Chess Records: la rivoluzione culturale e commerciale del blues

Maria Antonietta Bertacco

La Chess Records è stata un’ etichetta discografica che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica nordamericana, contribuendo alla nascita dell’electric blues e del rock and roll nel periodo post-bellico. Fondata nel 1950 a Chicago dai fratelli Leonard e Phil Chess, la casa discografica ha presto collezionato grandi successi grazie alla scoperta di talenti afroamericani, tra cui Muddy Waters, Howlin' Wolf, Chuck Berry e Etta James. La Chess Records è diventata rapidamente un'etichetta di culto per gli appassionati di musica blues e rock, creando un catalogo di produzioni che influenzano ancora oggi la scena musicale contemporanea.

1. Fondazione e i primi successi

2. I maggiori artisti della Chess Records

3. Eredità e impatto sulla scena musicale

4. Sitografia

 

1. Fondazione e i primi successi

I fratelli polacco-ebrei Lejzor e Fiszel Czyż (diventati poi Leonard e Phil Chess) nacquero nel villaggio di Motule, in Polonia, all’inizio del XX secolo. Nel 1928, quando avevano 7 e 11 anni, emigrarono negli Stati Uniti con la madre, raggiungendo il padre, che si era trasferito a Chicago tempo prima. Dopo qualche anno di miseria e lavoro in una discarica, aprirono un negozio di liquori nel quartiere afroamericano nella zona sud di Chicago. 

Leonard e Phil Chess

Il negozio ebbe un gran successo e nel 1946, con i soldi guadagnati, i due fratelli acquistarono il club Macomba Lounge. Era un bar di quartiere malfamato e frequentato da prostitute e spacciatori, ma noto da sempre per avere buona musica, in particolare gruppi jazz che suonavano bebop, canzoni pop e ballate blues malinconiche. Questo era ciò che i clienti neri più abbienti volevano ascoltare e quando Leonard si unì a una piccola etichetta discografica locale, la Aristocrat Records, quella era la musica che intendeva registrare.

 

Dopo qualche tentativo infruttuoso, nel 1948 decise di rischiare pubblicando “I can’t be satisfied” di Muddy Waters, una canzone blues dal sound grezzo (tipico del Delta Blues del sud del Stati Uniti), che però non comprendeva artisticamente. Il brano ebbe subito un enorme successo tra gli afroamericani che si erano trasferiti a Chicago dal sud in cerca di lavoro: la prima stampa si esaurì in due giorni. 


In un film, la figura di Chess sarebbe stata immediatamente illuminata e avrebbe dato il meglio di sé per creare ulteriori capolavori blues. Ma nella realtà, Leonard Chess non era un grande esperto d’arte, bensì un imprenditore interessato soprattutto al successo commerciale. Nel 1950, Phil Chess, fratello di Leonard, prese il posto dell'allora socio Arons a capo dell’Aristocrat e l'etichetta cambiò nome in Chess Records. Nonostante ciò, la maggior parte delle pubblicazioni continuavano a essere di artisti jazz.

Muddy Waters

Intanto, Waters cercava di ampliare il proprio pubblico, aggiungendo ad esempio un batterista e un suonatore di armonica ai suoi spettacoli per creare un sound più compatto e aggressivo. Chess rifiutò però di modificare la sua formula vincente e insistette perché continuasse a produrre pezzi blues dalle sonorità ancora radicate nelle tradizioni del Mississippi più rurale. Nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare che un giorno una band di cinque musicisti londinesi, gli Stones, avrebbero trovato ispirazione proprio in quelle sonorità, tanto da scegliere il nome Rolling Stones in omaggio a un celebre brano di Waters del 1950.

 

2. I maggiori artisti della Chess Records

Nel 1951, Muddy Waters riuscì a convincere Leonard ad ampliare la sua band e così gli Headhunters, suonando nei vari night club di Chicago e conquistando nuovi fan, diedero origine al sound noto come urban blues. Il gruppo era composto da cinque elementi: Muddy Waters alla chitarra e alla voce, un’altra chitarra, basso, batteria, pianoforte e un giovanissimo suonatore di armonica, Walter Jacobs. 

