Dell’utilità e il danno dell’algoritmo per la vita: Il capitalismo della sorveglianza

  • Data: 17 DICEMBRE 2020  dalle 17:00 alle 19:00

  • Luogo: On line su Zoom

Dell’utilità e il danno dell’algoritmo per la vita:
ovvero dell’artificialità intelligente e del potere

Ciclo di seminari

a cura di
Maurizio Ricciardi
e Raffaella Baritono

evento online
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Furio Ferraresi discute
Il capitalismo della sorveglianza. Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri
di Shoshana Zuboff

Zuboff segue analiticamente il processo di formazione del «capitalismo della sorveglianza», partendo da una specie di accumulazione originaria – un esproprio digitale – che consiste nello sfruttamento su scala sempre più allargata e connessa dei comportamenti degli individui e della stessa «natura umana» come materia prima per pratiche commerciali segrete di estrazione dei dati, previsione dei comportamenti e vendita. Un concetto fondamentale è quello di «potere strumentalizzante» e di «Grande Altro». Il potere è imposto a tutti tramite l’automazione dei nostri comportamenti e i nostri comportamenti sono oggettivati, esternalizzati, computati sotto forma di dati elaborabili da algoritmi predittivi. L’apprendimento delle macchine viene descritto come quello di una mente alveare, in cui ogni elemento impara e agisce in accordo con ogni altro: un modello di azione collettiva in cui le macchine di un sistema in rete procedono senza ostacoli verso la confluenza, condividendo lo stesso modo di capire le cose e operando all’unisono con la massima efficienza per raggiungere gli stessi risultati. La macchina alveare è quindi il mezzo materiale per eliminare gli elementi caotici che interferiscono con l’ottenimento di esiti garantiti. Interessante, infine, il discorso di Zuboff sul «non-contratto» che prende il posto della fiducia. Esso allude a un processo sociale post-politico che tiene connesso l’alveare fondandosi sul confronto, sull’imitazione e sulla pressione sociali per garantire la propria sicurezza.