Carl Sagan: la scienza alla portata di tutti

Carl Sagan fu una figura poliedrica, che nel corso della sua vita ricoprì diversi ruoli: astronomo, astrofisico, cosmologo e divulgatore scientifico. Tuttavia, ha lasciato un segno duraturo nella cultura popolare americana come scrittore. Con il suo celebre libro Cosmos (1983), da cui fu tratta l'omonima serie televisiva, Sagan riuscì a realizzare la sua missione più profonda: rendere la scienza accessibile a tutti, avvicinando il grande pubblico ai misteri dell'universo con passione e la sua semplice eloquenza.

 

1. Carriera e maggiori successi

2. Il progetto Cosmos

3. La missione di SETI

4. Fonti 

 

1. Carriera e maggiori successi 

 

Carl Edward Sagan nacque nel quartiere di Brooklyn, a New York, il 9 novembre 1934, da una famiglia ebrea di origine russa. I suoi genitori, Sam Sagan e Rachel Molly Gruber, appartenevano alla corrente degli ebrei riformati, la più liberale dell’ebraismo moderno, e sostennero fin da subito il giovane Carl nel perseguimento delle sue passioni. Dopo aver frequentato scuole locali, Sagan si iscrisse all’Università di Chicago, dove si laureò in fisica, per poi specializzarsi in astronomia e astrofisica. Qui completò anche il suo dottorato di ricerca sotto la supervisione di celebri scienziati come Gerard Kuiper.

Durante la sua prolifica carriera, Sagan ricoprì ruoli di grande rilievo. Tra i suoi contributi più significativi spicca il  lavoro presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory, oltre al ruolo di consulente per diverse missioni spaziali della NASA, tra cui le celebri Mariner, Viking, Voyager e Galileo. Sagan non solo contribuì allo sviluppo di queste missioni, ma influenzò profondamente il modo in cui l'umanità comprese l'universo. Ad esempio, fu il primo a proporre che le alte temperature di Venere, circa 500 °C, fossero il risultato di un effetto serra incontrollato, ipotesi confermata poi dalla sonda Mariner 2 nel 1962, a cui egli stesso collaborò.

 

Un altro dei progetti più emblematici di Sagan fu il coordinamento del programma per l'invio dei messaggi dallo spazio, in particolare le Placche Pioneer e i Dischi d'Oro delle sonde Voyager. Questi artefatti furono pensati come messaggi per eventuali civiltà extraterrestri, contenenti informazioni sulla Terra e sulla specie umana, un'iniziativa che rifletteva il suo interesse per la possibilità di vita al di fuori del nostro sistema solare e il suo desiderio di comunicare l'essenza della civiltà umana su scala cosmica.

 

2. Il progetto Cosmos

 

Sagan non fu solo un rinomato divulgatore scientifico: il suo contributo si estese ben oltre la scienza, per abbracciare l’arte nelle sue forme più popolari, tra cui l’arte, la scrittura, e il cinema, proprio come dimostra Cosmos (tanto il libro quanto la serie TV). In questo libro vi descrive quello che definisce il “metodo scienza che [...] ci ha rivelato un universo così antico e vasto che, a prima vista, le questioni umane sembrano di poca importanza” (Sagan 1983:10). L’ambizione di Sagan attraverso questa pubblicazione era quella di allargare le prospettive del grande pubblico e contribuire ad approcciare in modo diverso il cosmo, “una grandezza che ispira vertigine ed estasi, una grandezza accessibile alla comprensione umana [...]” (ibid). 

Nella primavera e nell'autunno del 1976, Sagan e l’amico B. Gentry Lee (il direttore dell’analisi dei dati e pianificazione della missione Viking, ndr.), decisero di produrre insieme una serie televisiva di tredici episodi, orientata verso l'astronomia, ma con una prospettiva umana più ampia. Il suo destinatario sarebbe stato un pubblico generalista e di non esperti e “doveva toccare il cuore tanto quanto la mente” (Sagan 1983:11). Così parlarono con gli sceneggiatori, assunsero un produttore esecutivo e si imbarcarono in un progetto di tre anni chiamato Cosmos.

