Isabella Chierici
Il 4 novembre 2016, la piattaforma Netflix decide di rilasciare la prima puntata di una serie tv incentrata sulla famiglia di uno dei regni più potenti del mondo, quello della regina Elisabetta II. The Crown si presenta fin da subito come un racconto storico e, come tale, l’importanza dei fatti e delle date in cui essi avvengono sono il fulcro dell’intera narrazione. Gli sceneggiatori hanno lavorato con grande cura per riprodurre con precisione le dinamiche della famiglia reale britannica, gli avvenimenti politici, sociali e culturali del tempo, senza per questo rinunciare alla dimensione umana dei personaggi.
Un risultato incomiabile, che è stato reso possibile anche grazie alla maestria di un cast d’eccellenza (citiamo Helena Bonham Carter nel ruolo della principessa Margaret nella terza e quarta stagione e Imelda Staunton nei panni della regina nella quinta e nella sesta) ed è stato riconosciuto, nel corso di questi anni, anche da numerosi premi, tra cui sette Golden Globe e otto Emmy Awards.
Grazie alla cura dei dettagli e alla meticolosità delle scene registrate, la BBC l’ha perciò inserita nella lista delle migliori serie tv del XXI secolo. Visto l’arco temporale elevato da coprire (si parla di circa 70 anni di regno, ndr. ), gli sceneggiatori hanno deciso di dividere The Crown in sei stagioni, con un ricambio del cast ogni due, per rendere il risultato finale più vicino alla realtà e ai fatti narrati.
Dopo la morte inaspettata del padre, Elisabetta (Claire Foy), poco più che ventenne, eredita il fardello della corona e di tutto ciò che comporta la gestione politica di un impero. Nelle prime due stagioni, perciò, ci viene mostrata una regina alle prime armi, ancora acerba e insicura, che cerca di muoversi in un mondo maschilista che aspetta solo un suo passo falso per rubarle il potere. Non solo, viene mostrato anche il suo rapporto con il marito Filippo di Edimburgo (Matt Smith), la sua completa sottomissione al volere del principe per farlo sentire importante e gratificato. Veniamo a conoscenza, perciò, di una sovrana che crede negli ideali della sua nazione e di Dio.
A far da cornice vi è la storia d’amore tra la principessa Margaret (Vanessa Kirby) e il colonnello Peter Townsend (Ben Miles) un funzionario del re molto più grande di lei e divorziato. La loro unione tinge di rosa le note tristi e drammatiche di questi primi anni del regno elisabettiano, caratterizzati da conflitti e lotte non solo nel mondo, ma anche nella famiglia Windsor stessa. Anche se, il destino per loro non ha un lieto fine.
La terza e la quarta stagione di The Crown, invece, ripercorrono quell’arco temporale che va dalla nascita del principe Edoardo fino al matrimonio tra Carlo e Diana e la nascita dei loro figli. In queste venti puntate, l’incomprensione tra Elisabetta (Olivia Colman) e Filippo (Tobias Menzies) sembra essersi attenuata. La regina è più sicura di sé e matura, molto ponderata nelle decisioni che prende e nei sentimenti che prova. Il principe continua a cercare di primeggiare e trovare il suo posto all’interno di Buckingham Palace e dell’Inghilterra, ma lo fa rimanendo al fianco della regina, accettando di vedere la moglie sotto i riflettori. Ciononostante, gli piace continuare a essere parte attiva nelle decisioni prese a palazzo ed essere portavoce di alcune comunicazioni importanti al posto della regina. Margaret (Helena Bonham Carter), invece, insoddisfatta della sua vita e del suo matrimonio con il fotografo Tony, soffre a causa della poca rilevanza che ha nella società e nella famiglia stessa. Sente di non essere adeguatamente considerata e, a lungo andare, questa condizione la porta a soffrire inesorabilmente, tanto da decidere di staccare per un po’ e andare a vivere nella sua villa nei Caraibi. Dopodiché, decide di divorziare dal marito.
