Kenneth Anger, il talismano luminoso del cinema underground

Susanna Luppi

Probabilmente il film Babylon (Chazelle, 2022) non sarebbe mai stato girato senza i racconti rocamboleschi di Hollywood Babilonia di Kenneth Anger. O forse sì. Fatto sta che innumerevoli artisti e registi si sono lasciati ispirare dalla poetica trasgressiva e visionaria di questo cineasta americano – Martin Scorsese, David Lynch e Katherine Bigelow, solo per citarne alcuni. 

Kenneth Anger, purtroppo venuto a mancare l’11 maggio 2023, è noto al grande pubblico soprattutto per i famigerati libri che rivelano gli eccessi e la spregiudicatezza dell’establishment hollywoodiano. Il suo lascito maggiore risiede però nei suoi film, per lo più cortometraggi eccentrici, indecifrabili ed esteticamente curatissimi, che costituiscono un’iperbole capitale nel cinema d’avanguardia statunitense

 

1. Il regista luciferino

2. Lucifer Rising, il sogno maledetto

3. Bibliografia e sitografia

 

1. Il regista luciferino

Kenneth Anger è un regista americano, tra i capostipiti del cinema d’avanguardia dagli anni ‘40 fino agli anni ‘80. Le notizie relative alla sua biografia levitano in equilibrio tra leggenda e realtà, conferendo al personaggio quell’aura di mistero e misticismo che dà alla sua opera ulteriore riverbero.

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All’anagrafe Kenneth Wilbur Anglemyer nasce a Santa Monica (California) il 3 febbraio 1927. 

La leggenda vuole che, grazie alla nonna (costumista a Hollywood), a cinque anni partecipi come comparsa al film Sogno di una notte di mezza estate di Max Reinhardt. Da sempre appassionato alla settima arte, Anger inizia a sperimentare già da ragazzo girando svariati cortometraggi negli anni ‘40 – tutto materiale parziale o in qualche modo perduto. L’unico a cristallizzarsi nel tempo è Fireworks (1947) che paradossalmente arriva prima in Europa che negli studios losangelini. Questo perché lo standard di Hollywood, moralista e ipocrita, non era pronto per accogliere lavori con un certo grado di trasparenza. Anger è infatti tra i primi registi apertamente omosessuali a realizzare un cortometraggio che affronta esplicitamente tematiche gay. Il film si presenta come un sogno in un sogno ed esibisce le fantasie omoerotiche di un giovane (interpretato da Anger stesso) mentre si beffa in modo dissacrante e provocatorio delle soffocanti convenzioni americane assurte come valori (come il 4 luglio, la marina, il Natale). Inoltre, il corto mostra una chiara influenza dell’opera Le sang d’un poète (1930) di Jean Cocteau. E sarà proprio Cocteau a visionare Fireworks al Festival del cinema di Biarritz (Francia) nel 1949: rimasto ammaliato, l’intellettuale francese inviterà Anger a Parigi, occasione che gli permetterà di approcciarsi al cinema e al montaggio europeo.

A Parigi, Anger frequenta il circuito della Cinémathèque, esperienza che darà modo di creare un collegamento attivo tra la cultura cinematografica dei Cahiers du cinéma e la loro controparte americana, costituita dalle neonate riviste di cinema sperimentale Film Culture e Village Voice


Successivamente, il girato intitolato Puce Moments (1949) è ciò che rimane dell’ipotetico e più sostanzioso Puce Women, purtroppo mai ultimato. Le sequenze ancora visibili ritraggono una donna all’apparenza scompigliata e vanesia, a volte impegnata nella scelta di abiti e scarpe, altre volte intenta a portare fuori il cane o a oziare da sola su un divanetto. Costumi e acconciature sono un chiaro omaggio agli anni ‘20, compresa la velocità di girato che ammicca all’atmosfera tipica del film muto — molto amato da Anger. Le scene, senza dialoghi, erano state concepite in principio con una colonna sonora prelevata dall’opera di Verdi, ora irrecuperabile e sostituita nel 1966 con sonorità più sperimentali – forse, meno pertinenti.

