Elena Scaggiante
Cento anni fa, nel 1924, il romanzo There Is Confusion dell’autrice Jessie Redmon Fauset veniva pubblicato nel pieno splendore del Rinascimento di Harlem. Durante quegli anni, gli autori afro-discendenti statunitensi stavano tentando di ricostruire l’immagine della loro comunità, emancipandola dallo stereotipo denigratorio creato e fomentato dai bianchi (Gates, 1988:131-7). Fra questi tentativi, spicca il personaggio di Joanna Marshall, protagonista di There Is Confusion.
La protagonista di There Is Confusion, Joanna Marshall, è una giovane ragazza la cui famiglia fa parte dell’emergente classe media nera, pertanto benestante e rispettabile. Joanna è descritta come una gran lavoratrice, tenace e di talento, che sogna di diventare una famosa cantante e ballerina, e contribuire così all’emancipazione della comunità nera.
Non a caso, all’inizio di There Is Confusion, Joanna rifiuta di sposarsi e, piuttosto, preferisce raggiungere il successo come ballerina professionista. Tuttavia, nonostante i suoi risultati, si rende presto conto della persistenza dei pregiudizi razziali nella società statunitense che non le permetteranno di essere accettata nel mondo dello spettacolo. Decide così di lasciare il suo lavoro, sposarsi e avere figli. Il romanzo There Is Confusion si conclude con Joanna che sceglie di perseguire il suo sogno di emancipazione per la sua comunità supportando suo marito nella carriera di medico.
Attraverso l’arco narrativo di Joanna in There Is Confusion, si vede come Fauset, in apparenza, parta proponendo un personaggio femminile moderno e indipendente, finendo col trasformarlo in uno più tradizionale e conservatore. Negli anni ‘20, tuttavia, la figura della donna dedita alla vita matrimoniale era considerata conservatrice solo in associazione alle donne bianche, non nere.
Difatti, se si prende in considerazione l’evoluzione della donna bianca nella letteratura, si nota un chiaro cambiamento dalla figura tradizionale del vittoriano angelo del focolare domestico (che caratterizzava i romanzi di costume del 19º secolo) a quella della nuova donna che si sviluppò proprio durante gli anni ‘20. La prima figura incarnava una donna angelica, appunto, legata alla vita domestica; la seconda una donna lavoratrice, indipendente e libera sia economicamente sia sessualmente.
There Is Confusion non associa Joanna all’angelo del focolare della tradizione vittoriana per castrare la sua protagonista, ma con l’intento di creare una donna nera appartenente alla classe media che fosse rispettabile (Huggings, in Wall, 2001:64). Questo perché, durante gli anni ‘20, da una parte le donne bianche sentivano la necessità di emanciparsi dal loro ruolo di mogli e madri, con un impiego e sperimentando una maggiore libertà sessuale. Dall’altra parte, le donne nere volevano ottenere la dignità che gli era sempre stata negata durante gli abusi della schiavitù, specialmente da un punto di vista sessuale (Miller, 1996:207).
Federmayer definisce la protagonista di There Is Confusion un esempio della cosiddetta “New Negro Woman” (Federmayer, 1996:98). Questa, contrariamente alla (bianca) “New Woman”, che implicava l’allontanamento dalla vita pubblica e la repressione della sessualità, in reazione alla ipersessualizzazione attribuita alle donne nere durante la schiavitù (Rottenberg, 2013:73). Questa distinzione mostra come Fauset, con la protagonista di There Is Confusion, abbia provato a emancipare la femminilità nera dallo stereotipo della donna nera ipersessualizzata, usando il prototipo della rispettabile moglie d’epoca vittoriana.
Tuttavia, in There Is Confusion Fauset si dimostra non soddisfatta dalla semplice replica del “Victorian Angel” per dare lustro alle donne della sua comunità. Infatti, nel corso della prima parte del romanzo, Joanna vuole avere un lavoro e una carriera un desiderio positivo e legittimo agli occhi dei lettori (Miller, 1996:208). Nella seconda parte di There Is Confusion, poi, l’autrice ha voluto emancipare la sua protagonista non semplicemente evitando di ipersessualizzarla, ma mostrando come anche le donne nere avessero le capacità e il potenziale di lavorare, da membri attivi della società a tutti gli effetti. Tutto ciò nel tentativo di bypassare, per quanto possibile, i limiti che la figura della “New Negro Woman” poneva sulle donne nere all’epoca: una figura in grado sì di dar loro dignità, ma che allo stesso tempo rischiava di costringerle in una vita esclusivamente domestica.
Pertanto, il ritiro di Joanna dalle scene per dedicarsi alla vita matrimoniale alla fine di There Is Confusion non deve essere letto come una resa da parte dell’autrice del suo tentativo di emancipazione delle donne nere, quanto piuttosto come la sua risposta alla complessa domanda di come fare a emancipare le donne nere nel pieno dei ruggenti anni ‘20 (Miller, 1996:212).
Fauset, Jessie Redmon. There Is Confusion, 1924.
Federmayer, Éva. “Black Woman and the Reconstruction of the Black Family: Jessie Fauset’s ‘There Is Confusion’.” Hungarian Journal of English and American Studies, 1996, jstor.com (data di ultima consultazione: 1/4/2022)
Gates, Henry Louis. “The Trope of a New Negro and the Reconstruction of the Image of the Black.” Representations, 1988, jstor.com (data di ultima consultazione: 3/6/2022)
Miller, Nina. “Femininity, Publicity, and the Class Division of Cultural Labor: Jessie Redmon Fauset's There is Confusion.” African American Review, 1996, jstor.com (data di ultima consultazione: 26/10/2022)
Rottenberg, Catherine. “Wallace Thurman’s The Blacker the Berry and the Question of the Emancipatory City.” Mosaic: a journal for the interdisciplinary study of literature, 2013, muse.jhu.edu (data di ultima consultazione: 26/12/2022)
Wall, Cheryl A. “Histories and Heresies: Engendering the Harlem Renaissance.” Meridians, 2001, jstor.org (data di ultima consultazione: 2/5/2022)
Foto 1 da goodreads.com (data di ultima consultazione: 22/2/2024).
Foto 2 da britannica.com (data di ultima consultazione: 22/2/2024).