A livello politico, invece, il ruolo principale lo ricopre Margaret Thatcher (Gillian Anderson). Sono anni duri per l’Inghilterra tanto da portare la regina, per la prima volta nella storia, a sostenere il suo disappunto verso il primo ministro persino sui giornali. Nonostante ciò, alla fine del suo mandato, la ringrazia pubblicamente per il lavoro svolto e decide di conferirle una medaglia al merito.
Un ruolo cruciale in queste due stagioni centrali di The Crown lo gioca il principe Carlo (Josh O’Connor) con la sua crescita personale, lo sforzo che compie per rendere orgogliosi i genitori e per rendere migliore la nazione di cui, un giorno, sarà il sovrano. Un ragazzo tormentato, amante dello studio e della botanica, che si impegna per comprendere gli stati d’animo delle persone. Ci viene però presentato anche un altro principe, quello del triangolo amoroso con Camilla (Emerald Fennell) e Diana (Emma Corrin), quest’ultima positivamente criticata soprattutto per la somiglianza con la principessa. Un rapporto travagliato e di sofferenza che lo porta a dover scegliere tra la donna del suo cuore e quella che deve sposare perché scelta dalla sua famiglia.
È con l’imminente divorzio di Carlo e Diana che si apre la quinta stagione di The Crown. Dieci puntate che riassumono gli eventi storici che vanno dal 1991 fino al 1997. In questo caso, più che la regina, la vera protagonista è Lady D. Mostrata sempre impeccabile e caritatevole in varie occasioni mondane, Diana (Elizabeth Debicki) nasconde in realtà la sua sofferenza, il dolore che la attanaglia per l’inesorabile destino a cui sta andando incontro il suo matrimonio. Nonostante tutti la amino, lei non si sente mai all’altezza, perché per tutta la vita ha vissuto il suo rapporto con Carlo all’ombra di un’altra e soggiogata dalla famiglia del suo consorte. Nel corso delle puntate, riacquista fiducia in se stessa grazie a due uomini: il dottor Khan e il magnate Mohamed Al-Fayed.
La regina (Imelda Staunton), invece, deve fare i conti con i suoi figli, ormai quasi tutti divorziati, e il suo senso di fallimento nei confronti della corona e di Dio. Secondo un articolo di giornale, infatti, la maggior parte degli inglesi non la reputa più adatta a regnare e preferirebbe vedere Carlo prendere immediatamente il suo posto. Una sofferenza che si aggrava maggiormente quando deve dire addio alla sua amata Britannia, la nave che lei stessa aveva inaugurato poco dopo la sua incoronazione, e quando, ancora una volta, deve chinare il capo davanti alla voglia di sentirsi importante e di libertà di Filippo (Jonathan Pryce).
La stagione si conclude con un principe Carlo (Dominic West) bramoso di potere e di rivincita sui genitori che incontra il primo ministro per discutere della modernizzazione della monarchia.
Nonostante la critica e il pubblico abbiano acclamato positivamente The Crown, la famiglia reale si è spesso schierata a sfavore di ciò che veniva raccontato e trasmesso. Una delle maggiori contestazioni, infatti, riguarda la veridicità dei temi proposti, dei fatti avvenuti e dei dialoghi presentati. Lo stesso ex primo ministro si è dichiarato contrario a ciò che è stato riportato riguardo il suo incontro segreto con Carlo.
Le opinioni all’interno di Buckingham Palace sono altrettanto discordanti. C’è chi ha deciso di non seguirla affatto e rimanere super partes e chi, invece, ha scelto di vedere, più o meno attivamente, la serie che li vede come protagonisti. La regina, ad esempio, era solita guardare le puntate a cadenza regolare, mentre il principe Filippo si è dimostrato fin da subito ostile nei confronti del programma. Al contrario, il principe Harry e la duchessa del Sussex Meghan hanno ammesso di aver guardato la serie. Il duca si è persino dichiarato un suo grande fan, in quanto, sostiene, che sia riuscita a trasmettere, in modo abbastanza fedele, le pressioni e il senso del dovere che vivono costantemente i membri della famiglia reale.
Ora ci resta solo da capire cosa ci mostrerà la sesta e ultima stagione di The Crown, in uscita tra novembre e dicembre 2023. Anche se, ormai, la storia è già stata scritta.
Foto 1: storiainpodcast.focus.it
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