Metodologie didattiche

Come rispondere ai bisogni delle persone?

 

Ogni situazione è unica e va compresa nella sua specificità, per questo è necessario uno spettro quanto mai diversificato di approcci e metodi di lavoro. Nella pagina trovate alcune modalità di natura teorico-pratica che hanno guidato la nascita e lo sviluppo dei progetti e delle iniziative realizzate dal nostro gruppo di ricerca e che trovano spazio qui su Real lab.

 

 

 

 

 

Immagine: Momenti di Ricerca-azione. Trento. Foto di Roberta Bonetti.

Ricerca-azione

Agire meglio, agire insieme 

 

Il termine ricerca-azione rimanda ad una pratica di ricerca mirata a produrre delle trasformazioni nel contesto indagato e, nello stesso tempo, a mettere in moto un processo di
presa di consapevolezza di questi cambiamenti. Esistono varie tipologie di ricerca-azione che portano a privilegiare un certo tipo di strumenti e materiali rispetto agli altri, riscontrando differenze notevoli. Nei suoi aspetti generali la ricerca-azione presenta un carattere di richiesta in quanto comincia con l’individuazione di uno o più bisogni da parte degli individui coinvolti che unitamente al ricercatore si pongono in una condizione di ricerca ai fini di migliorare la loro situazione.

Immagine: Momenti di Ricerca-azione. Trento. Foto di Roberta Bonetti.

Immagine: Strumenti per un apprendimento cooperativo. Firenze. Foto di Secil Ugur Yavuz.

Jigsaw

Incastriamoci

 

Letteralmente “gioco a incastro” il jigsaw è una tecnica di apprendimento cooperativo teorizzata per la prima volta dal dr. Elliott Aronson nel 1978. Basata sulla divisione in gruppi e l’assegnazione di ruoli diversi a ogni studente, il jigsaw promuove l’interdipendenza demolendo alla base la competitività. Come in un puzzle in cui ogni pezzo è necessario, nel jigsaw, ogni individuo è fondamentale per la riuscita del gruppo.

Immagine: Strumenti per un apprendimento collaborativo. Firenze. Foto di Secil Ugur Yavuz.

Studenti allo specchio. Visita al MUST di Bologna. Corso LM di Antropologia Applicata 2019. Foto di Roberta Bonetti

Insegnamento capovolto

Invertiamo i momenti di apprendimento

 

 L'insegnamento capovolto è una metodologia didattica che si propone di trasformare il tempo-scuola in relazione alle mutate esigenze della società. Da un lato, poter usufruire dei contenuti multimediali, rende possibile fruire da casa le lezioni/spiegazioni dei docenti. Dall’altro, l’insegnamento capovolto assolve ad importanti funzioni per l’apprendimento nel proporre l'inversione dei due momenti classici, lezione frontale e studio individuale: se la lezione viene spostata a casa, lo studio individuale può essere svolto a scuola, sostituito da un'attività preferibilmente collaborativa e partecipativa, dove l'insegnante può esercitare il suo ruolo di facilitatore/méntore del processo di apprendimento al fianco degli studenti. 

Questa modalità si può attuare predisponendo un setting che favorisca la ricerca di informazioni, la riflessione e il confronto fra pari, la sperimentazione e ricerca sul campo. Si tratta di un processo collettivo di riflessione, valutazione e confronto compartecipato su quanto appreso, condotto dal docente attraverso il coinvolgimento di tutta la classe.

La classe rovesciata permette la sostituzione e/o l’alternarsi della lezione frontale a favore di una lezione più laboratoriale e partecipata.

Immagine: Studenti allo specchio. Visita al MUST di Bologna, Corso LM di Antropologia Applicata 2019. Foto di Roberta Bonetti.