Altamont Free Concert: l’onda da surf divenuta tsunami

Susanna Luppi

Il 6 dicembre 1969, circa 300.000 persone si riunirono a Livermore, California, per assistere all’Altamont Free Concert, un concerto gratuito concepito sulla falsariga di Woodstock, in cui i Rolling Stones avrebbero concluso il loro tour americano. L’organizzazione dell’evento fu però approssimativa e superficiale, tanto che il diciottenne Meredith Hunter perse la vita davanti al palco per mano di un membro degli Hells Angels, motociclisti assoldati come security.

Il concerto di Altamont si impose come cesura nell’era del flower power, entrando nella storia del rock come fine spirituale degli ideali hippie.

 

1. Il sogno di Woodstock, l’incubo di Altamont

2. 1%: la sicurezza è fuorilegge

3. Apocalisse, atto finale

4. Bibliografia e Sitografia

 

1.  Il sogno di Woodstock, l’incubo di Altamont

Il 1969 è l‘anno dei grandi festival, come il Bath Festival of Blues, il Newport 1969, la seconda edizione del Festival dell’isola di Wight e lo Sky River Rock Festival. A rubare la scena mondiale è però il Festival di Woodstock. Inizialmente organizzato su due giorni, il festival finì per estendersi dal 15 al 18 agosto 1969 – guadagnandosi l’epiteto di “3 days of Peace and Rock Music” – e si rivestì di una grande carica simbolica, incarnando gli ideali utopistici e l’atmosfera luminosa della cultura hippie. Furono in 32 tra musicisti e gruppi ad alternarsi sul palco del festival, tra cui Joe Cocker, Janis Joplin, Jefferson Airplane, Joan Baez, Jimi Hendrix, The Who, Santana e Crosby Stills Nash & Young.

Festival_Woodstock_1969_SusannaLuppi_Canadausa

Il successo di Woodstock era ancora nell’aria quando i Rolling Stones, freschi di rimpianto per aver declinato quell’invito, si affidarono al promoter americano Ronnie Schneider (pronipote di Allen Klein, il manager che aveva truffato il gruppo, ndr.) per organizzare un maxi-tour negli USA. Il successo bussò subito alla porta: i 23 concerti distribuiti in 17 date andarono sold out in poche ore. Nonostante ciò, ci furono svariate polemiche per il costo dei biglietti, considerato troppo alto e proibitivo. 

A tour iniziato, gli Stones insieme ai Grateful Dead decisero di organizzare un free concert nell’area di San Francisco. L'evento gratuito era inteso come gesto di ringraziamento per i propri fan e fu concepito come un Woodstock West. In sostanza, una perfetta chiusura di tournée configurata come una seconda occasione per vivere il flower power. Tra gli invitati di grido, figuravano The Grateful Dead, Jefferson Airplane, Santana, The Flying Burrito Brothers, Crosby, Stills, Nash & Young e gli stessi Rolling Stones che avrebbero concluso la giornata suonando al tramonto. Le premesse erano ottime ma il risultato fu disastroso

MickJagger_1969_AmericanTour_SusannaLuppi_Canadausa

L’intero tour statunitense degli Stones fu seguito dai fratelli Albert e David Maysles, che girarono uno dei documentari più significativi della storia rock, intitolato Gimme Shelter (1970), come l’omonima traccia degli Stones. Il film intervalla esibizioni live a momenti del backstage senza risparmiare le zone d’ombra relative all’organizzazione del festival di Altamont. Diversi passaggi mostrano chiaramente Melvin Belli, l’avvocato degli Stones, intento a prendere accordi legali con gli organizzatori della giornata. Molti dialoghi avvengono tramite chiamate in vivavoce e rivelano quanto fosse problematico organizzare un festival di quella portata in una manciata di giorni. Infatti, il concerto avrebbe dovuto svolgersi al Golden Gate Park di San Francisco ma il comune negò i permessi. Durante un’intervista ripresa dai Maysles, Mick Jagger confermò lo stato confusionale in cui vacillava l’organizzazione:

We are doing a free concert in San Francisco on December the 6th and the location is not Golden Gate Park, unfortunately… but it’s somewhere adjacent to it, which is a bit larger [...] It’s creating a sort of microcosmic society, you know. It sets an example to the rest of America as to how one can behave in large gatherings.”

