Maria Cristina Ianiro
Per la Giornata mondiale dell’ambiente, vogliamo porre la nostra attenzione su quelle scrittrici che, attraverso scenari apocalittici da un lato e ricostruzione del mondo dall’altro, riescono a portare i cambiamenti climatici nella mente, negli occhi e nel cuore dei lettori.
Pandemie, condizioni meteorologiche estreme, siccità e un processo militarizzato di protezione delle risorse naturali sono elementi comuni nel Climate Fiction. Il periodo storico che stiamo vivendo è il momento perfetto per un attento esame del futuro dell'ambiente e, sicuramente, la letteratura ci aiuta nell’analisi.
Le scrittrici prese in esame in questa sede sono costantemente in discussione, criticano e speculano su come possano apparire vari tipi di mondi, incluso quello in cui viviamo attualmente.
In effetti, il genere fiorente del Cli-Fi ha già innescato nuove strade letterarie come ad esempio il “Solarpunk”, un sottogenere culturale e artistico che copre numerosi ambiti quale l’arte, la narrativa fantastica, l’architettura e l'attivismo ambientale. Al contrario del Cli-Fi, promuove una visione ottimista e progressista del futuro, con una particolare attenzione verso le energie rinnovabili e le nuove tecnologie sostenibili. La tendenza utopica è alla base del Solarpunk che si pone come obiettivo la realizzazione concreta di un futuro tecnologico ed ecosostenibile, e la lotta al cambiamento climatico.
Diventa così possibile immaginare come i movimenti politici e culturali attuali - come Black Lives Matter, #TimesUp, #NODAPL - potrebbero realizzare le loro visioni.
Tanto le storie del genere Solarpunk quanto quelle del Cli-Fi sono contrassegnate da proiezioni sul futuro, critica del presente e valutazione del passato. Spesso la giustizia ambientale è un tema centrale perché l'umanità rivendica quasi sempre una gestione migliore del mondo naturale.
Questa raccolta include opere delle più grandi promotrici del Cli-Fi, così come alcuni bestseller e un cenno alle scrittrici legacy che hanno iniziato tutto, partendo dalla selezione proposta da Sierra Club.
Jemisin, vincitrice del premio “Hugo” per ben 3 volte, nel 2016, 2017 e 2018, dà vita a un memento mori con la trilogia di Broken Earth. Il titolo del primo libro, The Fifth Season (2015), fa riferimento a un evento di annientamento che si compie a intervalli di pochi secoli a causa dei cambiamenti climatici. Tutto il lavoro di Jemisin è intriso di mitologia. I personaggi comprendono il loro posto nella gerarchia della "casta d'uso" in cui vengono posizionati; esistono diverse caste caratterizzate dai poteri di chi le popola. Nel prologo trova spazio un “Orogene” - persona appartenente alla casta più alta, che ha l’abilità di controllare le energie - che separa l'intero continente lungo la sua lunghezza, minacciando di provocare la peggiore “Fifth Season” mai avutasi nella storia. Il racconto prosegue con tre “Orogene” femminili attraverso la quiete di diversi periodi: Essun, Damaya e Syenite.
Kingsolver non è sicuramente una tipica scrittrice Cli-Fi: è conosciuta soprattutto per i best-seller di generi ben diversi come The Poisonwood Bible (1998) e il meraviglioso The Lacuna (2009). Flight Behaviour (2012), d'altra parte, è un romanzo che si distacca dai precedenti. Una casalinga del Tennessee fa un'escursione e trova una valle coperta da milioni di farfalle monarca i cui soliti terreni invernali in Messico sono stati sfollati dai cambiamenti climatici. Pare un resoconto dell’accaduto in alcuni anni di viaggio. A prima vista, non un romanzo vero e proprio. Eppure, nonostante lo stile cronachistico, è una storia fortemente empatica.
Station Eleven (2014) è ambientato nella regione dei Grandi Laghi nel futuro “prossimo”, dopo che una pandemia di influenza suina nota come "Georgia flu" ha devastato il mondo, decimando gran parte della popolazione. Il romanzo include archi multipli di personaggi che si intersecano e talvolta lasciano al lettore indovinare lo sviluppo della loro vita. Station Eleven è in definitiva una storia sullo spirito creativo delle persone e su come può modellare e contemporaneamente distruggere il nostro mondo.
