Beatrice Bursese
Gli anni Sessanta hanno fatto da cornice a una delle invenzioni più rivoluzionarie della storia del femminismo: la pillola anticoncezionale. Il cambiamento ebbe inizio il 9 maggio del 1960 negli Stati Uniti grazie alla determinazione di Margaret Higgins Sanger, la quale, con l’approvazione della Food and Drug Administration, riuscì finalmente ad avviarne la commercializzazione.
Tuttavia, la storia della pillola anticoncezionale ha radici molto più antiche e una storia politica e sociale abbastanza controversa. L’invenzione della pillola ha rappresentato una delle pietre miliari per l’emancipazione femminile, garantendo la libertà di diventare o meno madre. Ancora oggi sembrano persistere diversi tabù riguardo la contraccezione femminile che, insieme alla disinformazione nell’ambito dell’educazione sessuale, spingono le donne verso una non piena autodeterminazione nei confronti di una maternità consapevole e sicura.
1. Margaret Sanger: i primi passi verso la rivoluzione
Margaret Sanger studiò con determinazione come evitare gravidanze indesiderate. Tuttavia, fu la sua giovinezza, passata ad accudire la casa e i fratelli minori, l’origine di tutte le sue idee rivoluzionarie. Dopo aver assistito agli svariati parti della madre Anne Purcell Higgins (un totale di 18 gravidanze e 11 parti, ndr.), Margaret maturò la convinzione che rimanere o meno incinta dovesse essere una libera scelta e che ogni donna dovesse ricevere tutte le informazioni necessarie sulla contraccezione, per poter così portare avanti una gravidanza desiderata e consapevole. Sanger intuì molto presto la possibilità di poter trovare un metodo per il controllo delle nascite nonostante il proibizionismo americano dell’epoca.
Nel 1912 pubblicò alcuni articoli per il New York Call in cui parlava di attrazione sessuale, masturbazione, sesso, malattie veneree e gravidanze. Le pubblicazioni vennero presto vietate dalla polizia postale con l’accusa di oscenità, poiché l’utilizzo della contraccezione all’epoca era sinonimo di promiscuità. Nel 1914, insieme alla sorella Ethel Byrne, cominciò a diffondere una newsletter mensile in cui venne utilizzata per la prima volta l’espressione “birth control” riferendosi alla schiavizzazione della donna nella sfera sessuale e della maternità. Tuttavia, la newsletter non garantiva nessuna informazione riguardante i vari metodi contraccettivi in uso.
2. Il viaggio in Europa e la nascita di Enovid
Dopo la diffusione di questi articoli, Sanger fu chiamata a comparire in tribunale ma fuggì in Europa dove conobbe Havelock Ellis, medico progressista che credeva nella libertà sessuale delle donne. Successivamente alla creazione della prima clinica degli Stati Uniti capace di fornire informazioni sui contraccettivi, Margaret venne arrestata nel 1916 con una condanna di 30 giorni di lavoro gratuito per aver distribuito contraccettivi. La condanna si basava essenzialmente sull’impossibilità della donna di poter evitare un concepimento attraverso alcun tipo di contraccettivo. Secondo il giudice, infatti, solo un medico avrebbe potuto dare informazioni sulla contraccezione per la prevenzione o la cura di malattie.
Sanger fu arrestata più volte per il suo attivismo in ambito di diritti riproduttivi, scontrandosi spesso con la Chiesa cattolica, ma il suo anticonformismo la portò all’incontro con capi di stato stranieri e all'organizzazione di varie manifestazioni in giro per il mondo. Dopo il suo lavoro come infermiera in un reparto di maternità, Margaret si rese conto di come le numerose gravidanze spesso indebolivano la salute delle donne, portandole verso aborti pericolosi o morte precoce. Per questo motivo, nel 1921 fondò l’American Birth Control League, un’organizzazione di cliniche no-profit.
Purtroppo, all’epoca, queste cliniche erano quasi esclusivamente frequentate da liberali seguaci delle teorie dell’eugenetica interessati dunque al controllo delle nascite solo per bisogni oscuri che nulla avevano a che vedere con la libertà sessuale delle donne. Proprio per questo motivo, Margaret decise di rinunciare alla presidenza dell’American Birth Control League allontanandosi dall’organizzazione.
Solo verso l’inizio degli anni Cinquanta, Sanger decise di rivolgersi al biologo Gregory Pincus, che aveva precedentemente studiato gli ormoni femminili partendo già da alcuni studi di Carl Djerassi (inventore del progesterone sintetico, ndr.) e alcune tecniche di fecondazione in vitro, chiedendogli di lavorare su un nuovo metodo di contraccezione capace di consentire il pieno controllo delle nascite. In questo modo nacque la prima pillola anticoncezionale, fatta passare all’inizio come un semplice farmaco per regolarizzare il ciclo mestruale. La sua reale funzione, infatti, venne indicata sull’etichetta come un effetto collaterale, così da riuscire a ottenere l’approvazione del farmaco. La pillola venne così commercializzata nel 1957 solo alle donne sposate, fino al 1960, quando l’Enovid viene finalmente venduto per quello che è: un contraccettivo.
