"Forme di produzione nelle industrie creative e culturali"

Organizzato da: Rebecca Paraciani e Lorenzo Cattani
In collaborazione con: Roberta Paltrinieri, Vice Direttrice del DAR dell'Università di Bologna
Con: Alberto Guidetti, Lo Stato Sociale); Chiara Liberti, Biografilm Festival; Giacomo Manzoli, Università di Bologna

 Circoscrivere un oggetto di studio vario e multiforme come quello delle industrie culturali e creative (ICC) sembra essere impresa ardua. Sono innumerevoli le classificazioni che cercano di limitare un contesto di ricerca così ampio, così come variegati sono gli approcci al medesimo oggetto di studio.
Le ICC comprendono infatti le arti visive e dello spettacolo, la letteratura e la musica, ma anche design, moda, beni culturali ed editoria (Sawyer 2014; Razzoli et al. 2020). Stabilire però una tassonomia univoca appare critico, sia per la difficoltà di identificare parametri adatti a tutti i settori di questo mondo, sia per l’eterogeneità di questo settore. Il settore culturale è infatti differente da quello artistico, ma sono differenti anche le realtà che compongono il settore, che si caratterizza per la compresenza di attività di mercato e di non mercato. Allo stesso modo, in questi settori convivono professionalità artistico-culturali in senso stretto, così come professionalità con competenze non necessariamente artistico-culturali, che però sono indispensabili al comparto, con ad esempio competenze manageriali, amministrative, tecniche, di comunicazione . Le stesse professionalità possono poi essere regolamentate o per nulla regolamentate.
Le opportunità che le ICC offrono in termini di studio e ricerca sono quindi molte, eterogenee e, soprattutto, ancora da esplorare. Questo volume collettaneo non le esaurisce di certo, ma si propone di iniziare una discussione multidisciplinare che per questo ha la fortuna di essere condivisa con lavoratori e lavoratrici del settore.