Chocolat, un film di amore, cibo e tentazione

Isabella Chierici

Chocolat Isabella Chierici CanadaUsa

Lansquenet, 1959 - campagna francese.

Chocolat è un film ambientato in un paesino fiabesco della Francia del post dopoguerra, in cui il perbenismo e i bigotti la fanno da padroni.

Lo stimato sindaco Conte de Reynaud è colui che ha il compito morale - e non solo - di controllare che i cittadini percorrano la via del pentimento e della restrizione. Un personaggio austero e tradizionalista che fa della religione l’unico e solo stile di vita accettabile. In questo contesto di privazione e sottomissione, in un giorno di vento compare Vianne (Juliette Binoche), una cioccolataia con una figlia illegittima di nome Anouk, che decide di aprire un negozio artigianale proprio nel periodo di maggior privazione per i cristiani: la Quaresima. 

L’arrivo della giovane donna sconvolge le monotone vite dei paesani portando loro una sferzata di novità e anticonvenzionalismo che saprà riaccendere i loro animi - e in alcuni casi anche la passione assopita.

In un paese in cui gli stranieri e i cambiamenti sono associati al peccato, Vianne riesce poco alla volta a fare breccia nel cuore degli abitanti attraverso i suoi dolcetti e grazie alla capacità di saper ascoltare i clienti e dare loro buoni consigli. Con gentilezza e semplicità riesce a intrufolarsi nel cuore delle persone consentendo loro di riscoprire l’amore per loro stesse e per la famiglia. Attraverso il cioccolato riesce a ricucire i rapporti tra un bambino e la sua nonna e a riaccendere la passione in una coppia ormai annoiata dalla routine.

Grazie al suo “potere” di saper capire le persone al primo sguardo (e a riconoscere il loro gusto di cioccolato preferito), la giovane donna riesce a demistificare la figura del sindaco e a far apprezzare anche ai più restii i tanti piaceri della vita che Dio stesso ha creato. 

Nel suo essere diversa non è sola. Poco dopo il suo arrivo si accampa lungo il fiume un gruppo di zingari capeggiati dal bello e sensuale Roux (Johnny Depp) con il quale inizierà una breve relazione. Il loro amore è intenso, seducente e anticonvenzionale proprio come il cioccolato, il fil rouge che accompagna le storie di tutto il film. Insieme troveranno il modo per aprire le menti dei cittadini di Lansquenet e far loro capire che non sempre la novità è qualcosa di negativo.

Grazie al sostegno della comunità, la dolce cioccolataia riesce a combattere le ingiustizie del sindaco e risvegliare anche in lui le emozioni represse da anni.

Chocolat Isabella Chierici CanadaUsa

Il film finisce con il sermone del giorno di Pasqua in cui Padre Henri invita a misurare la bontà delle persone non in base a ciò che si negano, ma alla capacità di abbracciare e accogliere la loro vera essenza.

Vianne è a tutti gli effetti l’eroina protagonista della pellicola, una donna che non ha paura di mostrare ciò che è, nonostante le occhiatacce e le malelingue. Il suo comportamento fuori dalle regole (ha una figlia pur non essendo sposata, non va in chiesa in quanto si definisce atea, accetta in casa la compagnia di zingari sconosciuti…) provoca nei compaesani una serie di reazioni isteriche, tanto da essere additata alcune volte come “strega”. 

Grazie al suo modo di fare ed essere riesce, però, a mettere in ginocchio anche gli ultimi stralci di moralismo e a dare il via a una serie di ribellioni familiari, in cui le donne decidono di non voler più essere un oggetto di violenze e soprusi ma scelgono di diventare le artefici della loro vita. Sarà questa una delle lezioni che i restii bigotti dovranno imparare: per vivere bene bisogna anche sapersi lasciare andare senza sensi di colpa

Chocolat è un film del regista Lasse Hallström uscito nel 2000 e tratto dall’omonimo romanzo di Joanne Harris. Grazie a un uso ironico del cioccolato, pensato come raffigurazione della tentazione peccaminosa, riesce a trattare in modo semplice e leggero temi come la desiderabilità sociale e la paura del diverso

Due piacevoli ore di pellicola, con un cast straordinario (oltre ai primi due citati, il film vanta la presenza di Alfred Molina e Judi Dench) e una fotografia fiabesca che accompagnano lo spettatore fino al tanto atteso lieto fine. Una sceneggiatura (opera di Robert Nelson Jacobs) che nella sua semplicità coinvolge lo spettatore grazie a dialoghi brillanti e toccanti che fanno riflettere. Il tutto vivacizzato da una musica suadente che si trasforma durante il film, proprio come le persone di Lansquenet, in un ritmo incalzante simile al flamenco. 

L’intero film è un omaggio al cioccolato, l’unico alimento in grado di risollevare l’animo dei mortali e riaccendere le emozioni primordiali, anche in chi pensava di averle perse per sempre. 

In fin dei conti, cosa c’è di più innocente di un cioccolatino?

 

Foto 1: twitter.com

Foto 2: donnapop.it