La California post-apocalittica è diventata un elemento comune nel Cli-Fi e domina anche nell'astuto ritratto della fragilità umana della Lepucki. Nei futuribili anni 2060, una giovane coppia scopre di aspettare un bambino e decide di lasciare Los Angeles per il deserto, in modo da trovare una comunità che possa aiutarli a crescere salvando il loro futuro neonato. Nel romanzo California (2014), il termine "Communities" si riferisce ai paradisi esclusivi dei ricchi, di quei fortunati che sono sopravvissuti dopo un'influenza devastante per la maggior parte della popolazione. Come la nascente comunità di ricchi sopravvissuti della Silicon Valley nella vita reale, le comunità californiane, nascoste nelle cave del deserto, assumono forze di sicurezza private per proteggersi. Come la maggior parte delle persone che fanno affidamento su telefoni cellulari, servizi di consegna e trasporti economici per affrontare la giornata, Frida e Cal non sono i tipici amanti degli spazi aperti, ma cercano comunque di far funzionare la vita in un mondo che non glielo permetterà.
Gold Fame Citrus (2015) è ambientato in una California distopica. Il romanzo di debutto della Watkins si svolge in un futuro prossimo, nel momento in cui la terra verrà devastata dalla siccità estrema. Non piove da anni e l’"Amargosa Dune Sea", una tempesta di sabbia che ha ingoiato il sud-ovest, lascia alle sue spalle un inferno in espansione che ricorda quello raffigurato in Mad Max.
Los Angeles è rimasta abbandonata. Il personaggio principale è Luz, una modella orfana che da bambina è stata adottata dal Bureau of Conservation per essere la “poster child” (bambini deformi utilizzati per campagne pubblicitarie atte a raccogliere fondi per una causa o un'organizzazione) per un'industria di infrastrutture idriche. La narrazione della Watkins a volte sembra scarna di dettagli, tanto che il lettore vuole sapere di più su Luz e sui motivi che la portano a prendere le scelte mostrate nel romanzo. Proprio per questo, la storia mantiene sempre alta la suspense ed è difficile scegliere chi ha maggiori probabilità di sopravvivere: quelli nell’"Amargosa Dune Sea" che vivono ogni giorno come se fosse l'ultimo, o quelli che cercano di rendere il mondo un posto migliore di quello in cui abitano attualmente.
La Oreskes è una dei pochi scrittori di Cli-Fi che può tranquillamente affermare di avere una visione scientificamente solida e provata sulle potenzialità del cambiamento climatico. Come docente affiliata di Scienze della Terra e del Pianeta all'Università di Harvard, si dedica costantemente alle ricerche e agli studi di geofisica e riscaldamento globale. Secondo il suo romanzo del 2014, il crollo della civiltà occidentale si verificherà nel 2093, dopo che la calotta glaciale dell'Antartico occidentale si sarà disintegrata e l'ordine globale verrà ribaltato a causa della migrazione di massa. La storia si svolge 300 anni dopo il "Grande Crollo" e viene raccontata dal punto di vista di uno studioso durante la Seconda Repubblica Popolare Cinese. L'intento è quello di descrivere la follia umana e la scarsa attenzione nei confronti di raccomandazioni e avvertimenti sulle future catastrofi ambientali.
The Carbon Diaries: 2015 (2009) è un romanzo per ragazzi ambientato nel Regno Unito che porta la firma di Saci Lloyd. Le catastrofi meteorologiche hanno lasciato Laura, una sedicenne londinese stanca di vivere in un presente in cui è stato istituito un programma di razionamento del carbonio. Nessuno vola più su un aereo, perché è troppo costoso, e la razione di carbonio a disposizione di ciascuno deve essere utilizzata solo per esigenze effettive, come l'avvio di elettrodomestici e il trasporto pubblico. Rebecca Onion, famosissima blogger letteraria, ha descritto The Carbon Diaries come il primo esempio di una storia di "soft apocalypse": "chronicles societies changing as a result of a series of rolling crises, rather than in the blink of an eye, as from a nuclear blast.”
