Valentina Antoniol discute "Il Postumano" di Rosi Braidotti
Data: 08 APRILE 2021 dalle 17:30 alle 19:30
Luogo: Diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere
Ciclo di seminari
a cura di
Maurizio Ricciardi e Raffaella Baritono
evento online
Il seminario avrà luogo sulla piattaforma Zoom, in diretta streaming sulla pagina Facebook @Algoritmopotere
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Scopo del ciclo di seminari è quello di discutere gli ambiti in cui l’algoritmo e più in generale le tecnologie digitali stanno diventando il criterio fondamentale organizzativo e simbolico delle forme sociali e di potere. È nostra intenzione fare dei seminari di discussione, quindi non necessariamente con specialisti dei diversi ambiti che verranno attraversati. Si tratta piuttosto di porre domande a determinati testi, per discutere insieme dei problemi che essi suscitano. Dal punto di vista pratico ogni seminario prevede la lettura ragionata di alcuni testi da parte di una relatrice o relatore e una successiva discussione.
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Il seminario muove dalla critica radicale operata da Rosi Braidotti della concezione di “umano”, trasmessa in particolare a partire dall’Illuminismo. Bersaglio è l’“uomo” – inteso come soggetto cartesiano del cogito: razionale, cittadino, proprietario, titolare di diritti, bianco, centro della storia – e, per estensione, l’universalismo umanista, eurocentrico e imperialista. A partire dall’eredità antiumanista, il seminario mette a tema il postumanesimo critico di Braidotti, capace di riconoscere il potenziale creativo del postumano – vale a dire della commistione tra corpi e macchine, sviluppata attraverso l’impiego dell’ingegneria genetica e delle biotecnologie – affinché non diventi esclusivo appannaggio dei difensori del capitalismo avanzato. Non solo, secondo la visione enfatica di Braidotti (che presenta aspetti a tratti problematici, senz’altro meritevoli di discussione durante il seminario), la condizione postumana può rappresentare anche una possibilità positiva ai fini di un’innovazione, sia in relazione alle scienze umane, che stanno sperimentando una profonda crisi legata alla “morte dell’Uomo”, sia rispetto ai processi di desumanizzazione del soggetto che si concretizzano anche attraverso l’impiego di nuove pratiche di warfare tecnologicamente orientate. Si comprende dunque come, in definitiva, l’enjeu principale della teoria postumana sia legato alla definizione di una nuova soggettività: non più unitaria, ma nomade, materialista e vitalista, radicalmente situata, la quale non può che essere inserita tra le maglie di una società postantropocentrica, globalmente connessa e tecnologicamente mediata.