Partita a scacchi con la guerra: il campionato del mondo di Fischer e Spassky

Isabella Chierici

Il 3 settembre del 1972 venne decretata la fine di quello che negli anni fu rinominato il torneo di scacchi più lungo della storia. I protagonisti, Bobby Fischer e Boris Spassky, erano i rappresentanti delle nazioni allora coinvolte nella Guerra Fredda: Usa e Urss. Un po’ per gioco e un po’ per senso patriottico, il campionato del mondo di scacchi quell’anno raggiunse ascolti all’epoca inimmaginabili, lasciando a bocca aperta chiunque guardasse le varie partite. In quasi due mesi di sfide continue, il mondo intero aspettava con ansia l’esito finale, come se questa vittoria avesse potuto decretare la sconfitta di una delle due potenze allora in guerra. 

 

1. Scacchi e Guerra Fredda

2. Fischer e Spassky (Usa vs Urss)

3. Campionato del mondo

4. Conclusioni

5. Sitografia

 

1. Scacchi e Guerra Fredda 

Gli scacchi sono un gioco di strategia che ha avuto origine in India nel VI secolo e che fu successivamente esportato in tutta Europa a partire dal IX secolo. Esiste una leggenda indiana che spiega l’origine del gioco degli scacchi: 

 

 “Una leggenda racconta che un re indù, di nome Iadava, vinse una grande battaglia per difendere il suo regno, e che, per avere ragione del nemico, dovette compiere un'azione strategica in cui suo figlio perse la vita. Da quel giorno il re non si era più dato pace, perché si sentiva colpevole per la morte del figlio, e ragionava continuamente sul modo in cui avrebbe potuto vincere senza sacrificare la vita del figlio: tutti i giorni rivedeva lo schema della battaglia, ma senza trovare una soluzione. Un giorno si presentò al palazzo un brahamano, Lahur Sessa, che, per rallegrare il re, gli propose un gioco che aveva inventato: il gioco degli scacchi. Il re si appassionò a questo gioco e, a forza di giocare, capì che non esisteva un modo di vincere quella battaglia senza sacrificare un pezzo, ovverosia suo figlio. Il re fu finalmente felice, e chiese a Lahur Sessa quale ricompensa egli volesse: ricchezze, un palazzo, una provincia o qualunque altra cosa. Il monaco rifiutò, ma il re insistette per giorni, finché alla fine Lahur Sessa, guardando la scacchiera, gli disse: «Tu mi darai un chicco di grano per la prima casa, due per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via». Il re rise di questa richiesta, meravigliato del fatto che il brahmano potesse chiedere qualunque cosa e invece si accontentasse di pochi chicchi di grano. Il giorno dopo i matematici di corte andarono dal re e lo informarono che per adempiere alla richiesta del monaco non sarebbero bastati i raccolti di tutto il regno per ottocento anni. In questo modo, Lahur Sessa insegnò al re che una richiesta apparentemente modesta può nascondere un costo enorme.  In ogni caso, il re capì, il brahmano ritirò la richiesta e divenne il governatore di una delle province del regno.” 

 

Le regole oggi conosciute e applicate sono entrate in vigore nel XIX secolo e da quel momento tutto il mondo le segue. Il primo torneo ufficiale di scacchi si è tenuto a Londra nel 1851, in occasione dell’Expo. In seguito a questo evento, si sono cominciati a tenere regolarmente diversi tornei così, il 24 luglio 1924 nacque a Parigi la Federazione Internazionale di Scacchi (FIDE), la quale istituì a sua volta nel 1927 anche il campionato del mondo femminile.

A seguito delle morti ravvicinate degli scacchisti più promettenti, la FIDE decise di organizzare nel 1948 un torneo che avrebbe decretato il migliore tra i sei in lizza, e a vincere fu un sovietico. Da quel momento si decise di organizzare i campionati del mondo ogni tre anni, in modo da permettere a diversi candidati di gareggiare contro il vincitore in carica ma, fino al crollo dell’Urss, ci fu l’egemonia di vincitori sovietici. L’unico scacchista che avrebbe potuto sovvertire quei risultati era l’anti-Urss per eccellenza: l’americano Bobby Fischer.

