Elena Scaggiante
Le foto di guerra creano empatia negli spettatori oppure oggettificano le vittime dei conflitti che rappresentano?
Nel suo saggio del 2003, Regarding the Pain of Others, Susan Sontag descrive come le foto di guerra sono diventate una presenza costante nelle nostre vite, portando però per assurdo a un distacco emotivo da parte dello spettatore verso le vittime che rappresentano.
Su questa stessa scia di analisi del medium fotografico, nel 2020, Riccardo Falcinelli pubblica il saggio Figure. Qui emerge chiaro come, per l’autore, la prospettiva e il punto di vista nella fotografia facciano la differenza tra un semplice scatto e uno in grado di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo.
A partire dalla guerra in Vietnam, conflitti armati e massacri sono divenuti a pieno titolo parte dell’intrattenimento domestico su schermo attraverso foto e reportage. Per Sontag, questo porta le persone ad avere una comprensione della guerra limitata, (Sontag, 2003:16-17). Di fatti, oggigiorno, le guerre sono parte del nostro quotidiano, come immagini e suoni che si limitano ad arredare i nostri salotti attraverso la televisione: “If it bleeds, it leads” [“Se sanguina, attira”, ndt.]. Le reazioni a tali immagini spaziano dalla compassione all’indignazione, dal titillamento all’approvazione (Sontag, 2003:14).
Tra le immagini di guerra più celebri nel nostro immaginario contemporaneo occidentale troviamo “Napalm Girl”, scattata da Nick Út l’8 giugno 1972, durante un attacco di bomba al napalm su un gruppo di civili in Sud Vietnam (foto 1, a sinistra).
Nel suo saggio, Riccardo Falcinelli ha ricordato che la foto di Út ha fatto il giro del mondo finendo in prima pagina sul New York Times e raccogliendo un’eco enorme. Secondo alcuni commentatori, avrebbe persino contribuito alla fine della guerra. Falcinelli stesso si chiede:"Un’immagine può tanto?" (Falcinelli, 2020:400)
Come fa notare Falcinelli, Út non è stato il solo fotografo a immortalare il momento, ma è stato l’unico a ottenere un tale clamore. Di contro, troviamo, ad esempio, lo scatto di un fotografo della United Press (foto 1, a destra), il quale, sebbene immortali lo stesso evento, non ha avuto lo stesso successo di Út. Lo stesso Falcinelli si è chiesto perché si sia premiata proprio questa foto di Út, invece dell'altra, se il Pulitzer è volto a premiare proprio il valore giornalistico (Falcinelli, 2020:401)
La ragione potrebbe riguardare la posa della bambina: nella foto di Út, urla in cerca di aiuto; nella seconda, invece, fugge, appare più determinata e, quindi, meno bisognosa (Falcinelli, 2020:402). Falcinelli propone però anche un’altra spiegazione, che non riguarda il contenuto della foto, bensì la tecnica dietro lo scatto.
Falcinelli analizza le due foto e mette a paragone la linea dell’orizzonte. Nella foto di Út (foto 2, a sinistra) lo sguardo del fotografo coincide con quello della bambina, mentre in quella della United i bambini stanno al di sotto della linea dell’orizzonte e risultano visti dall’alto (foto 2, a destra).
Falcinelli attribuisce questa differenza alla posizione dei due fotografi al momento dello scatto. Il reporter della United è in piedi e scatta per mostrarci la scena nel suo insieme. Al contrario, Út si è inginocchiato ed è allo stesso livello della bambina: vuole fotografare proprio lei, riprendendola negli occhi. Questo abbassamento dell'orizzonte crea frontalità e coinvolgimento (Falcinelli, 2020:403).
Oggi tutte le immagini di sofferenza sono viste con sospetto nella loro pretesa di autenticità e pertanto è più difficile che generino compassione in chi le guarda (Sontag, 2003:21-22).
Al contrario, con la guerra del Vietnam le foto (o almeno le più famose) erano percepite come autentiche. Sontag cita proprio “The Napalm Girl” di Nick Út come esempio. Secondo l’autrice, le foto scattate in quel contesto mostrano orrori che non possono essere frutto di pose artificiali e questo contribuisce al loro valore morale (Sontag, 2003:49-50).
Ma non basta che una foto sia percepita come autentica per creare empatia nello spettatore. Secondo Sontag, le foto oggettificano chi e cosa rappresentano, trasformandolo in qualcosa che può essere posseduto dallo spettatore e, quindi, spogliano la visione di qualsiasi legame empatico (Sontag, 2003:70-71).
Falcinelli sembra pensarla in modo diverso. La foto della United Press è stata scattata dal fotografo in piedi, mentre Út ha piegato le ginocchia. Per Falcinelli questo gesto crea una grande differenza; in un momento di pericolo come un bombardamento, dove l’istinto porterebbe a correre, senza soffermarsi troppo su come fotografare la scena, Út si piega perché vuole stare alla stessa altezza della bambina. Per Falcinelli gli altri reporter hanno documentato una folla, Út ha fotografato un essere umano (Falcinelli, 2020:404).
Per Sontag, invece, le intenzioni del fotografo non determinano il significato delle sue opere. Queste assumono un significato a sé, influenzato dalle idee e dalle esperienze di chi le osserva (Sontag, 2003:33). Per questa ragione, se le immagini di guerra non perdono per forza il loro potere di colpire, allo stesso tempo, non vengono comprese a prescindere dallo spettatore. Per Sontag, le narrazioni ci fanno comprendere i conflitti, mentre le foto ci tormentano (Sontag, 2003:78).
Non sappiamo se “Napalm Girl” abbia tormentato o fatto riflettere il pubblico. Nick Út stesso ha dichiarato di non sapere se la sua foto abbia di fatto contribuito a far terminare la guerra o meno, come molti affermano. Ciò che sa, come ha scritto nel 2022 per il Washington Post, è che “The Napalm Girl” “rappresenta gli orrori inoppugnabili della guerra — definiti da una ragazzina che corre nuda in mezzo a distruzione e morte”.
Falcinelli, Riccardo. Figure, 2020.
Sontag, Susan. Regarding the Pain of Others, 2003.
Út, Nick. “Opinion: A single photo can change the world. I know, because I took one that did.” The Washington Post, 2022, washingtonpost.com (data ultimo accesso 30/11/2022).
Foto
Foto 1 e 2 da Falcinelli, Riccardo. Figure, 2020.
Foto 3 da latimes.com, salernolettura.com, thewest.com.au (data ultima consultazione 5/9/2024).