Lo stesso Missiroli, filosofo presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, spiega che il volume “Nasce da un diario che, durante i giorni difficili dell’alluvione, tenevo sui social, descrivendo quello che succedeva intorno a me, tra Faenza e Solarolo dove sono cresciuto. Ho pensato immediatamente di scrivere e ho poi deciso di pubblicare il volume perché ho avuto la sensazione che, durante quella tragica esperienza, tutti condividessero le stesse paure, le stesse angosce, quasi le stesse sensazioni fisiche. Il fiume, descritto nel libro come un demone, ha investito la città e strappato le persone dalla propria vita privata, per condividere quest’esperienza, collettivamente. Però se un dolore lo provano in tanti può smettere di essere un problema e diventare un’opportunità.”
Sullo sfondo della discussione starà il concetto di giustizia climatica, la cui definizione di massima potrebbe essere la seguente: quadro analitico secondo cui il riscaldamento globale non designa in primo luogo una questione atmosferico-ambientale, bensì un’istanza di iniquità. Non solo al modo come fattore abilitante rispetto alle soluzioni, ‘a valle’ (i più poveri meno possono adattarsi); ma anche – e soprattutto – in chiave di attribuzione di responsabilità ‘a monte’: coloro che più hanno contribuito a creare il problema (in generale, il Nord globale) sono anche coloro che meno subiscono le criticità a esso legate. Di converso, le aree che meno hanno storicamente emesso (in generale, il Sud globale) sono anche quelle più colpite dall’accresciuta frequenza di eventi meteorologici estremi. In questo quadro, l’innalzamento della temperatura media indica simultaneamente un nuovo fronte dell’ingiustizia e un fattore di accelerazione di tutte le ingiustizie già esistenti.
Introducono:
Emanuele Leonardi, ricercatore presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia, co-autore di L’era della giustizia climatica (Orthotes). Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare all'ecologia politica, all'ambientalismo operaio e ai movimenti per la giustizia climatica.
Valentina Cappi, ricercatrice e autrice di Immaginare l’Altrove nell’epoca dell’antropocene. Media, confini e cambiamenti climatici (Franco Angeli). I suoi interessi di ricerca sono rivolti alle relazioni tra narrazioni mediali, immaginario e pratica sociale, con particolare riferimento ai processi migratori e ai cambiamenti climatici.
Elena Giacomelli, ricercatrice RTT, autrice di Panicocene (Franco Angeli) e vincitrice del progetto Marie Curie “PANICOCENE. Reframing Climate Change-induced Mobilities". I suoi interessi di ricerca sono le migrazioni, la crisi climatica, gli immaginari e le narrative, il diritto di asilo e di accoglienza, lo sviluppo locale e la ricerca etnografica.
Con Rita Marzio Maralla, regista di Fango (2023), corto che indaga le conseguenze delle pesanti alluvioni e frane avvenute in Appennino nel maggio 2023, attraverso testimonianze.
Il documentario verrà proiettato durante la serata.
Paolo Missiroli, autore dei libri “Cronache dal fondale” (2023, Clinamen, Firenze), e “Il posto del negativo. Filosofia e questione dell’umano alla luce dell’Antropocene” (2023, Meltemi, Milano), e dottore di ricerca in Filosofia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Université Paris Nanterre. È docente a contratto di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e cultore della materia presso il Dipartimento di Filosofia dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si interessa di Antropocene, del rapporto uomo-mondo, dell’ecologia e di una sua possibile declinazione in termini politici.
Intervengono Alexandra D'Angelo, Matteo Lupoli e Selene Tondini dottorande, studenti e assegnisti del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia che rifletteranno insieme agli autori e alle autrici su crisi climatica ed immobilismo.
Maggiori informazioni sulla pagina dedicata all'evento qui.