 

La serie TV raggiunse un pubblico globale stimato di 500 milioni di persone in 60 Paesi, un risultato straordinario per un programma televisivo scientifico, rappresentando un punto di svolta nella e per la divulgazione scientifica in generale, considerando anche un esordio molto più tiepido e stimato a 140 milioni di spettatori. Sagan riteneva che il pubblico è molto più intelligente di quanto si supponga, sostenendo che le questioni scientifiche più profonde sono capaci di suscitare l'interesse e le passioni di un numero enorme di persone. Per questo, Sagan descriveva la scienza come una fonte di piacere

 

L’opera scritta e la serie televisiva, afferma Sagan stesso nell’introduzione al libro, si sono evolute congiuntamente (1983:12). In un certo senso, ciascuna si basa sull'altra. Il risultato della sua impresa fu non solo rivoluzionare il campo dell’astrofisica, ma ridefinire anche il ruolo del divulgatore scientifico della sua epoca, chiamato a rendere accessibili al grande pubblico argomenti complessi come l'origine dell'universo e il futuro dell'umanità nello spazio.

 

3. La missione di SETI

 

L'eredità di Carl Sagan continua a riecheggiare in diverse forme, tra cui il Carl Sagan Center, un centro di ricerca che ospita oltre 80 esperti e scienziati specializzati in diversi campi, accomunati dall'obiettivo di esplorare e comprendere meglio la possibilità di vita extraterrestre. Il centro è impegnato in ricerche che spaziano dalla bioastronomia alla planetologia, passando per l'astrofisica e la biologia molecolare, al fine di scoprire tracce di vita al di fuori del nostro pianeta. Una delle loro guide principali è l'equazione di Drake, sviluppata dall'astrofisico Frank Drake nel 1961, che fornisce una stima del numero di civiltà extraterrestri nella nostra galassia con cui potremmo entrare in contatto. Questa vera e propria mappa concettuale indirizzare la ricerca di segnali intelligenti provenienti dallo spazio, una missione che Sagan sosteneva con grande fervore.

Infatti, Sagan fu uno dei principali sostenitori del progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), un programma scientifico dedicato alla ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri. La sua passione per questa ricerca non si limitò al campo scientifico, ma si estese anche alla letteratura. Nel 1985, pubblicò il romanzo di fantascienza Contact, in cui immaginava il ricevimento di un messaggio alieno contenente le istruzioni per costruire un sofisticato mezzo di trasporto, aprendo la strada al primo incontro con una civiltà aliena. L’opera ebbe un impatto culturale significativo e, nel 1997, fu adattata in un film di successo, con Jodie Foster nel ruolo della protagonista, continuando a portare il sogno di Sagan al grande pubblico.

 

Oltre a Contact, Sagan lavorò attivamente per sensibilizzare l’opinione pubblica all’importanza del progresso scientifico e tecnologico. Per lui, questo rappresenterebbe la chiave per rispondere a una delle domande più profonde dell'umanità: "Siamo soli nell'universo?". Attraverso le sue opere, conferenze e apparizioni televisive, Sagan promosse la curiosità scientifica e il pensiero critico, sostenendo che la scienza può permetterci di comprendere il nostro posto nell'universo. Questo impegno costante ha consolidato la sua posizione come uno dei più grandi divulgatori scientifici moderni, in grado di ispirare intere generazioni di scienziati e appassionati di scienza.

 

4. Fonti

Kragh, Helge. "Carl Sagan". Britannica. su britannica.com. (data di ultima consultazione: 9/11/2023)

Mellor, Felicity (2003).  Between Fact and Fiction: Demarcating Science from Non-Science in Popular Physics Book. Social Studies of Science, vol. 33, no pp. 509-538 su jstor.org 

Oman-Reagan Michael P. (2020). “Interstellar”  in Anthropocene Unseen Boo: A Lexicon Book. Santa Barbara: Punctum Books su jstor.org  

Sagan, Carl (1983). Cosmos. New York: Random House su archive.org 

Sagan, Carl; Head, Tom (2006). Conversations with Carl Sagan (illustrated ed.). University Press of Mississippi su archive.org

 

 

Foto 

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