Felix the Cat: il divo dell’animazione

Sara Fabbri

Felix the Cat è stato il cartone animato di punta degli anni '20 e ha conquistato il cuore di un crescente numero di appassionati spettatori provenienti da tutto il mondo. L’iconico personaggio nacque dalla collaborazione tra l'imprenditore Pat Sullivan e il talentuoso disegnatore Otto Messmer, il quale prese ispirazione da una serie animata basata su Charlie Chaplin. Infatti, per la sua creazione, Messmer si dedicò allo studio della pantomima dell'attore britannico, che lasciò un profondo segno sul suo lavoro futuro. Il primo episodio, "Feline Follies", fu rilasciato il 9 novembre 1919.

 

1. Dietro le quinte: la nascita di Felix

2. Feline Follies: il debutto

3. Felix the Cat e Charlie Chaplin

4. Un fenomeno mondiale 

5. Felix the Cat come Trickster moderno

6. Fonti

 

1. Dietro le quinte: la nascita di Felix

Nonostante i film e i fumetti di Felix the Cat fossero firmati con il nome di "Pat Sullivan", la vera mente creativa dietro all'intera produzione era Otto Messmer, un talentuoso disegnatore e fumettista. Sullivan, che era un abile imprenditore ma privo di grande fantasia, riconobbe il genio di Messmer e lo reclutò per guidare l'aspetto creativo del progetto.

Il talento imprenditoriale di Sullivan si manifestò appieno quando riuscì a ottenere un contratto con nientemeno che Charlie Chaplin per creare una serie basata proprio su di lui. Questo portò alla produzione di una dozzina di cartoni animati di "Charlie" nel 1916, utilizzando filmati e fotografie forniti direttamente da Chaplin. Questi episodi furono poi distribuiti grazie al New York Herald.

Dopo l’armistizio nel 1918, Messmer e Sullivan si riunirono e si prepararono a riprendere la serie di Charlie, ma Earl Hurd, che stava fondando il Paramount Screen Magazine, chiamò Sullivan per dire che lo staff era molto in ritardo rispetto al programma e gli chiese se poteva aiutarli. Sullivan rispose di no, ma disse a Messmer che era libero di presentare qualcosa se desiderava disegnarlo nel suo tempo libero. Messmer successivamente rilasciò dichiarazioni che spiegavano il processo che lo portò alla creazione di Felix:

 

“Ho realizzato per loro un piccolo film su un gatto. Stava inseguendo alcuni topi ed era pieno di gag come un topo che corre su un orologio a pendolo, togliendo la lancetta dei minuti, lanciandola come una lancia e inchiodando la coda del gatto al pavimento. Il titolo era ‘Feline Follies’.”

 

2. Feline Follies: il debutto

Felix the Cat fece il suo debutto come Master Tom nel film "Feline Follies", uscito il 9 novembre del 1919. Nel decennio successivo, furono prodotti oltre cento cortometraggi animati con questo gatto nero dagli occhi spalancati. I film combinavano immagini astratte e surrealistiche con le buffonate comiche di un felino caricaturato, guadagnandosi sia l'ammirazione del pubblico che i favori della critica.

Feline Follies - Sara Fabbri - Canadausa

Nel cortometraggio, Felix the Cat cade vittima dei languidi miagolii di Miss Kitty e, facendo apparire un banjo a mezz'aria, inizia a cantarle una serenata. Poco dopo, una banda di topi irrompe nella casa che Felix stava sorvegliando per rubare del cibo mentre lui è appisolato, motivo per cui viene bannato da casa. Successivamente, i due gatti, Felix e Miss Kitty, si rincontrano e Felix scopre di essere diventato padre di 17 gattini. Incapace di badare all’improvviso a una famiglia così numerosa, Felix scappa preferendo commettere il suicidio.

Nonostante il sinistro sviluppo della trama, John King della Paramount rimase entusiasta del film, soprattutto del gatto, che all'epoca non aveva ancora un nome. Pertanto, offrì a Sullivan un contratto regolare per il suo servizio sullo Screen Magazine. Sullivan accettò. Nel tempo, la personalità di Felix divenne più definita e King stesso coniò il nome "Felix" da "felicità" (per la buona fortuna) e "felino" (per gatto).


3. Felix the Cat e Charlie Chaplin 

Ai tempi del suo debutto, Felix the Cat era notevolmente differente dal lavoro precedente di Messmer, con tratti del viso più marcati più simile a un gatto randagio. Il disegno rimarcava la sua personalità acuta, talvolta maliziosa, che ricordava molto il personaggio di Chaplin nei suoi film Keystone. 

Difatti, i gesti e il comportamento generale di Felix the Cat erano fortemente influenzati dai movimenti chaplineschi che Messmer aveva studiato nelle sue vignette precedenti. Inoltre, la sua forma piatta, geometrica e in bianco e nero rappresentava l'estetica moderna degli anni '20, in sintonia con l'astrazione geometrica diffusa nelle arti superiori, nell'architettura e nelle arti decorative, in particolare l'art déco.