A meno di un giorno dal suo inizio, il free concert si concretizzò all’Altamont Speedway, un circuito automobilistico dismesso al centro di un terreno collinoso di 80 acri. Si trattava di un luogo totalmente inadeguato, peraltro impossibilitato a ospitare il quantitativo di veicoli previsti: il gap stimato era di 50.000 auto e si sperava in una bonaria collaborazione del vicinato. Era come se gli organizzatori di Altamont avessero elaborato il piano per un disastro, sintetizzabile in pochi ma fatidici punti:

1) Promettere un concerto gratuito di un famoso gruppo rock dichiarando il sito solo quattro giorni prima;

2) Cambiare location 20 ore prima del concerto, in un luogo angusto e difficile da raggiungere;

3) Non avvisare i residenti della zona che sarebbero state attese migliaia di persone, ignorando la loro aperta ostilità verso i capelli lunghi e la musica rock;

4) Fornire un sessantesimo dei servizi igienici necessari;

5) Allestire un palco abbastanza basso e privo di uno spazio libero tra esso e il pubblico;

6) Fornire un sistema audio a bassa fedeltà;

7) Ingaggiare gli Hells Angels come guardie di sicurezza.

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Il coinvolgimento degli Hells Angels è stata forse la scelta più ingenua e pericolosa di tutte. Proposta dai Grateful Dead, la banda di motociclisti fu ingaggiata per un compenso di 500$ da spendere in birra durante l’evento, cosa che immancabilmente, aggravò la loro attitudine già di per sé facinorosa.

 

2. 1%: la sicurezza è fuorilegge

Si dice che il termine "un per cento" sia un’asserzione dell'American Motorcyclist Association (AMA) secondo cui il 99% dei motociclisti sono cittadini rispettosi della legge e l'1% fuorilegge. Ufficialmente, l'affermazione è considerata apocrifa. Di fatto, le comunità di motociclisti che formavano club fuorilegge andarono fieri dell’epiteto e lo adottarono come simbolo distintivo, primi tra tutti, gli Hells Angels.

Nata nella California del dopoguerra, la banda degli Hells Angels era per lo più formata da reduci della US Air Force che non accettavano l’idea di tornare a una vita in società. E non erano i soli: i Pissed-Off Bastards Of Bloomington (POBOB), i Gypsy Jokers MC e i Booze Fighters MC erano solo alcuni dei clan con cui condividevano il disprezzo per la società perbenista. La vita che conducevano era per lo più scandita da viaggi, sbronze, risse e attività ai limiti del legale

Il nome Hells Angels fu adottato nel 1948, ispirato dall’omonimo film di Howard Hughes del 1930. L’ambizioso Sonny Barger, presidente del gruppo, contribuì a diffondere la cultura biker underground, trasformando gli Hells Angels nel più potente e conosciuto club motociclistico.

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La realtà delle gang iniziò così a diffondersi nella cultura di massa: basti pensare a Il selvaggio (1954), film con Marlon Brando e Lee Marvin che interpretavano i leader di due gang rivali e al leggendario Easy Rider (1969), interpretato da Peter Fonda, Dennis Hopper e Jack Nicholson, divenuto simbolo della vita on the road. 

In seguito gli Hells Angels si avvicinarono a movimenti politici dell’estrema destra, schierandosi a favore della guerra in Vietnam e utilizzando simboli negativamente connotati, come croci celtiche e svastiche. Le attività illecite e il coinvolgimento in casi di cronaca nera continuarono ad alternarsi nella routine dei motociclisti finché, le prime pagine dei giornali dedicarono alla gang un nuovo posto d’onore, legandola indissolubilmente ai fatti di Altamont.

 

3. Apocalisse, atto finale

Il 6 dicembre 1969 gli Hells Angels accettarono di occuparsi della sicurezza dell’Altamont Free Concert per un compenso equivalente a 500$ di birra. 

I problemi iniziarono presto, poiché il gruppo dell’1% si è trovato a gestire un’onda anomala di 300.000 persone, la maggior parte di esse sotto l’effetto di varie droghe – pare, di scarsa qualità. Se aggiungiamo le scelte raffazzonate prese dall’organizzazione scadente dell’evento si può già percepire l’incombere di una catastrofe all’orizzonte.

BillOwens_Altamont_1969_SusannaLuppi_Canadausa

Molti gruppi hanno faticato a esibirsi, costantemente interrotti dalle intromissioni del pubblico a cui seguivano risposte violente da parte degli Hells Angels. Durante il concerto dei Santana i motociclisti presero un ragazzo a calci in faccia, picchiarono due persone troppo entusiaste e pestarono un fotografo con stecche da biliardo, rendendo necessario l’intervento di un’ambulanza. Dopodiché, salirono sul palco con una cassa di birra e Carlos Santana decise di concludere il concerto.

