’aspetto austero e determinato, Marie Laveau nasconde un cuore d’oro. È ben amata da tutti anche perchè è disposta ad aiutare qualsiasi persona abbia bisogno, anche un semplice mendicante o un condannato a morte. Nonostante questa propensione verso il prossimo, molte persone ritengono Marie una donna da eliminare. La leggenda narra che persino il suo secondo marito cercò di porre fine alla sua vita: “Marie sventò l’attentato perché [...] era andata a casa di una donna aristocratica [...]; al suo ritorno trovò la sua bottega completamente devastata e [...] lanciò una terribile maledizione.
Durante la notte decine di persone affermarono di aver visto in strada un “branco di ombre mostruose” penetrare negli alloggi dove erano ospitate le guardie e la mattina seguente i 15 uomini furono trovati massacrati e con il collo spezzato; [...] l’unica giustificazione che riuscirono a fornire le autorità della Louisiana fu che un orso fosse entrato nella stanza chiusa a chiave, al secondo piano e li avesse uccisi. Gli abitanti di New Orleans non ebbero dubbi: era opera della magia nera di Madame Laveau”.
Come regina del voodoo, Marie pratica la sua magia in spazi ben distinti. La sua casa è dove incontra i clienti, mentre nel giardino pratica i riti magici: Congo Square è il luogo all’aperto in cui trova i suoi seguaci, soprattutto schiavi o africani liberati; Lake Pontchartrain infine è il luogo in cui Laveau e i suoi adepti si riunivano per l’iniziazione al voodoo.
I riti che compie vengono frequentati sia da bianchi che da neri i quali portano liquori, cibo e monete come offerte per la preghiera collettiva. Dopo un inizio cristiano, il rito si conclude con canti e balli, in pieno stile africano.
Sebbene un’ampia parte della società bianca sia cliente della regina di New Orleans, il voodoo non verrà mai considerato una religione ufficiale, anzi le opere di comunità di Marie Laveau vengono raccontate dai giornali come delle vere e proprie orge occulte. “Negli anni ‘50 del XIX secolo iniziarono i raid di arresti contro i partecipanti alle cerimonie di Madame Laveau, mentre negli anni ‘60 si giunse ad arrestare moltissime persone nei riti che vennero definiti “satanici e orgiastici””.
Nonostante tutto, Marie Laveau continua a praticare quello che per lei è un modo per aiutare il prossimo, per entrare in contatto con la natura e gli spirti e soprattutto per portare avanti la tradizione africana della sua famiglia.
Secondo un giornalista dell’epoca di Madame Laveau, giugno è da considerarsi il mese in cui gli adepti del voodoo si riuniscono per svolgere i loro riti. Ancora oggi si celebra un evento, aperto sia ai seguaci che a coloro che semplicemente sono rimasti affascinati e colpiti da questa religione. In questa occasione, per una volta all’anno, possono finalmente cercare di rendere fiera Marie. Giugno infatti è anche il mese in cui la loro queen è venuta a mancare, lasciando il mondo terreno per unirsi ai grandi Loa e poter continuare ad aiutare i suoi discendenti, la sua famiglia, il suo popolo.
Touchstone, Blake (1972). "Voodoo in New Orleans". in Louisiana History: The Journal of the Louisiana Historical Association. 13 (4)
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