Beatrice Bursese
Tra statuette, red carpet e dibattute nomination, la cerimonia degli Oscar celebra ogni anno la bellezza del cinema in ogni sua forma. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, gli Oscar rappresentano non solo il premio più ambito dell’industria cinematografica, ma anche una realtà che unisce mondi e culture diverse in una collisione perfetta di lingue e narrazioni provenienti da contesti diversi.
Pur essendo una realtà tipicamente nordamericana, la notte degli Oscar riesce infatti a raccogliere storie e personaggi ideati e prodotti da ogni parte del mondo. L’Italia è senza dubbio uno dei paesi che più ha influenzato l’industria cinematografica statunitense attraverso registi del calibro di De Sica e Fellini e il movimento culturale conosciuto come Neorealismo. Non a caso, l’Italia è attualmente il paese con più Oscar vinti nella categoria di Miglior Film Straniero, con una collezione che vanta ben 14 statuette.
Le categorie premiate dall’Academy Award (un’associazione professionale nata negli Stati Uniti che si occupa dell’assegnazione dei premi Oscar, ndr.) sono 24 e sono destinate ai vari artisti e tecnici del settore cinematografico. I membri dell’Academy vengono suddivisi nei vari settori della produzione cinematografica e, a partire dal 2004, le nomination vengono rese pubbliche a fine gennaio. Le categorie più note sono sicuramente quelle indirizzate ad attori, registi e produttori, ma esistono anche altre categorie più tecniche come quelle dedicate al montaggio, alla sceneggiatura (originale e non originale), alla fotografia e agli effetti speciali, giusto per citarne alcune.
Tra le categorie minori vengono anche inseriti il Miglior Cortometraggio e il Miglior Film Straniero. Quest’ultima categoria, in particolare, non possiede una traduzione completamente esatta: il Best Foreign Language Film dovrebbe effettivamente essere tradotto come Miglior Film in Lingua Straniera, una traduzione che metterebbe in risalto la peculiarità più grande di questa categoria, vale a dire la lingua straniera in cui il film viene girato. Difatti, possono essere candidati a Miglior Film Straniero solo quei film che si sviluppano attorno a dei dialoghi prevalentemente non in inglese e che posseggono una produzione non statunitense.
Oltre alle regole comuni, la categoria Best Foreign Language Film è inoltre soggetta a delle regole specifiche, come l’impiego di accurati sottotitoli in lingua inglese e la possibilità di poter presentare un solo film all’anno per ogni paese partecipante.
La categoria di Miglior Film Straniero è quella che ha più volte omaggiato il cinema italiano nel corso degli anni: ben 14 statuette vinte su 28 nomination per questa categoria, tre delle quali vanno sotto la denominazione di Oscar speciale poiché ricevute tra il 1948 e il 1951 (periodo in cui non esisteva ancora il premio per il miglior film straniero, ndr.). Ogni anno infatti vengono proposte nuove categorie, alcune delle quali non vengono però prese in considerazione dall’Academy.
Il grande successo del cinema italiano a Hollywood si deve attribuire ai diversi fattori di attrazione che risiedono nell’esotismo e negli stereotipi che ancora oggi accompagnano il Bel Paese. Gli Americani sono da sempre affascinati dall’idealizzazione della cultura italiana, tutt’oggi infatti il popolo statunitense continua a proporre un’Italia cinematografica ormai lontana nel tempo, figlia dei grandi registi di un’epoca ormai passata e di un cinema che non tornerà più.
Questo forte attaccamento al passato è dovuto principalmente alla grande qualità dei film presentati dalle vecchie generazioni e all’immagine italiana proposta cinquant’anni fa, abbondante di stereotipi. Questi stessi stereotipi conferiscono in realtà un valore aggiunto alla visibilità italiana negli Stati Uniti creando un esotismo unico nel suo genere.
L’italianità riscontrabile all’interno dei film vincitori agli Oscar si basa su una presenza costante di elementi estetici e stilistici ricorrenti, come la scelta delle location che spesso ricade su Roma o su realtà caratteristiche del Sud Italia. Mentre per gli italiani questi film raffigurano un’Italia che non esiste più, il popolo americano è fermamente convinto che il Bel Paese sia rimasto fermo agli anni Sessanta. La rappresentazione dello stile di vita italiano conquista facilmente le giurie statunitensi più esigenti che, cresciute a pane e Neorealismo, non possono non apprezzare le situazioni di melodramma, passione e bellezza che da sempre caratterizzano lo stereotipo dell’italianità.
A partire dal 1945, l’arte del cinema italiano fa il suo exploit negli Stati Uniti attraverso i film Neorealisti dei grandi registi italiani, conquistando e influenzando fortemente il pubblico a stelle e strisce. L’italianità è il concetto chiave che ha portato al successo i film italiani trionfanti a Hollywood ed è alla base del Neorealismo cinematografico.
