Riflessioni sull’alimentazione come fenomeno politico, sociale, ambientale, ed economico
Nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è già espresso chiaramente, all’articolo 25, che ogni individuo ha diritto al cibo […], anche se questo diritto, in definitiva, non è mai stato riconosciuto nella pratica. Sarebbe più opportuno rileggere questo riconoscimento come diritto ad un’alimentazione sostenibile, equa, culturalmente appropriata, ma soprattutto sana, perché assicurare a tutte e tutti il diritto al cibo vuol dire anche contribuire a garantire il diritto alla salute. Basti pensare quanto l’alimentazione incida sulla salute e sui costi sociali ed economici ad essa connessi. In Europa, le Non-Communicable Diseases (NCDs), cioè le malattie non trasmissibili come malattie respiratorie, cardio-vascolari, tumori e diabete rappresentano il 70% dei casi di mortalità ed esse sono largamente correlate alle scelte alimentari (De Schutter et al., 2020). È quindi evidente la necessità di favorire e velocizzare una transizione sostenibile del sistema agro-alimentare e di conseguenza indirizzare le abitudini di consumo dei cittadini e delle cittadine verso scelte alimentari più sane e consapevoli, tutelando in modo diretto ed indiretto la loro salute.
Ma come farlo? Gli obiettivi progettuali sono molteplici ed abbiamo provato a riassumerli nel titolo D(i)ritto al Cibo, perché intervenendo direttamente sul cibo e sul sistema che lo produce, commercializza e consuma si possono generare impatti positivi. L’approccio da adottare per favorire un cambiamento deve essere multidimensionale e dal basso, che agisca sulle cause per cui il sistema agro-alimentare incoraggia e sostiene, direttamente ed indirettamente, diete non sane ed insostenibili rischiando di minare le fondamenta di un diritto inalienabile come quello alla salute. Con questo obiettivo la nostra ricerca e i progetti ai quali collaboriamo sono indirizzati ad assicurare, consolidare e promuovere la sicurezza e la resilienza alimentare, perché laddove mancano questi due fondamenti il sistema alimentare globale tenderà sempre a creare iniquità. Così facendo ci poniamo l’obiettivo di assicurare a tutte le attrici e a tutti gli attori della filiera, dalla produzione al consumo, un equilibrio sociale ed economico che indirettamente contribuisca a garantire il diritto alla salute.
Altro aspetto imprescindibile è la tutela dell’ambiente, del territorio e del cibo. Possiamo, infatti, assicurare alle persone il diritto alla salute solo intervenendo sul contesto che lo circonda; tutelare il benessere dell’ambiente e la salubrità del territorio circostante vuol dire, quindi, tutelare la salute umana. In questo contesto, è evidente l'importanza di ridurre le perdite e gli sprechi alimentari, che hanno un riverbero tragicamente importante sulla salute delle persone, sia direttamente (lo spreco metabolico, cioè l’eccesso calorico nell’alimentazione, ne è il caso più eclatante), sia indirettamente, perché lo spreco alimentare oltre a sprecare risorse naturali fondamentali, è paradossale in un mondo in cui esistono quasi 2 miliardi di persone denutrite.
Il nostro obiettivo
L’obiettivo è quello di promuovere e garantire il diritto al cibo sano al fine di assicurare il diritto alla salute.
Per arrivare a garantire a chiunque il diritto alla salute, è imprescindibile garantire e promuovere l’accesso ad un’alimentazione sana e sostenibile, andando ad eliminare le inefficienze del sistema alimentare; lavorando su più fronti, come la sicurezza e la resilienza alimentare, l’equilibrio sociale ed economico del sistema agro-alimentare, la tutela dell’ambiente, del cibo e del territorio e la riduzione di perdite e spreco alimentare. Agendo sulle cause per cui il sistema alimentare stimola comportamenti e scelte insalubri e insostenibili, ci avvicineremo al riconoscimento effettivo e pratico del diritto al cibo e di conseguenza di quello alla salute.
Collaborano al progetto
Prof. Matteo Vittuari, Referente del progetto (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari DISTAL)
Prof. Andrea Segre, DISTAL
Filippo Pini, Assegnista DISTAL
Francesco Cirone, Dottorando DISTAL
Zhuang Quian, Dottorando DISTAL
Simone Amadori, Dottorando DISTAL)
Valentina Guerrieri, Dottoranda DISTAL
Elisa Iori, Assegnista di ricerca DISTAL
Shiyan Jiang, visiting PhD DISTAL
Matteo Masotti, Ricercatore DISTAL
Valeria Musso, Assegnista di Ricerca DISTAL
Anna Niero, Dottoranda DISTAL
Mara Petruzzelli, Dottoranda DISTAL
Caterina Rettore, Dottoranda DISTAL
Camilla Sgroi, Dottoranda DISTAL
5X1000 ALL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA: CODICE FISCALE 80007010376