Fig. 3 – Strutture del castello di Susinana, nel territorio di Palazzuolo sul Senio. Foto di E. Cirelli.
Sono anche stati studiati i materiali raccolti dal gruppo archeologico del Mugello in precedenti occasioni, conservate oggi nel Palazzo dei Capitani di Palazzuolo. Lo studio di questi reperti ha consentito l’individuazione di una frequentazione del sito forse già nel secolo VIII, prima quindi della nascita del villaggio fortificato, ma solo gli scavi programmati per le prossime stagioni potranno confermare tali ipotesi. Evidenze di un insediamento romano, con una frequentazione tardoantica sono state recuperate anche molto più a est, agli inizi della vallata del Santerno, alle pendici di un altro sito di altura, di estrema importanza e attestato dalle fonti documentarie nell’VIII secolo. Si tratta del castello di Tossignano, che sfrutta le potenzialità straordinarie dell’affioramento gessoso. Il sito altomedievale e la sua rocca tardoduecentesca, si trovano su uno sperone di roccia selenitica e lo sfruttamento del gesso risulta una risorsa essenziale per questa comunità rurale, come tutte quelle che si insediano, nel corso del medioevo sulle alture della Vena del Gesso Romagnola. Imponenti, anche per lo stato di conservazione delle strutture, sono i due castelli di Monte Mauro e Rontana, poderose costruzioni altomedievali, potenziate ulteriormente nel corso del XII e XIII secolo, caratteristico di una nuova stagione di manifestazione del potere signorile rurale che ha cambiato radicalmente il paesaggio di gran parte dell’Europa.
La Vena del Gesso segna anche un primo sbarramento naturale rispetto alla Pianura Padana, che secondo alcuni studiosi ha costituito anche un confine tra le proprietà dell’esarcato e dei territori longobardi, tra VII e prima metà dell’VIII secolo. Le fonti documentarie a questo proposito non sono molto chiare e indicano la nascita di questi insediamenti soprattutto a partire dalla metà del X secolo, nonostante vi siano indizi nel Liber Pontificalis di Roma, soprattutto per quel che riguarda il castrum Tiberiaci (Monte Mauro). Gli scavi condotti a Monte Mauro dalla Soprintendenza non hanno ancora riportato alla luce fasi di questo periodo. Diverso è il caso di Rontana, oggetto di scavi in estensione a partire dal 2007. Sotto le strutture del castello di X secolo e tagliate dal cimitero di VIII e IX secolo, sono state individuate alcune strutture murarie e diversi materiali databili agli inizi del VII secolo, come frammenti di ceramiche tunisine, vasellame di produzione egea, anfore dalla Cilicia e dalla Palestina, da attribuire allo stanziamento di un presidio militare voluto dall’amministrazione romano/bizantina per controllare i passaggi vallivi sul Lamone e sul Sintria, a protezione della città di Faenza e del territorio esarcale. Oltre a queste dinamiche di trasformazione del paesaggio rurale tra antichità e medioevo, gli scavi hanno dimostrato sia a Rontana sia a Ceparano, che la scelta insediativa di queste comunità sui territori di altura è molto simile a quella attuata in età protostorica. Materiali che si datano al IX-VIII secolo a.C. sono stati recuperati, in posizione residuale, sia negli strati del castello di Rontana sia in quello di Ceparano. Stessa sovrapposizione è stata osservata più a ovest nella vallata del Marzeno nel sito di S. Maria in Castello, nel territorio di Tredozio e la stessa caratteristica è stata documentata in diversi insediamenti fortificati di altre regioni italiane, per esempio nel Lazio, nei castelli di Toubert, soprattutto quelli di nuova fondazione. A questo proposito sono numerose le evidenze raccolte sui siti di nuova fondazione nel paesaggio appenninico medievale, dove si riscontrano villaggi fortificati a controllo della viabilità principale, come quello di San Cassiano, nel territorio di Brisighella e sulla vallata del Lamone, o come quello di Fornazzano, distante dai percorsi viari più importanti e dalle vallate con valico appenninico, ma fondamentali per il controllo agrario e del popolamento rurale delle aree più interne, documentati dal secolo XI e abbandonati sul finire del medioevo.