Le trame delle pellicole neorealiste si basano su situazioni ambientate nel dopoguerra italiano con personaggi appartenenti alle classi sociali più umili e alla loro voglia di riscatto. Il disagio dell'età del dopoguerra e le denunce delle problematiche sociali sono quindi il punto di partenza dei film neorealisti, spesso etichettati come eccessivi. Il realismo delle pellicole, che venivano girate quasi interamente all’aperto fuori dagli studi di Cinecittà, si intuisce anche dalla scelta degli attori che ricadeva per lo più su dei non professionisti.
A partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, il Neorealismo viene sostituito dalla Commedia all’italiana e dal cinema d’autore, generi che a loro volta contribuiranno ad aumentare la popolarità del cinema italiano nel mondo. Nonostante le notevoli differenze con i canoni di Hollywood, il cinema come lo conosciamo oggi esiste anche e soprattutto grazie al Neorealismo e alle correnti cinematografiche che lo hanno seguito.
I grandi maestri del cinema italiano hanno visto trionfare più volte i propri film a Hollywood, conquistando ben 14 statuette nella categoria Miglior Film Straniero su 28 candidature totali, e ottenendo altri 3 Oscar nella categoria di Miglior Attore/Attrice grazie ad artisti del calibro di Anna Magnani, Sophia Loren e Roberto Benigni. Le statuette ottenute per le categorie tecniche sono invece 33, tra queste si collocano la Miglior Sceneggiatura Originale (Divorzio all’italiana, del 1961) e Non Originale (Chiamami col tuo nome, del 2017), i Migliori Costumi (La dolce vita, 1960 e Otto e ½, 1963) e la Miglior Fotografia (Romeo e Giulietta, del 1968). Inoltre, l’Academy ha deciso di conferire 4 Oscar alla carriera a Sophia Loren, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Dino De Laurentiis.
Il primo regista della storia del cinema italiano a ottenere un premio Oscar nella categoria Miglior Film Straniero è Vittorio De Sica con il film Sciuscià (1946). Seguono poi altre sue pellicole, Ladri di biciclette (1948), Ieri, oggi e domani (1963) e Il giardino dei Finzi-Contini (1970). Federico Fellini, il più vincente agli Oscar insieme a De Sica, ha trionfato invece per la prima volta con la pellicola La strada (1954) seguita da Le notti di Cabiria (1957), Otto e ½ (1963) e Amarcord (1973). Altri film vincitori di premio Oscar sono Le mura di Malapaga (1949, produzione italo-francese) di René Clément e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri.
Dopo una pausa piuttosto lunga, l’Italia torna a vincere con Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore, seguito da Mediterraneo (1991) di Gabriele Salvatores, La vita è bella (1997) di Roberto Benigni e, infine, la vittoria di Paolo Sorrentino con La grande bellezza (2013), l’ultimo italiano a vincere la statuetta.
L’Italia riesce ad accaparrarsi anche un Oscar per il Miglior Regista grazie a Bernardo Bertolucci e al suo kolossal L’ultimo imperatore (1987), film che tra l’altro è stato premiato con ben nove statuette. Anche la categoria Miglior Colonna Sonora ha visto gareggiare più volte l’Italia, con una menzione speciale al maestro Ennio Morricone, candidato più volte e vincitore di un Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight (2015), oltre al premio per la carriera. Sono tanti, infine, gli artisti italiani che hanno conquistato una o più statuette lavorando in film internazionali.
Regista, attore e sceneggiatore italiano, Vittorio De Sica è il padre del Neorealismo e della Commedia all’italiana, uno dei cineasti più influenti del cinema italiano e internazionale, contraddistinto da un’indole artistica versatile e visionaria. De Sica è un artista completo che nasce come attore ma si converte successivamente alla carriera da regista, consapevole che “se l’attore si risolve in un personaggio, il regista può essere tutti i personaggi”. Vincitore di quattro premi Oscar, i suoi film sono innovativi e a tratti provocatori, tanto da aver avuto numerosi problemi di censura.
Uno degli attori più richiesti nonché uno dei registi più amati, De Sica si districa perfettamente tra le sceneggiate drammatiche del Neorealismo e le commedie leggere napoletane. L’incontro con lo sceneggiatore Cesare Zavattini sancisce la nascita del De Sica regista e della messa in scena dei capolavori del Neorealismo: Sciuscià, Ladri di biciclette, Umberto D. e Miracolo a Milano. Solo in seguito deciderà di fotografare la società dell’epoca attraverso delle commedie leggere spesso interpretate da Sophia Loren, una delle sue attrici preferite. Il De Sica attore, invece, appare in centinaia di pellicole: tra i suoi personaggi più noti il maresciallo Carotenuto in Pane, amore e fantasia (1953) con Gina Lollobrigida e la drammatica interpretazione di Il generale Della Rovere (1959) di Rossellini.