Per di più il colore nero era di moda negli anni '20, come dimostrato dal "vestitino nero" di Chanel, dalla Ford Model-T nera e dall'edificio Radiator Building nero di Raymond Hood a New York City. La serie riscosse dunque un successo straordinario. Felix the Cat Diventò una celebrità.

Le storie erano coinvolgenti e le gag astute, ma ciò che rese Felix una vera star dei cartoni animati nell'era del muto fu lo sviluppo di una personalità distintiva: Felix aveva una mente e la usava per trovare soluzioni creative alle situazioni difficili. Da qui derivano i tratti caratterizzanti  della serie: la sua camminata pensierosa con la testa abbassata e le mani giunte dietro la schiena, insieme al suo straordinario talento di trasformare la sua coda in qualsiasi strumento necessario al momento, che fosse un remo, una mazza da baseball, un amo da pesca o persino un telescopio.

 

4. Un fenomeno mondiale 

Oltre al suo innegabile talento, Felix the Cat era noto per le sue avventure spesso surreali: poteva saltare all'interno di un telefono e scomparire tra i fili, attraversare abissi camminando su un ponte formato da punti interrogativi che sembravano emergere dalla sua stessa testa, o addirittura travestirsi da valigia così da ottenere un viaggio gratuito. 

Non sorprende che spesso venisse soprannominato il "Charlie Chaplin dei personaggi dei cartoni animati". Come Mark Langer, citato da Leonard Maltin, scrisse saggiamente nell’illustrare il parallelismo tra le due figure:

 

"Come Chaplin, Felix è un solitario in un mondo ostile o, nella migliore delle ipotesi, indifferente, che si distingue per intraprendenza e una spruzzata di malizia per sopravvivere".

 

Nel maggio del 1926, venne lanciata sul mercato la bambola ispirata a Felix the Cat, che riscosse un successo eccezionale. Inizialmente, le bambole di Felix venivano distribuite esclusivamente dalle farmacie Rexall e dalla catena di negozi Hearst's United Cigar. Tuttavia, ben presto anche i cinema iniziarono a proporle ai propri clienti con grande entusiasmo.

 

5. Felix the Cat come Trickster Moderno

Tra gli esempi più eloquenti di come l'analisi basata sulla ricezione possa aprire nuove prospettive tra la cultura visiva e le belle arti, spicca l'articolo di Patricia Vettel Tom intitolato "Felix the Cat come Trickster Moderno". L'articolo di Tom getta nuova luce su come l'analisi delle strategie visive e narrative nelle forme culturali popolari, sia nella loro ricezione critica che popolare, possa portare a una comprensione più profonda della società.

Felix Gadgets - Sara Fabbri - Canadausa

Prendendo ispirazione sia da Mikhail Bachtin che da Michel de Certeau, Tom ha esaminato la popolarità di Felix the Cat per come affrontasse le specifiche ansie degli spettatori di fronte all'impatto della meccanizzazione a discapito dell'autonomia corporea e personale. Attraverso l'improvvisazione, la costante metamorfosi, il suo fare da imbroglione e l'astuzia, Felix the Cat ha conquistato territori della cultura ufficiale come mezzo per sovvertire le restrizioni della modernità. Come nota Tom, in Felix abbiamo visto emergere "l'inevitabile intrusione del corpo, nonostante le restrizioni sociali e morali volte a negarla".

Nel 1929, in un articolo per il New Republic, Creighton Peet scriveva delle commedie animate e iniziava con queste parole: "Felix, il piccolo gatto nero che esplora il suo straordinario universo", era "una delle rare scintille di vitalità in un mondo dominato dall'avidità incessante". In effetti, è proprio questa "vitalità" ad aver impressionato maggiormente i critici, rappresentando lo scopo stesso degli animatori, che volevano “dare vita" a disegni piatti e inanimati tracciati a penna e inchiostro. 

Il fenomenale successo di Felix the Cat è stato il risultato di una collaborazione unica, in cui l'acume imprenditoriale di Pat Sullivan ha sposato il talento creativo di Otto Messmer, culminando nella creazione del primo grande divo dell’animazione americana.

 

6. Fonti

Barrier, Michael. Hollywood Cartoons. American Animation in its Golden Days, 2003.

Crafton, Donald. Before Mickey: The Animated Film, 1898-1928, 1993. 

Maltin, Leonard. Of Mice and Magic, 1980. 

Miller, Angela. “Breaking down the Preserves of Visual Production”, in American Art, vol. 11, no. 2 (1997), pp. 11-13 su jstor.org (data di ultima consultazione: 09/09/2023)

Tom, Patricia Vettel. “Felix the Cat as Modern Trickster” in American Art, vol. 10, no. 1 (1996), pp. 64-87 su jstor.org  (data di ultima consultazione: 09/09/2023)

Silentfilmhouse, Felix The Cat - Feline Follies (1919) First Felix Film su youtube.com  (data di ultima consultazione: 9/09/2023) 

CCCartoons, Felix in Hollywood (1923) su youtube.com (data di ultima consultazione: 09/09/2023) 

Foto

Foto 1 da cinemacats.com (data di ultima consultazione: 09/09/2023)

Foto 2 da melbirnkrant.com (data di ultima consultazione: 09/09/2023)