 

2. Fischer e Spassky (Usa vs Urss)

Bobby Fischer nasce a Chicago il 9 marzo 1943; trasferitosi a Brooklyn all’età di sei anni, incomincia a studiare gli scacchi da autodidatta. Fin da ragazzo gli risulta facile vincere i vari tornei a cui si iscrive, infatti riesce a conquistare il più alto livello scacchistico, Grande Maestro, a soli 15 anni. Da quel momento inizia a mettere in mostra

 

“alcuni aspetti di quel carattere eccentrico che lo renderà famoso: per esempio, pretende che gli abbinamenti vengano sorteggiati in pubblico, e chiede che sul palco sia presente, nel corso del torneo, il suo avvocato, per evitare qualsiasi tipo di irregolarità”. 

 

Tra il ‘62 e il ‘67 smette di giocare, in quanto durante il Torneo dei Candidati di Curacao, nel 1962, accusa i giocatori sovietici di essersi accordati per brevi patte tra di loro. La FIDE cerca di andargli incontro cambiando il regolamento ma Fischer decide che non avrebbe più partecipato a tornei all’estero. Successivamente riprende a partecipare a qualche torneo ma viene squalificato per un certo periodo, in quanto accusato di aver iniziato una discussione di ordine religioso con alcuni organizzatori tunisini. 

Le antipatie da parte dei media e dei fan non tardano ad arrivare: il suo carattere presuntuoso e arrogante lo rendono infatti una compagnia e un avversario alquanto sgradevole. Ad esempio in un’intervista il giornalista gli riporta le parole della sua collega scacchista, Lisa Lane, che lo definisce come «il più forte giocatore vivente»; Fischer in tutta risposta replica dicendo che

 

«l’affermazione è corretta, ma Lisa Lane non può valutarlo. Le donne sono deboli, tutte le donne lo sono, e sono stupide se paragonate agli uomini, non dovrebbero giocare a scacchi. Contro un uomo perdono sempre, a qualsiasi donna potrei dare un cavallo di vantaggio e vincere ugualmente»”. 


È solo nel Torneo dei Candidati del 1970 che riesce a sbaragliare gli avversari e a conquistarsi lo scontro diretto con Boris Spassky per conquistare il titolo mondiale.

Dopo la prima partita persa a causa di un suo errore grossolano, mangia un pedone a Spassky ma in questo modo si fa intrappolare l’alfiere, Fischer decide di ritirarsi e dare la vittoria a tavolino al suo avversario. Le lusinghe degli organizzatori, l’appello al suo patriottismo e presumibilmente il raddoppio del montepremi, lo convincono però a ripensarci e a giocarsi il titolo fino alla fine. Boris Spassky nasce il 30 gennaio 1937 a Leningrado e, a causa della guerra, vive i suoi primi anni con la famiglia spezzata. La mamma maestra cerca in tutti i modi di portare avanti la famiglia, senza l’aiuto da parte del marito ingegnere. L'amore per gli scacchi nasce un po’ per caso e all’età di nove anni ha la fortuna di essere seguito da uno degli istruttori migliori dell’epoca, che vede in lui un bambino su cui investire. Pur essendo tra i giocatori più promettenti, non riesce mai a sbocciare, anche a causa del suo carattere molto sensibile e freddo: dopo le sconfitte a scacchi si dice che scoppiasse in lacrime e non volesse più parlare con nessuno. 

È solo nel ‘63 che inizia a vincere tornei e partite in modo incontrastato, tuttavia la sconfitta contro Petrosian nel 1966 lo porta a rimanere nell’ombra per altri tre anni. Inizia perciò a studiare meglio i suoi avversari, non solo dal punto di vista scacchistico ma anche psicologico: 

 

"Nel 1966 facevo molta fatica a capire lo stato d’animo di Petrosian, ma nel 1969 ero in grado di comprendere ogni suo gesto. Tutti sanno che tra una mossa e l’altra molti giocatori fanno qualche passo attorno al tavolo: quando Petrosian aveva paura di me, per esempio, camminava su e giù con aria fiera e altezzosa, come Napoleone, ma quando invece passeggiava tranquillamente, io sapevo che in quel momento era molto pericoloso: era come una tigre che se ne stava acquattata, pronta ad assalirmi. Per me erano informazioni importanti." 


