Una mostra dedicata a Mimmo Paladino che raccoglie i tanti disegni dell’artista ispirati alla grande letteratura universale. L'attrice Ermanna Montanari accompagnerà l’inaugurazione con la lettura del XXXIII Canto del "Paradiso" dantesco.
Data:
Luogo: Biblioteca Salaborsa (Piazza del Nettuno, 3 - Bologna)
Tipo: DAMSLab
Mostra promossa da: Dipartimento delle Arti - Università di Bologna nell’ambito delle celebrazioni DAMS50
Realizzata con il contributo di: Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo
In collaborazione con: Comune di Bologna, Biblioteca Salaborsa, DAMSLab, La Soffitta, Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco", Associazione Almae Matris Alumni
Cura e direzione del progetto di allestimento: Sergio Risaliti
Progetto e realizzazione dell'allestimento: Articolture, in collaborazione con Adiacenze-----
Orari e prenotazioni
Inaugurazione: 8 maggio ore 18 (prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti)
Apertura al pubblico: lunedì 14.30-20; martedì-venerdì ore 10-20
Ingresso libero
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La personale, a cura di Sergio Risaliti, raccoglie oltre duecento disegni dell’artista ispirati alla grande letteratura universale, tra cui Cervantes, Collodi, Dante, Omero, Lévi-Strauss e Manzoni. Paladino, infatti, nutre da tempo uno speciale rapporto con la poesia e con la letteratura antica e moderna.
Per Risaliti, “Paladino è "mosso da una passione inesauribile, Paladino ha restituito un vocabolario figurativo ai testi di tanti autori del parnaso mondiale, seguendo, in questo attraversamento di tempi, generi e stili, una tradizione antica. Nel tempo ha dato vita a una personale biblioteca servendosi dei media più diversi: dal disegno all’incisione, dall’acquerello al collage. Portando avanti una pratica trasmessa da artista ad artista fino alle prime avanguardie del Novecento, con l’Iliade e l’Odissea, con le Metamorfosi e Pinocchio, con la Bibbia e i Vangeli, con l’Orlando Furioso e Don Chisciotte, affrontando poi una selva di autori celebri, da Boccaccio e Petrarca a Machiavelli e Galileo, da Tasso e Goldoni a Leopardi e Foscolo, e poi Verga, Carducci e Pirandello (…). E così, ammirando la selezione di opere grafiche presentate in questa speciale occasione, scopriamo sotto altra forma e veste una archeologia poetica, risorta e metamorfizzata nel linguaggio della pittura e del disegno”. E ancora, Paladino “è un inarrestabile sperimentatore che non azzera la tradizione, anzi se ne fa carico e ne ha cura, rigenerandola con una ‘freschezza’ e una ‘luminosità’ cromatica ammaliante. La carta si trasforma in un luogo incantato dove segni e colori proliferano in formule sempre imprevedibili. Le tecniche utilizzate dall’artista sono innumerevoli, in un percorso che ha un inizio e una fine ma non si svolge linearmente, si snoda e dipana in labirintiche ordinate traiettorie. Con le sue immagini sembra scavare e perlustrare un luogo strapieno di possibilità, uno spazio concettuale e dell’inconscio che circoscrive il testo, da cui pesca immagini e figure vaganti, che ancora gravitano intorno alle parole e che devono essere ricomposte in un quadro di senso inedito”.
L’inaugurazione della mostra sarà impreziosita da un intervento dell’attrice Ermanna Montanari, fondatrice e direttrice artistica, assieme a Marco Martinelli, del Teatro delle Albe: Montanari accompagnerà la vernice con la lettura del XXXIII Canto del Paradiso dantesco.
L’esposizione è preludio alla laurea ad honorem in Arti Visive che sarà conferita all'artista dal Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini il 14 maggio al Teatro Comunale di Bologna, per la sua capacità di trasformare il sapere classico attraverso l’interazione fra i linguaggi artistici, per produrre una nuova forma di conoscenza, sensibile, critica, contemporanea: la ragione per cui l’artista rappresenta in maniera esemplare lo spirito di ciò che una istituzione come il DAMS si propone, da mezzo secolo, di promuovere. Alla laurea seguirà, sempre al Teatro Comunale, la proiezione del suo film dedicato al capolavoro di Cervantes, Quijote, dove recita un altro illustre bolognese, Lucio Dalla, anche lui dottore ad honorem dell’Alma Mater.
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Mimmo Paladino (1948) esordisce a ridosso delle avanguardie degli anni Sessanta-Settanta. Da allora, ogni sua opera risponde a una complessa strategia costruttiva, grazie alla quale l’artista può condensare e riordinare simboli e figure di diversa origine ed estrazione senza chiusure stilistiche o cronologiche, rispettando un senso di armonia e bellezza antica.
La ricerca di Paladino si snoda tra pittura e scultura, tra installazione e scenografia, tra teatro e cinema. Centrale è il rapporto che l’immagine stabilisce con lo spazio al di fuori della cornice del quadro, dalla quale l’artista tante volte evade, sviluppando una speciale relazione con l’architettura e con la musica di cui riconosce i fondamenti matematici. Misure auree e rapporti archetipici organizzano la disposizione dei segni sulla superficie o nello spazio, in modo da caricare di energia ‘terrestre’ o ‘celeste’ ogni simbolo e ogni geroglifico, ogni archetipo figurale, anche quello più astratto o più decorativo.
Paladino riesce a ricomporre così ciò che va alla deriva, quanto appartenuto alla grande tradizione antica e arcaica dell’arte, senza escludere ideologicamente alcun ‘recupero’, alcun materiale o strumento della tradizione, sia occidentale che extra-occidentale. Punto di riferimento è la soggettività, intesa come universo della sensibilità e dell’immaginazione. L’artista, dunque, si ritira solitario a dipingere per integrare frammenti, figure e simboli di oggi e di ieri, per restituire tanto alla pittura quanto alla scultura una potenza espressiva illimitata e ciclica. In questo senso l’arte con Paladino torna ad avere una funzione mitica o sacrale, culturale e affabulatoria. Ogni sua opera è come un punto di approdo della cultura mediterranea, come uno specchio d’acqua, sulla cui superficie mossa emergono i frammenti sepolti delle civiltà antiche e dei primordi, per poi trascinarci nell’abisso del loro più originario significato.
Grandi musei italiani e stranieri hanno organizzato mostre personali di Mimmo Paladino e importanti collezioni pubbliche e private hanno acquisito sue opere. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia e vanno inoltre ricordate almeno la retrospettiva al Forte Belvedere di Firenze (1993) e le installazioni Montagna di sale (Napoli, Piazza del Plebiscito, 1995) e Dormienti (Londra, Roundhouse, 1999, con musiche di Brian Eno). Attualmente l’artista vive e lavora tra Paduli (Benevento) e Roma.
Biblioteca Salaborsa, Piazza del Nettuno 3