Valerie Taylor: tra pulp fiction e attivismo

Claudio Ciccotti

Velma Nacella Young: questo era il nome all’anagrafe di Valerie Taylor, una delle prime firme del genere pulp fiction a sfondo omoerotico della letteratura nordamericana. 

 

1. La vita

2. Gli scritti

3. Le luci della ribalta

4. Sitografia

 

1. La vita

Velma Nacella nacque in Illinois il 7 settembre del 1913 e lì ebbe la sua formazione scolastica. Nel 1935, al Blackburn College incontrò Ada Mayer e suo marito Hank, socialisti e attivisti che la introdussero all’età di 22 anni nel loro partito. I due restarono suoi amici per tutta la vita, così come per tutta la vita restarono delle costanti lattivismo e la militanza, seppure con continue nuove cause per le quali lottare, con la partecipazione diretta ai cortei e altre volte impugnando la penna. 

Prima di diventare nota a tutti con lo pseudonimo Valerie Taylor, Velma Nancella si dedicò alla carriera di insegnante in diverse scuole dell’Illinois per un paio di anni. A quel periodo risale il suo matrimonio con William Jerry Tate dal quale ebbe tre figli. Un matrimonio che avvertì più come scelta imposta dalla società, piuttosto che come azione personale e sentita. Tra l’altro, William Jerry Tate infatti abusava di alcolici e si rivelò violento nel loro rapporto coniugale, oltre che instabile a livello economico. 

Questo, unito alla progressiva presa di coscienza di Velma circa la sua bisessualità già nel pieno della sua maturità, contribuì a mettere la parola fine alla relazione e portò al divorzio nel 1953. 

Quello stesso anno diede alle stampe il suo primo romanzo, Hired Girl, che esplorava temi sociali e politici molto importanti per la sua causa socialista. I ricavi ottenuti dalle vendite le servirono a pagare le sue spese di divorzio dal marito. 

 

2. Gli scritti

Per la prima storia a sfondo omoerotico tra due donne bisognerà aspettare però il 1957 con la pubblicazione di Whisper Their Love, dato alle stampe finalmente con lo pseudonimo Valerie Taylor, con il quale divenne ben nota al pubblico. 

Al primo romanzo ne seguirono altri, oggi catalogati come classici del genere pulp fiction, tutti a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. 

La sua produzione letteraria incluse anche molti contributi di diverso tipo (racconti, recensioni e saggi di critica) per la testata nazionale lesbica dal nome The Ladder, che rappresentarono il suo debutto nel mondo editoriale nel 1956.

Autori come lei e titoli come il suo in un periodo storico come quello della sua effettiva prima produzione a sfondo omoerotico godono di una importanza non da poco nel movimento LGBT+. 

È con questi titoli e autori infatti che la comunità arcobaleno comincia a rivendicare una sua dignità e visibilità, che sfocia poi nei moti di Stonewall del 1969

 

3. Le luci della ribalta

Tra il 1957 e il 1967 il suo nome riuscì quindi a imporsi come quello di autrice di pulp fiction lesbica. La scelta del genere fu motivata da lei stessa, da una voglia di maggiore concretezza: 

 

I began writing gay novels around 1957. There was suddenly a plethora of them on sale in drugstores and bookstores... many written by men who had never knowingly spoken to a lesbian. Wish fulfillment stuff, pure erotic daydreaming. I wanted to make some money, of course, but I also thought that we should have some stories about real people”. 

 

Proprio per questo stesso desiderio di concretezza e di visibilità, per la sua voglia di avere, infine, gli stessi diritti del resto della società aderì a uno dei primi movimenti legati all’attivismo lesbico The Daughters of Billitis, chiamato anche DOB o semplicemente le Daughters, che prese vita a San Francisco nel 1955 in alternativa al ritrovo nei bar. 

Non solo, prese parte anche alla Mattechine Society di San Francisco, l’organizzazione nata nel 1950 dall’impegno del comunista gay Harry Ray con, inizialmente, un gruppo di altri attivisti uomini.

La sua produzione letteraria la vide attiva con vari pseudonimi e tutti con lo scopo di riuscire a sostentare la sua famiglia. Di questa produzione fanno parte anche una cinquantina di poesie pubblicate per più testate e in diversi momenti, raccolte da Womenpress sotto il titolo Two Women Reviseted nel 1976, insieme ai lavori di Jeannette H. Forseter. La sua produzione letteraria non si arrestò, tanto che nel 1991 la raccolta venne ristampata dalla Banned Books per accogliere altri componimenti scritti fino ad allora. 

Il suo vigore letterario fu il mezzo tramite cui cercare di dare voce alla battaglia politica e sociale intrapresa da tempo per la difesa non solo dei diritti delle donne ma anche dei diritti della comunità lesbica e degli strali della società anagraficamente più avanti negli anni. 

Fu proprio con questo spirito che fondò la Lesbian Writers’ Conference di Chicago nel 1974. Dopo il suo trasferimento nel 1978 a Tucson fu attiva nel prestare la sua voce come gay Gray Panther, parlando in difesa dei poveri, degli anziani e di chi era messo ai margini della società, oltre che prendere parte a manifestazioni per la tutela dell’ambiente e all’organizzazione dei gruppi di attivisti senior. 

Tra gli anni ‘80 e ‘90, nonostante fosse afflitta da problemi di salute, continuò le sue attività pubbliche con discorsi, incontri di lettura e interviste. Nel 1992 fu inclusa nel City of Chicago’s Gay and Lesbian Hall of Fame

Morì a Tucson in Arizona nel 1997, all’età di 84 anni.

 

4. Sitografia 

Lesbian Pulp Fiction: The "Golden Age", archives.library.yorku.ca (data di ultima consultazione: 30/08/2021)

Romance Novels, web.archive.org (data di ultima consultazione: 30/08/2021)

Valerie Taylor Papers, rmc.library.cornell.edu (data di ultima consultazione: 30/08/2021)

"Was It Right to Love Her Brother's Wife so Passionately?": Lesbian Pulp Novels and U.S. Lesbian Identity, 1950-1965, jstor.org (data di ultima consultazione: 30/08/2021)

 

Foto 1 da rmc.library.cornell.edu (data di ultima consultazione: 30/08/2021)