Scenari di pianificazione e gestione delle aree protette in Italia e nel Mediterraneo

Analisi delle opportunità di espansione e gestione della rete di aree protette nel contesto delle strategie europee e globali per la biodiversità al 2030

Scenari di pianificazione delle aree protette

Per la protezione della biodiversità in Italia

L'aumento del consumo di risorse naturali da parte degli esseri umani negli ultimi tre secoli, e in particolare negli ultimi 70 anni, sta causando una diminuzione globale della biodiversità, ovvero la diversità della vita sulla Terra.
I principali fattori di questo declino rimangono la produzione di cibo, combustibili e altri beni e servizi, che portano alla conversione degli habitat naturali in ambienti agricoli e antropizzati. Se non contrastata, tale distruzione del capitale naturale è destinata a compromettere il funzionamento degli ecosistemi, e con esso la fornitura di quei servizi che ci permettono di bere acqua potabile, respirare aria pulita e nutrirci di cibo sano.

Il diritto degli esseri umani a vivere in un ambiente salubre ed in armonia con la natura ha promosso una crescente coordinazione a livello globale che ha portato all’approvazione da parte della Convenzione sulla Diversità Biologica di un nuovo insieme di obiettivi per la conservazione ed il ripristino della biodiversità al 2030 e 2050, chiamato Global Biodiversity Framework (GBF). La Commissione Europea aveva già approvato una strategia simile per la biodiversità all’interno dell’UE.

La principale azione di protezione della biodiversità più efficace finora disponibile è l'istituzione di Aree Protette e, più in generale, ogni strategia di gestione del territorio mirata alla conservazione della natura. Per questo motivo, sia il Global Biodiversity Framework che la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 mirano ad espandere la rete di Aree Protette fino a coprire il 30% delle aree terrestri e marine. Infine, considerando il sostanziale livello di degradazione degli ecosistemi che si è già verificato, entrambi gli accordi prevedono il ripristino degli ecosistemi degradati. 

 

Il nostro obiettivo

La nostra ricerca indaga le possibilità di espansione della rete di aree protette in Italia e nella regione del Mediterraneo.
Ci impegniamo a identificare le priorità per il ripristino degli ecosistemi e per la loro ricolonizzazione, occupandoci anche dell'analisi delle strategie di conservazione  che vengono attuate all'interno delle aree protette: è importante che la creazione di tali aree apporti un vantaggio effettivo per la protezione della biodiversità.
Questo lavoro rappresenta il più grande sforzo coordinato per la protezione della biodiversità in Italia degli ultimi decenni, con ricadute positive sulla fornitura di servizi ecosistemici e, quindi, sul benessere dei cittadini.

 

Collaborano al progetto

Riccardo Testolin, Referente del Progetto, RTDa del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali)
Prof. Alessandro Chiarucci
Prof. Duccio Rocchini
Prof. Roberto Cazzolla Gatti
Prof. Marco Musiani
Pietro Milanesi, RTDa
PhD Diletta Santovito e Jacopo Iaria
Altri membri dello Spoke 4 – Activity 4 del National Biodiversity Future Center (NBFC)

5X1000 ALL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA: CODICE FISCALE 80007010376