Opere interminabili: arte, XXI secolo, epica

Evento annullato o riprogrammato a data da destinarsi in adempimento al nuovo DPCM del 4 marzo 2020.

  • Data: 11 MARZO 2020  dalle 17:00 alle 19:00

  • Luogo: Complesso di Santa Cristina, Aula Magna (p.tta G. Morandi 2, Bologna)

  • Tipo: La Soffitta

OPERE INTERMINABILI: ARTE, XXI SECOLO, EPICA

a cura di Francesco M. Spampinato

con Vincenzo Trione (IULM – Università di Lingue e Comunicazione, Milano)

nell'àmbito di
I mercoledì di Santa Cristina - Incontri con l’arte 2020

 

Che cosa accomuna i Sette palazzi celesti di Kiefer e The Nose di Kentridge, i Ten Classic Paintings di Greenaway e il Museo dell’innocenza di Pamuk, l’omaggio a Ustica di Boltanski e Take Care of Yourself di Calle, Cremaster di Barney e la mostra-evento di Hirst a Venezia (del 2017), il cd-concerto-film-app Biophilia di Björk, le scenografie per i concerti rock degli U2 progettati da Devlin e l’installazione virtuale Carne y Arena del Premio Oscar Iñárritu? All’apparenza, niente. Ma è proprio così? Si tratta di opere realizzate da figure eterogenee e lontane, provenienti da mondi spesso distanti, con culture, formazioni e sensibilità diverse. Artisti, cineasti, scrittori, musicisti, set designer, che pensano i propri lavori come cosmogonie. Opere-mondo epiche, monumentali, enciclopediche, plurali, ambiziose, spesso impossibili da riallestire. Territori aperti, mobili e ubiqui, all’interno dei quali pratiche e linguaggi non contigui – pittura, scultura, fotografia, cinema, video, letteratura – si incontrano e si riconfigurano smarrendo la propria identità originaria. Se nel XX secolo gli artisti hanno decostruito le grammatiche di pittura e scrittura e si sono spostati verso territori lontani come quelli del cinema, del teatro, dell’architettura, della scenografia, del design e della moda, nel XXI secolo molte personalità avvertono con forza la necessità di riportare quei media all’interno di un’unica cornice. Nascono così installazioni non-finite, aperte, esuberanti, caotiche, frammentarie, fatte di mille dettagli incongrui, simili a polifonie dissonanti, potenzialmente infinite. Ecco: l’opera interminabile.

Vincenzo Trione insegna Arte e media e Storia dell'arte contemporanea presso l'Università IULM di Milano, dove è Preside della Facoltà di Arti. Collabora con il «Corriere della Sera». Ha curato mostre in musei italiani e stranieri e il Padiglione Italia della LVI Biennale di Venezia (2015). Ha pubblicato i seguenti libri: Il poeta e le arti. Apollinaire e il tempo delle avanguardie (1999), Dentro le cose. Ardengo Soffici critico d'arte (2001), Atlanti metafisici. Giorgio de Chirico: arte, architettura, critica (2005), Giorgio de Chirico. Le città del silenzio: architettura, memoria, profezia (2009), Effetto città. Arte cinema modernità (2014, Premio Roma, Premio-giuria Viareggio). Per Einaudi, nel 2017, è uscito Contro le mostre (con Tomaso Montanari) e nel 2019 L'opera interminabile.