Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. Dell'artificialità intelligente e del potere

Paola Rudan discute i testi più importanti di Donna Haraway.

  • Data: 10 GIUGNO 2021  dalle 17:30 alle 19:30

  • Luogo: Diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere

Dell'utilità e il danno dell'algoritmo per la vita. 

Dell'artificialità intelligente e del potere

Ciclo di seminari

A cura di: Maurizio Ricciardi e Raffaella Baritono

evento online
Il seminario avrà luogo sulla piattaforma Zoom, in diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere

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Scopo del ciclo di seminari è quello di discutere gli ambiti in cui l’algoritmo e più in generale le tecnologie digitali stanno diventando il criterio fondamentale organizzativo e simbolico delle forme sociali e di potere. È nostra intenzione fare dei seminari di discussione, quindi non necessariamente con specialisti dei diversi ambiti che verranno attraversati. Si tratta piuttosto di porre domande a determinati testi, per discutere insieme dei problemi che essi suscitano. Dal punto di vista pratico ogni seminario prevede la lettura ragionata di alcuni testi da parte di una relatrice o relatore e una successiva discussione.

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La lettura e discussione dei testi di Donna Haraway si muove attorno ad alcuni nodi concettuali e politici: — La presa di posizione femminista: dal cyborg alla natura come artefatto alla relazione multispecie, come cambia questa presa di posizione? C’è una continuità oppure dei momenti di rottura dentro al discorso di Haraway nel passaggio dalla posizione di confine della donna come cyborg (differenza) alla relazione multispecie (molteplicità)? — Quale concetto di «cooperazione» è implicito nell’idea della natura come artefatto e nella respons-abilità multispecie? Haraway come pensa la tecnica (‘strumento’ o rapporto sociale)? Come il problema del potere è articolato nella sua fabula speculativa? — In che modo è fronteggiato il problema della «riproduzione sociale» e quale rapporto c’è tra riproduzione e critica, se quest’ultima ha come presupposto le pratiche del «recupero» e della «replicazione»?