Una sorte forse peggiore toccò ai Jefferson Airplanes, il cui co-cantante Marty Balin prese un pugno in pieno volto da un motociclista per essersi intromesso nel pestaggio di un ragazzo salito sul palco.

Intanto, fuori da Altamont le notizie circolavano, scoraggiando i gruppi in attesa di esibirsi. I Grateful Dead tirarono i remi in barca, mentre i Rolling Stones tennero fede alla parola data e iniziarono a suonare. Il concerto fu interrotto in svariate occasioni per le solite colluttazioni. Uno dei momenti più nervosi e deliranti fu sicuramente durante l’esecuzione di Sympathy for the Devil, in cui Mick Jagger tentò il possibile per calmare le acque. Si rivolse al pubblico e agli stessi Hells Angels con un accorato appello, oltre a richiedere l’intervento di un dottore e un'ambulanza. Tuttavia, the show must go on e gli Stones diedero inizio a quella che sarebbe stata l’ultima canzone sentita da Meredith Hunter

Hunter era un ragazzo afroamericano di 18 anni, venuto con la ragazza bianca a sentire il concerto. Le circostanze per cui avesse con sé un’arma da fuoco non sono mai state chiarite. Alcuni sostengono che Hunter avesse subito violenza da parte dei motociclisti che, peraltro, non accettavano le coppie miste. Altri smentiscono. Fatto sta che, la tensione tra pubblico e sicurezza era alle stelle e, in un momento concitato, il giovane Hunter si diresse verso il palco agitando la pistola. Fu immediatamente freddato dalle coltellate di Alan Passaro, uno degli Angels. Gli Stones non si accorsero dell’accaduto e continuarono a suonare qualche altro pezzo.

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Meredith Hunter morì nel backstage, in attesa di essere trasportato in ospedale con un elicottero. La vicenda divenne di dominio pubblico solo alcuni giorni dopo e i fratelli Maysles, che avevano ripreso l’intera tragedia, furono convocati dalla polizia per visionare il filmato.

L’aggressione al ragazzo vestito in verde si vede chiaramente ma, allo stesso tempo, non è chiara la dinamica che ha diretto i fatti. Al processo svoltosi presso Alameda County nel 1970, Alan Passaro venne infine scagionato per legittima difesa.

La tragedia di Meredith Hunter divenne un caso mediatico e nel tempo anche lo stigma di Altamont. In realtà, altre tre persone persero la vita quel giorno – due in un incidente stradale e un altro per annegamento – e innumerevoli altre persone rimasero ferite.

Un paio di settimane dopo, la rivista Rolling Stone lo definì «Il giorno peggiore di sempre del rock and roll», accusando gli organizzatori di essere stati guidati da «egoismo, inettitudine e fame di denaro, nonché da una totale mancanza di umanità». I critici musicali riconobbero in Altamont “l’anti-Woodstock”, il giorno in cui morirono gli anni ’60. Riprendendo un noto commento dello scrittore Greil Marcus,

 

Se gli anni ’60 sono stati una grande onda, arrivata ad Altamont al massimo della sua altezza abbiamo visto tutta la spazzatura e i pesci morti lasciati a terra quando l’acqua si è ritirata.”

 

Ed è proprio ciò che si legge metaforicamente nelle ultime immagini del documentario Gimme Shelter: c’è chi che se ne va barcollando durante la notte. Chi all’alba, in un’atmosfera di vuoto. 

E c’è chi se n’è andato per sempre, come Meredith Hunter. 

 

4. Bibliografia e Sitografia

1969: gli altri festival rock oltre Woodstock, in stonemusic.it (ultima consultazione: 28/11/23)

Altamont 1969: L’oscuro epilogo che segnò la fine di un’epoca, in sentireascoltare.com (ultima consultazione: 28/11/23)

The Rolling Stones Disaster at Altamont: Let it bleed, in rollingstone.com (ultima consultazione: 28/11/23)

Born to Raise Hell, in news.bbc.co.uk (ultima consultazione: 28/11/23)

A brief History of Hells Angels, in web.archive.og (ultima consultazione: 28/11/23)

I. Araf e A. Pagano, La grande storia dei Rolling Stones, 2022, HOEPLI

The Altamont Festival, in britannica.com

 

Foto 1: in francetvinfo.fr

Foto 2: in rollingstonesdata.com

Foto 3: scatto di Bill Owens, in flashback.com

Foto 4: Easy Rider (film frame), in virginradio.it

Foto 5: scatto di Bill Owens, in linflux.com

Foto 6: in texxandthecity.com