Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. Dell'artificialità intelligente e del potere

Maurizio Ricciardi discute "The Costs of Connection. How Data is Colonizing Life And Appropriating it for Capitalism", di Nick Couldry e Ulises A. Mejias.

  • Data: 25 MARZO 2021  dalle 17:30 alle 19:30

  • Luogo: Diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere

Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. 

Dell'artificialità intelligente e del potere

Ciclo di seminari

a cura di
Maurizio Ricciardi
e Raffaella Baritono

evento online
Il seminario avrà luogo sulla piattaforma Zoom, in diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere

> https://www.facebook.com/Algoritmopotere

 

Scopo del ciclo di seminari è quello di discutere gli ambiti in cui l’algoritmo e più in generale le tecnologie digitali stanno diventando il criterio fondamentale organizzativo e simbolico delle forme sociali e di potere. È nostra intenzione fare dei seminari di discussione, quindi non necessariamente con specialisti dei diversi ambiti che verranno attraversati. Si tratta piuttosto di porre domande a determinati testi, per discutere insieme dei problemi che essi suscitano. Dal punto di vista pratico ogni seminario prevede la lettura ragionata di alcuni testi da parte di una relatrice o relatore e una successiva discussione.

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Il seminario discute le tesi di N. Couldry e U.A. Mejas per i quali la costante e capillare raccolta di dati sulla vita di ognuno di noi stabilisce le basi di una specifica colonizzazione della vita, che diviene fonte di valore per le grandi piattaforme come Facebook, Google o Amazon. Gli autori non utilizzano colonizzazione in senso metaforico, ma per affermare un’analogia puntuale tra il dominio attuale dell’algoritmo e la colonizzazione storica. Il cloud empire è la struttura transnazionale e universale in cui questo dominio si dispiega puntualmente. Saremmo di fronte a una nuova modalità di sfruttamento che minaccia ogni pretesa di autonomia. La società della quantificazione si costituisce infatti come ordine sottratto alla comprensione e alla progettualità dei singoli individui. È possibile instaurare una giustizia algoritmica che limiti e rimedi all'onnipotenza dei dati?