In Disasters (2017), una raccolta di racconti popolata di persone imperfette, l'acqua potabile a Las Vegas costa più di alcol o droghe. Un affronto al prezzo delle materie prime, forse, ma lo scenario non è così inverosimile come vorremmo pensare: basti citare come un esempio per tutti la sola Città del Capo, che attualmente deve affrontare proprio la scarsa disponibilità di acqua potabile. La Clare, principalmente conosciuta per la sua poesia, è una maestra del linguaggio, come ha dimostrato nella storia "Petur", pubblicata per la prima volta nel 2013 in Ecotone, presente anche in Disasters, e per la quale ha ottenuto il premio O. Henry del 2014. Madre e figlio sono rimasti bloccati, sulla scia dell'eruzione vulcanica di Eyjafjallajokull del 2010, in una remota città islandese; il trauma causa in entrambi un forte declino mentale.
In generale, in Disasters, Olivia Clare esplora da un lato le calamità ambientali - reali e fantastiche - provocate dall'uomo, e dall’altro il bisogno umano di comprendere il possibile, il probabile e l'ignoto.
Spider the Artist è un racconto del 2008, pubblicato online dalla rivista Lightspeed. è ambientato in una Nigeria del futuro, dove la distruzione ecologica si sta lentamente manifestando agli occhi di tutti: “the fish, shrimps, and crayfish in the creeks were dying. Drinking the water shriveled women’s wombs and eventually made men urinate blood.”
In Spider the Artist, Zombies (detto anche Anansi Droids, dal nome dal maestro narratore africano che spesso prende la forma di un aracnide), sorveglia un gasdotto cruciale per il controllo del governo sul popolo nigeriano.
Okorafor è solita intrecciare elementi del folklore nigeriano e della storia in tutte le sue opere. Lo ha fatto anche in Who Fears Death (2010), che sarà adattato in una serie HBO, con George R.R. Martin come produttore esecutivo.
Questa breve storia è tratta dall’Upper Rubber Boot Books Sunvault: Stories of Solarpunk and Eco-Speculation anthology (2017), ed è raccontata attraverso voci diaristiche che si alternano tra il XXII e il XXIII secolo. Ambientato principalmente nelle Svalbard, un arcipelago norvegese ai vertici del mondo, il resoconto illustra la dura bellezza di un luogo violentato dai cambiamenti climatici. “Today the light is pure,” afferma.
“There isn’t a cloud in the sky to cut it, no breeze to stir it off our skins. All the shadows are sharp-edged. There’s so much of it, it’s easy to forget it’s there.”
C'è sempre il sole alla fine del mondo e il narratore senza nome ricorda i tempi buoni e difficili e quello che verrà dopo. La storia incapsula i sentimenti di timore reverenziale e terrore che il mondo naturale tende a ispirare.
Ora, però, non dimentichiamo i grandi. Molte delle autrici sopra menzionate non sarebbero in questa lista se non per le spalle di giganti su cui si trovano. Le seguenti tre autrici sono tra le migliori del genere, le loro eredità continuano a stupirci e ad accompagnare lo sviluppo del genere Cli-Fi, divenendo un appuntamento immancabile per chi volesse approcciarsi alla lettura del Climate Fiction.
La Butler, una pietra angolare dell'Afrofuturismo - un'esteta, una filosofa e una critica che esplora le intersezioni della cultura e della tecnologia africana - non ha eguali quando si tratta di parlare di esperti nella creazione di mondi possibili. The Parable of the Sower (1993) e The Parable of the Talents (1998) predissero così misteriosamente l'ascesa e l'elezione di Donald Trump che ci si potrebbe chiedere se la Butler avesse usato una sfera di cristallo. La serie Parable, ispirata alle notizie sui cambiamenti climatici e al capitalismo in fase avanzata, e che Butler non è mai stata in grado di finire, a causa della sua morte improvvisa e prematura nel 2006, crea un mondo devastato dal riscaldamento globale. La siccità e l'innalzamento del livello del mare flagellano la Terra. Molte persone vivono in quartieri recintati proprio per proteggersi. I prodotti farmaceutici hanno sostituito la realtà lasciando il passo alle sostanze psicotrope. L'oppressione delle donne è messa a nudo: le "nags" che vogliono dar voce ai propri pensieri non possono farlo: verrebbe loro tagliata la lingua. Dopo l’elezione del Presidente Donner, dietro la promessa di più posti di lavoro per tutti, un candidato dell'opposizione, il ciarlatano Andrew Steele Jarret, dedica la sua campagna alla missione di "rendere di nuovo grande l'America". L'effetto è reso più inquietante dal dover concordare con l'affermazione della protagonista adolescente Lauren per cui “People have changed the climate of the world.”