3. La pillola anticoncezionale in Italia
Il 10 marzo 1971 rappresenta una data storica per le battaglie femminili italiane: è la data in cui la contraccezione e la possibilità per le donne di poter utilizzare un farmaco che impedisce le gravidanze divenne finalmente legale. Rispetto agli Stati Uniti, il processo di legalizzazione della pillola anticoncezionale in Italia fu ancora più lento e il farmaco diventò infatti accessibile a tutte solo nel 1976 con l’abrogazione delle leggi che ne vietavano il commercio per fini anticoncezionali.
Quello che oggi spesso viene dato per scontato è in realtà un aspetto rivoluzionario, ma fondamentale nella storia delle donne. La pillola rappresenta uno dei mezzi più importanti che la donna possiede per poter gestire il proprio corpo e per poter quindi attuare le proprie scelte di vita. Rispetto alle donne degli anni Settanta, oggi ci sono sicuramente molte più opzioni disponibili sul mercato, basti pensare all’anello vaginale o al cerotto. Per questo motivo, le generazioni odierne vedono la pillola quasi come un qualcosa di superato e scontato, preferendo metodi di contraccezione “più naturali” e sottostimando il suo ruolo rivoluzionario nella storia.
Quello che ogni donna dovrebbe ricordare è che se oggi possiamo scegliere se e quando rimanere incinte è soprattutto grazie a donne come Margaret Sanger e alle battaglie dei vari movimenti femministi nel corso degli anni. Enovid arriva in Europa solo un anno dopo la commercializzazione negli Stati Uniti, facendo partire una vera e propria rivoluzione per le donne europee. Nonostante il grande salto in avanti dagli anni Settanta a oggi, ci sono ancora molte battaglie da portare avanti nell’ambito della contraccezione e della sicurezza sessuale: in Italia, la reperibilità dei contraccettivi sembra essere ancora molto difficile, tant’è che solo sei delle regioni italiane prevedono la possibilità di distribuire gratuitamente o rimborsare le spese dei contraccettivi. Il 68% delle donne che hanno avuto bisogno di una contraccezione di emergenza dichiara di essersi viste inizialmente rifiutare il farmaco, mentre il 70% si è sentita “giudicata” durante l’acquisto. Molte donne, infatti, si vedono obbligate a usufruire di questi farmaci a causa di malattie croniche e destabilizzanti che richiedono un’attenta cura attraverso la pillola anticoncezionale. Quindi, non solo sinonimo di libertà ma anche di salute riproduttiva femminile.
4. Disinformazione sessuale e pregiudizi
L’ennesima piaga collettiva scaturisce sicuramente dalla mancanza di educazione sessuale che tuttora persiste in Italia a discapito delle norme europee che seguono delle linee guida ben precise in merito all’educazione sessuale nelle scuole. Ne deriva, quindi, una società poco informata dove la contraccezione ormonale ha ancora un costo troppo elevato (soprattutto per le giovanissime), l’educazione sessuale ha un ruolo per lo più marginale e i consultori vedono il più alto numero di obiettori di coscienza d’Europa.
Un altro esempio di vitale importanza è quello della “pillola del giorno dopo”, la cui reperibilità, oltre a essere ostacolata da consultori poco funzionanti, è messa in difficoltà anche a causa del prezzo sicuramente non modico delle farmacie, senza contare i timori delle adolescenti e donne che spesso devono fare i conti con personale medico giudicante e con i loro pregiudizi, a dimostrazione del fatto che, nonostante siano passati più di 50 anni dalla legalizzazione della pillola anticoncezionale, esistono ancora molti tabù sociali che paralizzano le scelte della donna.
Il brano di James Brown "This is a man’s world” del 1966 riecheggia ancora nella nostra contemporaneità come una verità desolante e presente nell’universo femminile, un elemento indelebile che tutt’oggi sembra questionare la libertà corporea della donna. È un mondo fatto su misura per gli uomini, in cui le esigenze femminili vengono messe continuamente in secondo piano, in cui ogni donna ha dovuto faticare il doppio per poter ottenere dei diritti che, in un mondo ideale, le spetterebbero sin dalla nascita. Nonostante i cambiamenti sociali, le conquiste delle donne vengono ciclicamente messe in discussione. Per questo motivo, la salute riproduttiva, così come la libertà corporea delle donne, sono ancora dei diritti per cui, ogni generazione, dovrà prepararsi a combattere giorno dopo giorno.
5. Sitografia
50 anni fa la contraccezione legale, una conquista storica, Ansa.it (Data di ultima consultazione 18/4/2023)
Contraccezione d’emergenza. Un diritto negato. Prescrizione rifiutata a sette donne su dieci, Quotidianosanità.it (Data di ultima consultazione 18/4/2023)
La controversa sperimentazione della pillola anticoncezionale, Vanillamagazine.it (Data di ultima consultazione 18/4/2023)
La donna a cui dobbiamo la pillola nacque 140 anni fa, ilPost.it (Data di ultima consultazione 18/4/2023)
La pillola compie 60 anni ed ecco perchè abbiamo tutte le ragioni per festeggiarla, Elle.com (Data di ultima consultazione 18/4/2023)