3. Campionato del mondo

Per conquistare il titolo di campione del mondo occorre giocare 24 partite: Fischer avrebbe dovuto totalizzare 12 punti e mezzo, mentre Spassky solo 12 in quanto campione in carica. Ogni vittoria assegna un punto, ogni sconfitta zero punti mentre il pareggio mezzo punto a testa. Il match può prolungarsi al massimo per due mesi e ogni partita può durare al massimo 5 ore. Per questo motivo il campionato mondiale di scacchi viene definito come “la battaglia più estenuante che un uomo conosca.

L’11 luglio 1972, presso la città di Reykjavik, inizia il match del secolo che vede in vantaggio, per le prime due partite, Spassky: la prima la vince a causa dell’errore sopracitato di Fischer e la seconda perchè quest’ultimo decide di dare forfait a causa di una discussione sulla presenza delle telecamere durante il gioco. Per questo motivo lo scacchista americano avanza la proposta di giocare la partita successiva in un piccolo backstage, lontani da sguardi indiscreti. Spassky decide di accettare, ignaro di cosa avrebbe provocato nell’avversario questa sua concessione. Infatti la terza partita, per la prima volta nella loro storia di sfide, vede come vincitore Fischer. Ma la fine del campionato del mondo è ancora molto lontana e tutto può cambiare

 

“Fischer e Spassky non si sono mai guardati nemmeno quando si sono stretti la mano all’inizio e alla fine della partita, come consuetudine a questo nobile gioco. Nobile? È il gioco del massacro. Mai visto sport o competizione con avversari che hanno una così potente carica di rivalità. Senti l’odio. Appare meno impietoso un combattimento sul ring, con i pugili carichi di furore omicida, tra il pubblico che urla.”

 

Fino alla quinta partita il punteggio era pari, 2 ½ a 2 ½ , però la sesta, nonchè quella più conosciuta dell’intero campionato,  inizia a creare una discrepanza tra i due rivali. Fischer tenta di depistare Spassky giocando aperture insolite, che mettono in difficoltà lo scacchista russo in quanto deve ripensare a tutto il gioco. “Fu una partita così bella che quando alla fine il pubblico applaudì, lo stesso Spassky si alzò in piedi per applaudire Fischer.”  Questo gesto colpisce molto il sospettoso americano, tanto che da quel momento i due rivali pongono le basi per una lunga amicizia

Il match prosegue con alcuni pareggi, fino all’undicesima partita in cui Spassky minaccia seriamente il vantaggio guadagnato da Fischer fino a quel momento. Alla ventesima partita lo scacchista americano si trova a un solo punto dalla vittoria. La partita successiva viene interrotta dopo la quarantesima mossa, lasciando ai due rivali la possibilità di poter riposare e studiare una strategia vincente. Spassky tuttavia, dopo aver cercato in tutti i modi di capire come recuperare lo svantaggio, decide di abbandonare la partita per telefono, incoronando in questo modo Bobby Fischer come campione del mondo.  

 

4. Conclusioni 

Grazie alla vittoria di Fischer, il monopolio incontrastato dei russi viene messo in pausa. La vittoria viene soffiata dalla rappresentazione in carne e ossa del loro acerrimo nemico: un americano. In questo modo però il gioco degli scacchi inizia a essere conosciuto in tutto il mondo, aprendosi al grande pubblico e non solo a una nicchia di amatori. Questa vittoria assume anche un valore politico e viene associato a un’imminente sconfitta dell’Urss. I due giocatori si trovano a incarnare i due schieramenti di una rappresentazione propagandistica: il ragazzino di Brooklyn sfida l’intera Unione Sovietica e ne esce vincitore. 

 

5. Sitografia

Bobby Fisher,  biografieonline.it, (data di ultima consultazione 03/08/2021)

Bobby Fischer, il re solo, samanthacasella.com  (data di ultima consultazione 07/08/2021)

Boris Spassky, l’anti-eroe, digilander.libero.it  (data di ultima consultazione 07/08/2021)

L’incontro del secolo, noranta4.medium.com  data di ultima consultazione (13/08/2021) 

Fischer vs Spassky 1972, chessgames.com data di ultima consultazione (13/08/2021)

Spassky vs Fischer: how the chess battle became a theatre event, bbc.com  (data di ultima consultazione 13/08/2021)

Scacchi, wikipedia.org  (data di ultima consultazione 27/08/2021)

 


Foto 1 da ultimouomo (data di ultima consultazione 28/08/2021)