I Mercoledì di Santa Cristina: "Fabio Mauri e l’esperimento del mondo"

  • Data: 20 MARZO 2019  dalle 17:00 alle 19:00

  • Luogo: Aula Magna, Complesso di Santa Cristina (p.tta G. Morandi 2, Bologna)

  • Tipo: La Soffitta

nell'àmbito di
I MERCOLEDÌ DI S. CRISTINA
INCONTRI CON L’ARTE 2019

a cura dei docenti di Arti Visive
coordinatore Daniele Benati

Giacomo Marramao e Paolo Fabbri
Fabio Mauri e l’esperimento del mondo

coordina Lucia Corrain

INGRESSO GRATUITO

 

«Non si può essere incolti al punto di amare solo cose di alta qualità». Come una saetta, l’arguzia di fulmina qualsiasi proposito di ridurre l’arte alla pura dimensione estetica. A Fabio Mauri, uno tra i più significativi esponenti dell’avanguardia italiana degli ultimi cinquant’anni, il titolo di “artista” suonava enfatico e fuorviante, se non addirittura eccessivo. Preferiva considerarsi uno sperimentatore di atti linguistici espressi con tecniche diverse, dai dipinti ai collage, dal teatro alle installazioni agli scritti teorici: quadri che si scoprono attivi, diagnosi che diventano performative, corpi che passano all’azione, ecc. L’“azione”, “la forma del fare” sono i tratti distintivi della ricerca di Mauri. Marramao e Mauri sono stati l’uno interprete dell’altro, in un dialogo mai interrotto che tocca il senso stesso dell’arte e del pensiero. Paolo Fabbri converserà con Marramao sull’“l’arte al di là dell’arte” di Mauri, sulla strabiliante officina di incessante smontaggio-rimontaggio della macchina scenica del mondo.

Giacomo Marramao è professore emerito dell’Università di Roma Tre, dove ha insegnato Filosofia teoretica e Filosofia politica. Dirige la Fondazione Basso, è membro del Collège International de Philosophie di Parigi. Tra i suoi saggi: L’ordine disincantato (1985), Minima temporalia. Tempo, spazio, esperienza (1990, 2005), Kairós. Apologia del tempo debito (1992, 2005), Cielo e terra. Genealogia della secolarizzazione (1994) e Contro il potere. Filosofia e scrittura (2011), Dopo il Leviatano. Individuo e comunità (2000, 2013), Potere e secolarizzazione. Le categorie del tempo (2005), Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione (2003, 2009), premio Pozzale-Luigi Russo – La passione del presente. Breve lessico della modernità-mondo (2008) e L’esperimento del mondo. Mistica e filosofia nell’arte di Fabio Mauri (2018).

Paolo Fabbri, uno dei più importanti semiologi italiani, dopo la laurea nel 1962 all’Università di Firenze, si trasferisce a Parigi, dove nel 1965-66 frequenta l’École Pratique des Hautes Études (EPHE), in particolare i corsi di Roland Barthes, Lucien Goldmann e Algirdas Julien Greimas. Questo contatto con la semiotica strutturale francese è destinato a costituire una prospettiva teorico-metodologica di cui Fabbri diventa uno dei più attivi ricercatori. Nel 1977 inizia la sua attività di insegnamento presso l’università di Bologna, dove tiene fino al 2002 l’insegnamento di Semiotica delle Arti presso il corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), di cui è presidente dal 1998 al 2001. Dal 2003 al 2009 è professore ordinario di Semiotica dell’Arte e Letteratura artistica presso la Facoltà di Design e Arti, Università IUAV di Venezia. Tra le più recenti pubblicazioni: L’Efficacia semiotica, Mimesis, Milano, 2017; Elogio del conflicto, Sequitur, Madrid, 2017.