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Negli gli anni '50 lo stile di Anger diventa più consistente: dopo il corto Eaux d’artifice (1953), realizza Inauguration of the pleasure dome (1954), un cortometraggio di 38 minuti chiaramente debitore agli insegnamenti di Aleister Crowley che mette in scena riti pagani e simbologie occulte. La pellicola è girata a Cefalù, nella storica abbazia di Thelema, centro nevralgico del culto di Crowley. Anche in questo caso non ci sono dialoghi, ma si può assistere a un vero e proprio sabbat tra personaggi biblici e divinità pagane. La versione del 1958 fu presentata a Bruxelles con il sonoro di Harry Partch su una triplice proiezione, esplicitando ancora di più il percorso di Anger verso ciò che sarà definito inizialmente cinema espanso e poi videoarte.

 

Durante gli anni ‘60, mentre il cinema sperimentale americano si approccia a una sorta di rivoluzione formale che risente delle opere statiche di Andy Warhol, Anger continua a sperimentare il suo stile convergendo verso uno dei suoi capolavori, Scorpio Rising (1963).

 

Anche in questo caso, ai dialoghi assenti sopperisce la colonna sonora, costituita da un ridente collage delle principali hit di quella decade: si riconoscono circa una decina di brani di vari autori, quali Little Peggy March, Elvis Presley, The Randells, The Angels, Bobby Vinton, The Surfaris, Ray Charles, The Crystals, Kris Jensen, Claudine Clark. E proprio sotto queste note si svolge un’indisciplinata composizione di immaginario underground e queer

 

Protagonista è la subcultura motociclista, che Anger mostra in modo ironico ed erotico. Qui si sofferma su garages e cromature, divise leather, svastiche, maschere a teschio, muscoli in tiro e rituali di vestizione - il tutto costellato da una simbologia esoterica in sottotraccia. Ciò che fa di Scorpio Rising un progetto unico sta nel suo trascendere le categorizzazioni dell’epoca: proiettandosi spontaneamente in un’interzona tra arte e cinema, diventa precursore di formati audiovisivi non ancora elaborati, successivamente confluiti nei videoclip e nei più contemporanei fashion film.

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Imbevuto di simbologia è anche il successivo corto Invocation of my demon brother (1969) focalizzato sull’occultismo e a cui ha partecipato anche il famigerato Anton LaVey (fondatore della Chiesa di Satana moderna) e per cui Mick Jagger ha realizzato parte della colonna sonora.

La vera apoteosi si ha però con il compimento del capolavoro maledetto di Kenneth Anger, 

Lucifer Rising (1970-80).

 

2. Lucifer Rising, il sogno maledetto

Lucifer Rising, film maledetto e leggendario, è stata anche l’opera più travagliata di Anger e porta con sé una storia in cui l’aneddotica sembra sovrastare la realtà. 

Già dalle tempistiche del girato si può evincere che svariati ostacoli ne hanno procrastinato la messa in opera. Le riprese sono state realizzate in varie località sparse nel mondo, tutte in qualche modo significative per il loro legame con l’occulto: si va dalla Sfinge alle Piramidi di Giza, fino all'Inghilterra e la Germania. Anger aggirò il governo egiziano fingendo che le sue riprese fossero destinate a un documentario storico. Di fatto stava girando una ancestrale evocazione di Lucifero, visto come divinità positiva e non nell’interpretazione cattolico-cristiana occidentale.

 

Per Anger, Lucifero è una divinità dall’indole virtuosa e dispensatrice di amore, la cui forza di volontà si fa contestatrice di ogni ordine prestabilito. Oltretutto, la parola Lucifero significa letteralmente “portatore di luce” e deriva dal latino lucifer che a sua volta è la traslitterazione di fosforo (in greco antico, Φωσφόρος). Tutto porta quindi alla personificazione divina della prima luce vista al mattino – ciò che oggi riconosciamo come il pianeta Venere. Anger ha un’affezione profonda per questo personaggio, talmente radicata da tatuarsi il suo nome a caratteri cubitali sul petto.

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Non solo le location, ma anche il cast chiamato a raccolta per la realizzazione del film ha un chè di “fuori dall’ordinario”. La realizzazione del film ha coinvolto uno strano mix di personaggi: Jimmy Page (chitarrista dei Led Zeppelin appassionato di esoterismo), Bobby Beausoleil (prodigio della musica di Haight-Ashbury, ex socio della famiglia Charles Manson e pluriomicida), Marjorie Cameron, Anaïs Nin, Marianne Faithfull, Chris Jagger (fratello di Mick), il regista Donald Cammell e Wally Veevers (sono suoi gli effetti speciali de Il Dottor Stranamore e la fotografia per 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick).

