Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. Dell'artificialità intelligente e del potere

Roberta Ferrari discute "Cent’anni dopo: 1917-2017. Da Lenin a Zuckerberg", di Rita di Leo.

  • Data: 20 OTTOBRE 2021  dalle 17:30 alle 19:30

  • Luogo: Diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere - Evento online

Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. 

Dell'artificialità intelligente e del potere

Ciclo di seminari

A cura di: Maurizio Ricciardi e Raffaella Baritono

Roberta Ferrari discute Cent’anni dopo: 1917-2017. Da Lenin a Zuckerberg, di Rita di Leo

evento online
Il seminario avrà luogo sulla piattaforma Zoom, in diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere

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Scopo del ciclo di seminari è quello di discutere gli ambiti in cui l’algoritmo e più in generale le tecnologie digitali stanno diventando il criterio fondamentale organizzativo e simbolico delle forme sociali e di potere. È nostra intenzione fare dei seminari di discussione, quindi non necessariamente con specialisti dei diversi ambiti che verranno attraversati. Si tratta piuttosto di porre domande a determinati testi, per discutere insieme dei problemi che essi suscitano. Dal punto di vista pratico ogni seminario prevede la lettura ragionata di alcuni testi da parte di una relatrice o relatore e una successiva discussione.

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«In che cosa il socialismo è alternativo al capitalismo». Questo il quesito che Di Leo pone al centro di un riesame rapido ma complesso della vicenda rivoluzionaria del Novecento e di quella che chiama «la solitudine bolscevica». L’etichetta totalitarismo è stata secondo Di Leo non solo un grande omogeneizzatore di una vicenda per nulla riassumibile nel solo principio amico/nemico, ma anche un progetto per «spegnere l’attrazione per quella parte di mondo che aveva creato consenso di massa, che dal 1917 al 1956 è stata considerata una concreta alternativa allo stato delle cose esistenti».

Il rapporto con chi comanda è stato pensato e teorizzato secondo tre forme che ruotano attorno a tre cardini essenziali: la tecnologia, la democrazia e il ruolo degli intellettuali. Questo è il tempo dell’universo degli algoritmi, afferma Di Leo nelle ultime pagine di questo breve scritto. La riflessione procede a ritroso per arrivare alle radici di questa novità, al suo senso profondo, più che per spiegarne la forma e la sostanza. È cioè una riflessione sul perché l’algoritmo risponda allo stato delle cose attuali e quale assenza di orizzonti produce per l’uomo come animale politico. Il pensare in maniera algoritmica che effetti ha sul pensare? Che antropologia produce? L’esistenza delle cose va provata attraverso equazioni in tutti i campi del sapere, fin dentro le università. La logica delle parole non ha più credibilità. La tecnica che l’algoritmo comporta è invincibile di fronte all’uomo che pensa per pensare: «come nell’epoca del golem operaio, anche in quella del golem algoritmo i filosofi-re appaiono alieni cu spetta l’ostracismo». Al posto delle sirene-Platone c’è oggi la tecnica, o meglio, riprendendo la riflessione di Benjamin sul turco meccanico, la teologia della tecnica.