Sarebbe difficile sostenere che il genere del Cli-Fi sarebbe stato lo stesso - pieno zeppo di scrittori di talento che possono evocare gli strani, i torturati e i trionfanti - anche senza la Atwood come apripista del genere. Nella sua trilogia MaddAddam, i lettori sono immersi in mondi definiti dall'ingegneria genetica, dallo zelo religioso e dalla cultura di Internet e dei video, argomenti sempre più rilevanti, tanto da consigliare la lettura obbligatoria dei suoi testi nelle scuole. Eppure, leggendo la Atwood, non si può fare a meno di sentirsi ottimisti sulla capacità umana di resistere - complice anche il fatto che i suoi personaggi mettano in scena in modo ben bilanciato il meglio e il peggio di cui l'umanità è capace. In Oryx and Crake (2003), il primo libro della serie di MaddAddam, un gruppo di vegetariani si dedica a preservare tutta la vita delle piante e degli animali perché prevede un disastro naturale che spazzerà via tutte le specie.
La morte di Ursula LeGuin nel 2018, pone fine a una prolifica carriera in cui (magistralmente) l'autrice ha trattato di tutto: dalla fantasia dei bambini ai saggi personali, alla poesia. LeGuin, nell'approcciare la narrativa fantascientifica, si è servita anche della rappresentazione di genere su cui è stata particolarmente abile. Era solita includere nel novero dei suoi personaggi anche protagonisti asessuali o entità prive di sesso.
Il panorama letterario del Climate Fiction è intriso di figure femminili che hanno trasmesso con la loro scrittura un misto di arte, coscienza critica e sociale, e di opposizione allo sciagurato destino del nostro pianeta, dando un esempio concreto alle parole del grande e compianto Luis Sepulveda: “Narrare è resistere”.
Atwood, Margaret, Oryx and Crake, 2003
Atwood, Margaret, The Handmaid's Tale, 1985
Atwood Margaret, The Heart Goes Last, 2015
Butler, Octavia, The Parable of the Sower, 1993
Butler, Octavia, The Parable of the Talents, 1998
Clare, Olivia, Disasters, 2017
Clare, Olivia, Ecotone, 2013
Conway, Erik M., Oreskes, Naomi, The Collapse of Western Civilization, 2014
Jemisin, N.K, The Fifth season, 2015
Kingsolver, Barbara, The Poisonwood Bible, 1998
Kingsolver, Barbara, The Lacuna, 2009
Kingsolver, Barbara, Flight Behaviour, 2012
LeGuin, Ursula K., The Dispossessed 1974
LeGuin, Ursula K., the Earthsea Cycle Series, 1968-1972
LeGuin, Ursula K., The Left Hand of Darkness, 1969
LeGuin, Ursula K., The Lathe of Heaven, 1971
Lepucki, Edan, California, 2014
Lloyd, Saci, The Carbon Diaries: 2015, 2009
Okorafor, Nnedi, Spider the Artist, 2008
Okorafor, Nnedi, Who Fears Death, 2010
St. John Mandel, Emily, Station Eleven, 2014
Vaye Watkins, Claire, Gold Fame Citrus, 2015
Wise, A.C., A Catalogue of Sunlight at the End of of the World, 2017
Maria Cristina Ianiro, Climate Fiction e Corona Virus, Canadausa.net (data di ultima consultazione 30/08/2021)
Maria Cristina Ianiro, Margaret Atwood: tra Cli-Fi, ecologia e parole, Canadausa.net (data di ultima consultazione 30/08/2021)
https://www.lightspeedmagazine.com/fiction/spider-the-artist/
Crly Nairn, 13 Female "Cli-Fi" Writers Who Are Inspiring a Better Future, Sierra (data di ultima consultazione 30/08/2021)
Foto 1: freethink.com (data di ultima consultazione: 29/08/21)