A un certo punto, il filmato è andato perso o rubato, causando il primo dei tanti ritardi nel completamento del film

 

 Leggenda vuole che, dopo un alterco con Anger, Bobby abbia sottratto il girato originale tanto sudato per ottenere una sorta di risarcimento dallo squattrinato regista. Solo alla fine, Anger ricontattò Bobby (nel frattempo condannato all’ergastolo) per registrare la soundtrack del film direttamente dal carcere, con una band di detenuti. Altro alterco e annesso ritardo colpì Jimmy Page, la cui colonna sonora sembra non abbia soddisfatto le esigenze del regista (si vocifera che il vero problema fosse la scarsa lucidità di Page dovuta al consumo di droghe, ndr.). Altri ritardi furono imputati alle diatribe con Marianne Faithfull, che sostenne di essere stata ipnotizzata per girare il film, e alla dipendenza di oppiacei di alcuni componenti del cast, che resero tutto più arduo. Dulcis in fundo, pare che a film ultimato Anger abbia maledetto quasi tutti i partecipanti con un rito di Thelema.

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Dopo questa improbabile gestazione, Lucifer Rising venne completato nel 1980 e si confermò fin da subito un capolavoro del cinema sperimentale. Dal montaggio all’utilizzo dei colori, estremamente vividi e pieni, Anger crea una miscela spietatamente sublime tra stratagemmi tipici della fantasmagoria, passando per maestri del cinema come Robertson e Méliès. Non manca la seduzione estetica dell’occulto: oltre a svariati talismani e iconografie inquietanti, appeso al muro si scorge un quadretto che ritrae Aleister Crowley. 

Come accade nei film precedenti, le scene si susseguono secondo una logica surrealista, per cui l’associazione di idee avviene in modo onirico. I dialoghi sono omessi e i personaggi comunicano tra loro principalmente attraverso gesti e riti. Ci sono anche espedienti kitsch, come il bomber traslucido su cui si staglia la scritta Lucifer, indossato da Lucifer stesso come fosse una vera e propria rockstar. Facendo un ironico occhiolino all’autoreferenzialità, la mitografia personale di Anger sembra calarsi nel mondo reale, fatto di divinità del rock osannate ogni giorno dal loro pubblico e a cui ci si affida per poter assaggiare una forma d’arte. In questo senso, c’è una strana consapevolezza che aleggia nel film, quasi che Anger si serva della rappresentazione cinematografica per coinvolgere lo spettatore in un’esperienza estetica e mistica, ma ricordando che tra fede e arte risiede un tessuto connettivo con cui si può giocare e che può incantare. 

 

In Lucifer Rising, con una croce di Ankh stretta in mano, la divinità Iside dà inizio al rito, invitando lo spettatore a partecipare. Con Lucifer tatuato in pieno petto, Kenneth Anger ci invita alla meraviglia e al sogno, trasformando se stesso in talismano e irradiando le sue immagini oniriche e luminose attraverso la nobile arte del cinema underground.

 

3. Bibliografia e sitografia

Anger, K., Hollywood Babilonia, Adelphi, 2021;

 

Il sogno di Kenneth Anger in doppiozero.com (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

On Kenneth Anger’s Lucifer Rising (1972) in thesegirlsonfilm.wordpress.com (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

La leggenda di Kenneth Anger, inventore di vasti regni immaginari in liminarivista.it (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

Anger, Kenneth in treccani.it (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

Fireworks in youtube.com (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

The Mysteries of the Magick Lantern Cycle in youtube.com (data di ultima consultazione: 10/01/25);

 

A brief intro to experimental filmmaker Kenneth Anger in youtube.com (data di ultima consultazione: 10/01/25).

 

Foto 1, scatto di Simon Murphy in flickr.com

Foto 2, scatto di Simon Murphy in flickr.com

Foto 3, in thevintagent.com

Foto 4, frame di Lucifer Rising

Foto 5, frame di Lucifer Rising