Little Walter

La presenza di Little Walter non passò certo inosservata grazie al suo eccezionale talento nel suonare l'armonica, che donava al sound della band una marcia in più. Nel 1952, la Chess creò una propria etichetta affiliata chiamata Checker e fu proprio sotto quest'ultima che Little Walter registrò il suo primo lavoro solista. Il brano in questione era "Juke", un pezzo strumentale che riuscì a conquistare la vetta delle classifiche Rhythm and Blues. Ma non fu un caso isolato, perché nel 1955 Little Walter riuscì a ripetersi con l'inedito "My Babe", un brano cantato che ancora oggi fa parte dei grandi classici del genere.

Howlin’ Wolf

Un giovane produttore discografico di Memphis (Tennessee) di nome Sam Phillips stava registrando i brani di un bracciante agricolo di nome Chester Burnette, che poi divenne noto con il nome di “Howlin' Wolf”. Al momento della registrazione, Phillips non aveva ancora una propria casa discografica (la grandiosa Sun Records sarebbe arrivata solo in seguito, ndr.), quindi decise di affittare le registrazioni di Howlin' Wolf ai fratelli Chess. Nel 1951, la pubblicazione di "How Many More Years" con "Moanin in the Moonlight" sul lato B divenne un gran successo. Poco dopo, Howlin' Wolf si trasferì a Chicago e firmò un contratto con la Chess Records. Nel 1956, quest’ultima riuscì a catturare nuovamente l'intensità delle sue prime registrazioni di Memphis con il successo di "Smokestack Lightnin'”.


Nel 1955, un giovane e talentuoso chitarrista e cantante di St. Louis di nome Chuck Berry fece un viaggio a Chicago che gli cambiò la vita. Durante la vacanza, ebbe l'occasione di incontrare il grande Muddy Waters, che lo esortò a presentarsi ai fratelli Chess. Berry non si fece pregare e cantò loro una canzone che aveva composto, "Ida Red". Leonard e Phil Chess riconobbero subito il suo talento, ma gli consigliarono di cambiarne il titolo. La canzone divenne così "Maybellene" (1955) e fu il suo primo grande successo, registrato in seguito anche da Elvis Presley.

Chuck Berry

Da quel momento in poi, la carriera del cantante subì un'impennata vertiginosa, grazie alla sua abilità nel creare musica rivoluzionaria. Le sue canzoni, tra cui “Roll Over Beethoven” (1956) e “Johnny B. Goode” (1958) hanno fatto la storia della musica. Chuck Berry incise per i fratelli Chess per molti anni, proponendo hit su hit e diventando uno dei più grandi nomi del rock and roll. Infatti, è stato uno dei primi dieci artisti a essere stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1986.

 

Nel 1956 la Chess fondò un’etichetta sussidiaria di musica jazz chiamata Argo, riuscendo a costruire una notevole selezione di importanti artisti jazz come Sonny Stitt, James Moody e Gene Ammons. Il catalogo degli album pubblicati da Argo era vastissimo e, sebbene il marchio fosse principalmente legato al jazz, vi si trovano anche lavori di Etta James, una delle più grandi artiste di rhythm and blues della storia. James possedeva una notevole abilità nel gestire e talvolta combinare diversi generi della musica popolare americana, dal rock and roll all'R&B, dal blues al country, dal gospel al jazz, fino alla pop music e al soul classico, mantenendo allo stesso tempo una sonorità distintiva e unica. Tra i suoi brani più famosi prodotti dalla Chess troviamo "At Last" (1960), "I'd Rather Go Blind" (1968) e "Tell Mama" (1968), capolavori del soul-pop e la sfacciata “I Just Want to Make Love to You” (1960). Nel 1965, il nome della casa discografica venne cambiato in Cadet, per evitare confusioni con un'omonima inglese.

Etta James con i fratelli Chess

Nel 1968, l’abbandono da parte del responsabile della musica soul, Billy Davis, segnò l'inizio del declino della Chess Records. Nel 1969, Leonard Chess morì e la qualità delle produzioni iniziò a calare. Nel 1975, la casa discografica fu venduta alla All Platinum Records e divenne un'etichetta di ristampe. L'edificio di Chicago fu venduto e i nuovi proprietari distrussero 250.000 dischi abbandonati nel magazzino. Nonostante ciò, le master tape sopravvissero e furono acquistate dalla MCA che, nel corso degli anni '80 e '90, ha rilasciato gran parte del materiale della Chess.

