Riflessioni su “Femminismo e Anarchia”

Giulia Regoli

Giulia Regoli parla di Femminismo e anarchia di Emma Goldman su Canadausa

Femminismo e Anarchia è una raccolta di articoli scritti da Emma Goldman, rappresentante del movimento anarchico e femminista nella prima metà del Novecento. Il libro contiene diversi articoli: “L’anarchia: cosa vuole veramente”, “La tratta delle donne”, “Il suffragio femminile”, “Il matrimonio e l’amore”, “La tragedia dell’emancipazione”, “La gelosia, le sue cause e una possibile cura” e “Vittime della moralità”. Tutti questi scritti parlano di tematiche diverse ma hanno in comune l’importanza della rigenerazione interiore, l’amore come forma più alta di libertà e il rifiuto delle imposizioni socialmente costruite. Tutto viene esposto e filtrato tramite la lente dell’oppressione di genere perpetrata dallo stato e dalle istituzioni. 

Goldman definisce l’anarchismo come:

 

la filosofia di un nuovo ordine sociale fondato sulla libertà non limitata da leggi fatte dagli uomini; la teoria secondo cui tutte le forme di governo si basano sulla violenza, e pertanto sono sbagliate e dannose, oltre che inutili.” (p. 32)

 

L’autrice poi riflette sul fatto che non ci può essere libertà e lotta alle disuguaglianze nella dimensione statale. Infatti, è lo stato stesso - tramite la legittimazione della proprietà, il regime punitivo e l’imposizione di un unico modello di vita a cui tutte le persone devono aderire - a permettere che questi dislivelli continuino ad aumentare secondo tutti i punti di vista. Solo l’abolizione del governo può, quindi, permettere una completa liberazione dai gioghi che intrappolano uomini e donne nella limitazione della loro libertà individuale e comunitaria. 

L’alternativa anarchica, “una forza vitale nelle attività della nostra vita, che in ogni momento crea nuove condizioni” (p. 44-45), è l’unico metodo che si adatta alle esigenze di ogni individuo, perché con lui cambia e si evolve a seconda dei tempi, degli spazi e delle necessità in cui le persone incorrono.

Dopo aver stabilito che il punto di partenza è il rifiuto di ogni dominio istituzionale - dallo stato alla religione - per poter arrivare ad avere coscienza di sé, Goldman inserisce la questione femminista all’interno del discorso, rimanendo estremamente critica verso i metodi di liberazione a lei contemporanei che hanno contribuito a snaturalizzare la specificità della donna in nome di una parità superficiale e priva di radicalità. 

Affrontando il problema della tratta delle donne, del suffragio femminile e dell’istituzione matrimoniale, la scrittrice evidenzia come molte istanze - portate avanti da un femminismo che oggi definiremmo liberale - sono state volte a ottenere diritti e rappresentanza senza però andare a sradicare ciò che si trova al centro delle disuguaglianze con il genere opposto: il potere

 

Non è forse una delle imposizioni più brutali quella che vede un gruppo di persone fare delle leggi che un altro è costretto con la forza a rispettare? Tuttavia la donna reclama a gran voce questa ‘opportunità d’oro’ che ha provocato tanta infelicità nel mondo e ha derubato l’uomo della sua integrità e autonomia; un’imposizione che ha corrotto completamente le persone e le ha rese prede indifese nelle mani di politicanti senza scrupoli.” (p. 74)

Giulia Regoli parla di Femminismo e anarchia di Emma Goldman su Canadausa

Dare alle donne il diritto di voto, una maggiore rappresentanza politica, delle uguali opportunità di lavoro rispetto agli uomini, non farà altro che aumentare il già grande divario causato da secoli di un modello di società e di dominio prettamente maschile. Questo modo di risolvere il problema delle diseguaglianze di genere, strettamente intersecate a quelle di classe, secondo Goldman porterebbe solamente ad aumentare i privilegi di chi è ricca e a continuare ad affossare le donne che vivono in condizioni salariali precarie, per citare un esempio.

Proprio per questo motivo, una delle tematiche principali di Femminismo e Anarchia è il ripartire dalla dimensione individuale e dall’esperienza personale delle donne: la liberazione dalle costruzioni sociali e morali parte dall’autoliberazione e dal “rifiuto di essere serva di dio, dello stato, della società, del marito, della famiglia, ecc., rendendo la propria vita più semplice, ma più profonda e più ricca” (p. 87). 

Riprendere il personale come politico è un’istanza fondamentale negli scritti di Emma Goldman, perché solo analizzando le specificità della condizione femminile attraverso l’esperienza individuale si può rivoluzionare la società, creando un mondo nuovo basato su bisogni specifici invece di inserirsi in quello già costruito e radicato in dinamiche e prospettive patriarcali e maschili.

Una delle critiche più aspre viene dedicata al matrimonio, gabbia in cui l’amore - il motore più rivoluzionario di tutti - va inevitabilmente ad appassire e morire. Per le donne, sposarsi è l’unica aspirazione possibile nella società dell’epoca, il punto di arrivo della propria vita - allo stesso tempo, è anche una prigione costruita dai dettami religiosi e statali, un’illusione creata ad hoc per sottometterla e toglierle potere d’azione. Proprio per questo, l’amore, che è la più alta forma di libertà, e che non può esistere se non svincolato da qualsiasi catena, è necessariamente quasi l’antitesi del matrimonio. Capire ciò e uscire dalle imposizioni morali che la società inculca ai suoi abitanti è il primo e fondamentale passo verso una liberazione collettiva:

 

L’emancipazione dovrebbe dare alla donna la possibilità di essere umana, nel senso più profondo del termine. Tutto ciò che dentro di lei la porta ad aspirare fortemente all’affermazione e all’azione dovrebbe arrivare all’espressione più completa: tutte le barriere artificiali dovrebbero essere infrante e il cammino verso una maggiore libertà dovrebbe essere sgombrato di tutte le tracce della secolare sottomissione e schiavitù.” (p. 104)

 

Le istanze portate avanti da Emma Goldman nella raccolta Femminismo e Anarchia appartengono a meccanismi propri principalmente agli Stati Uniti e al mondo occidentale del Novecento e che oggi potremmo definire obsoleti, anche se le tracce lasciate sono ancora evidenti e influenzano la contemporaneità. La forza degli spunti di riflessione proposti sta proprio nel fatto che si possono trovare utili anche nel presente per affrontare diverse tematiche di rilevanza nella questione femminista che non sono ancora state risolte. Attraverso la conciliazione di anarchia e femminismo, Goldman ha mostrato una strada magari difficile da percorrere, ma realmente rivoluzionaria nella lotta collettiva contro le oppressioni.

 

Goldman, Emma, Femminismo e anarchia, 2009.

 

Foto 1 da Roba da Donne (data di ultima consultazione: 28/06/22).

Foto 2 da Edicola 518 (data di ultima consultazione: 28/06/22).