Data: 19 MAGGIO 2019 dalle 18:30 alle 19:30
Luogo: DamsLab/Teatro (piazzetta P. P. Pasolini 5b, Bologna)
Tipo: La Soffitta
RI-LEGGERE ROBERTO LONGHI
GIUSEPPE MARIA CRESPI
a cura di Daniele Benati
introduce Irene Graziani
letture a cura di Alessandra Frabetti, con Marcella De Marinis
L'incontro s'incentra sull'introduzione che Longhi scrisse per il catalogo della mostra dedicata nel 1948 al pittore bolognese Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), scritto in collaborazione con Cesare Gnudi e Francesco Arcangeli.
Roberto Longhi (Alba, 1890 - Firenze, 1970) è senza dubbio lo studioso che più ha improntato gli studi storico-artistici in ambito italiano. Fortemente portato per la filologia e la connoisseurship, a lui si devono la riscoperta e la messa a punto critica non solo di figure di artisti fino a quel momento del tutto negletti (basti pensare al Caravaggio, già oggetto della sua tesi di laurea discussa nel 1911 con Pietro Toesca), ma anche di linee e percorsi nella storia dell’arte italiana dal Medioevo al Barocco (il “naturalismo” lombardo, la pittura “di luce” da Piero della Francesca a Giovanni Bellini, i caravaggeschi) e di intere aree geografiche fino ad allora pressoché insondate in specifici ambiti cronologici (il ’300 a Bologna, in Lombardia e in Umbria; il Rinascimento a Ferrara; i “pittori della realtà” del ’700 lombardo). Decisivo fu anche l’impegno dedicato all’arte del ’900, dai primi interventi su Umberto Boccioni e la scultura futurista (1914) alla lunga amicizia con Giorgio Morandi.
Tra il 1934 e il 1949 successe a I.B. Supino sulla cattedra di Storia dell’arte dell’Università di Bologna, dove le sue lezioni affascinarono non solo i futuri storici dell’arte – da F. Arcangeli e G. Briganti a M. Gregori e C. Volpe – ma anche personalità che avrebbero poi intrapreso altre strade, come G. Bassani, A. Bertolucci e P.P. Pasolini. I suoi "Momenti della pittura bolognese", letti a prolusione dell’anno accademico 1934-1935, costituiscono tuttora un importante viatico per la conoscenza dell’arte felsinea, da Vitale ai Carracci, a Crespi a Morandi.
La straordinaria scrittura di Longhi, densa e nello stesso tempo chiarificatrice oltre che letterariamente rilevante (nel 1973 G. Contini ha curato per i “Meridiani” Mondadori una fortunata antologia dei suoi scritti intitolata "Da Cimabue a Morandi"), non manca tuttora di affascinare e si presta dunque a una nuova lettura affidata alle voci di attori professionali.
I tre incontri su Longhi inaugurano una serie di “ri-letture”, introdotte da docenti del Dipartimento e illustrate da proiezioni di immagini, che si ripeteranno anche per altri protagonisti della storiografia artistica italiana e straniera.