 

3. Eredità e impatto sulla scena musicale

La storia della Chess Records è particolarmente interessante perché ci mostra un paradosso: i fratelli che la gestivano non erano esperti di musica o visionari, ma "solo" imprenditori discografici di piccola scala, impegnati a fare soldi vendendo dischi alle persone più povere ed emarginate del Nord America. Tuttavia, proprio le loro registrazioni a basso costo, fatte con musicisti di strada e band di bar locali, sono ancora oggi considerate innovative. Al contrario di molte altre case discografiche dell'epoca, la Chess non seguiva le mode del momento, cercando  invece di creare un sound senza tempo.

Rolling Stones e Muddy Waters

Inoltre, Leonard e Phil Chess erano particolarmente fedeli ai loro artisti, mantenendoli sotto contratto anche per molti anni. Anche se talvolta utilizzavano tecniche poco ortodosse per quanto riguarda i diritti d'autore, la loro lealtà ha permesso a importanti artisti del blues come Muddy Waters o Howlin' Wolf di continuare a incidere dischi, anche quando ormai non vendevano molto e altre etichette indipendenti si erano ormai convertite al rock and roll.

 

La storia della Chess Records e del blues di Chicago non solo ha reso il blues un genere musicale indipendente e lo ha portato all'attenzione del pubblico bianco borghese, ma ha anche ispirato l'epoca d'oro del rock and roll inglese degli anni '60. Nel Regno Unito, la musica afroamericana disponibile era molto meno vasta rispetto agli Stati Uniti, pertanto gli album della Chess Records rappresentavano delle chiavi per accedere a un mondo lontano e misterioso. Un giovane di nome Mick Jagger li ordinava direttamente da Chicago e fu proprio grazie a un paio di questi dischi sotto il braccio che fu avvicinato da un suo ex-compagno di scuola di nome Keith Richards. Leggende come Jimi Hendrix, i Rolling Stones, gli Who e molti altri furono influenzati dalle sonorità del blues, che rivoluzionarono la musica popolare dell'epoca e rappresentarono per molti giovani una ventata di energia che soffiò via la stucchevolezza del cantautorato del dopoguerra.

Phil Chess, Muddy Waters, Little Walter e Bo Diddley

Inoltre, la produzione dei film Cadillac Records e Who Do You Love, entrambi del 2008, hanno suscitato un nuovo e rinnovato interesse nei confronti della musica prodotta dalla Chess Records e del blues in generale. Questi film mostrano l'influenza della casa discografica sulla scena musicale del tempo e la storia di vita di alcune figure dell'etichetta che hanno contribuito a creare la storia del blues, oltre ad avere entrambi una splendida colonna sonora rimasta in vetta alle classifiche per diverse settimane. 

 

La Chess Records rappresenta un punto di svolta nella storia della musica contemporanea, creando un legame unico tra la cultura musicale afroamericana e quella bianca. I suoi artisti hanno contribuito a ridefinire il blues e la musica soul in modo innovativo, ispirando molte generazioni di musicisti in tutto il mondo. La sua influenza sul rock and roll è stata fondamentale e ha contribuito alla creazione di un nuovo movimento culturale. Ha lasciato un'eredità musicale duratura, dimostrando che la musica riesce a unire le persone, promuovere e supportare i cambiamenti tanto nella società quanto nella.

 

4. Sitografia

Chess Records, su encyclopedia.chicagohistory.org (ultima lettura: 07/06/2023)

Chess Records, su history-of-rock.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Chess Records and the ten 7’’s that helped shape modern music, su thevinylfactory.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Chess Records e il Chicago Blues: l’omaggio di Cadillac Records, su altervista.org (ultima lettura: 07/06/2023)

Chess Records: How Two Polish Brothers Made Music History, su culture.pl (ultima lettura: 07/06/2023)

How the blues brothers behind Chess Records made all the right moves, su theguardian.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Howlin’ Wolf: il colosso del blues targato Chess Records, guitarprof.it (ultima lettura: 07/06/2023)

Marshall Chess on the Legacy of Chess Records, su ugly-things.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Muddy Waters: Can’t be Satisfied, su pbs.org (ultima lettura: 07/06/2023)

Phil Chess, co-founder of blues label Chess Records, dies, su chicagotribune.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Roll Over Beethoven - The Chess Records Saga (2010), su youtube.com (ultima lettura: 07/06/2023)

The Chess Story, su bsnpubs.com (ultima lettura: 07/06/2023)

Who Do You Love, su variety.com (ultima lettura: 07/06/2023)