Il secondo grande caposaldo del cinema neorealista è rappresentato dal regista Federico Fellini. Il Neorealismo magico proposto dal cineasta si basa su rappresentazioni oniriche e surreali, a tratti difficili da comprendere. Il primo impatto di Fellini con la macchina da presa avviene grazie a Rossellini, con il quale collabora alle sceneggiature di Roma città aperta (1945) e Paisà (1946), colonne portanti del Neorealismo. Lo sceicco bianco (1952) è invece il primo grande successo di Fellini regista, a cui seguono altri film diventati poi dei cult del cinema italiano: La dolce vita (1960), 8 e ½ (1963), I vitelloni (1953) e La strada (1954).
All’interno di queste pellicole la rappresentazione del paesaggio urbano, inondato da elementi onirici e fantastici, possiede una notevole importanza. Il cinema di Fellini rappresenta infatti un Neorealismo evoluto, molto più vicino al cinema moderno in cui il surreale supera il realismo iniziale. I suoi film anticipano le tendenze della società italiana rendendo Fellini un vero e proprio visionario a tratti profetico. La paura del futuro, la decadenza dell’Italia e il boom economico degli anni ‘60 sono le tematiche più diffuse nei suoi lungometraggi, i cui personaggi sono spesso interpretati dalla moglie Giulietta Masina e dal grande Marcello Mastroianni.
Nonostante l’enorme successo internazionale raggiunto da Fellini, il rapporto con gli Oscar è stato sempre abbastanza complicato. I membri dell’Academy però non hanno tardato a riconoscere il grande talento di questo regista: vincitore di quattro statuette per i film La strada (primo successo), Le notti di Cabiria, 8 e ½ e Amarcord, Fellini ricevette 12 candidature nella categoria di Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura senza mai portare a casa la vittoria. Solo nel 1993, poco tempo prima della sua morte, l’Academy decide di dedicargli un Oscar alla carriera.
Il cinema italiano come fonte di ispirazione per i grandi registi americani è un tema che spesso viene trascurato. Cineasti del calibro di Spielberg e Scorsese sono infatti l’ennesimo esempio di come l’Italia abbia influenzato Hollywood. Quando un attore o un regista americano professa il proprio amore per il cinema italiano torna sempre a citare inevitabilmente i mostri sacri del Neorealismo.
Il regista Martin Scorsese, cresciuto nel quartiere di Little Italy, ha dichiarato di recente che la sua formazione di cineasta è stata fortemente influenzata dal cinema italiano del Neorealismo. Sono molti infatti i registi e i film italiani che hanno influenzato le sue pellicole più famose, come Toro Scatenato (1981) e Quei bravi ragazzi (1990). Secondo le dichiarazioni rilasciate da Scorsese al Festival del cinema di Roma del 2018, i film neorealisti italiani, così come le sue origini italiane, lo hanno avvicinato al mondo del cinema e alla professione di regista. Ammaliato dai personaggi creati da Pasolini e dalla quotidianità familiare raccontata da Rossellini, Scorsese ha subìto il fascino dei capolavori neorealisti di De Sica e Zavattini che lo hanno catapultato nella realtà del dopoguerra italiano, lontano dalle forme di entertainment del cinema americano.
L’italianità diventa quindi uno dei marchi di fabbrica del suo cinema, che continua ad avere dei tratti americani pur richiamando spesso la cultura del Bel Paese. Inoltre, dimostra il suo amore per l’Italia attraverso un documentario del 1999, Il mio viaggio in Italia, dedicato ai capolavori del cinema italiano che lo hanno coinvolto maggiormente, tra tutti i film di De Sica, Rossellini e Visconti. In questa rappresentazione della durata di quattro ore, Scorsese analizza alcuni grandi film e autori del Neorealismo italiano attraverso una narrazione intrisa di passione e italianità urlata al mondo.
Secondo una confessione di Giancarlo Giannini, un altro grande regista ammaliato dal fascino del Neorealismo italiano fu Steven Spielberg. La scena più famosa del cult E.T l’extraterrestre (1982) è in realtà un omaggio al Neorealismo e al cinema di Vittorio De Sica. La famosa fuga dei ragazzini che spiccano il volo in bicicletta è infatti un richiamo al film Miracolo a Milano (1951) in cui si vedono i protagonisti volare sopra il Duomo con delle scope magiche. Spielberg, che dichiarò apertamente di essere rimasto folgorato da bambino da questa magica rappresentazione, realizza così una delle scene più famose del cinema degli ultimi anni, ripresa recentemente dalla serie tv Stranger Things.
Il cinema italiano di oggi ha ottenuto la propria rivincita cinematografica grazie alla vittoria del 2014 di Paolo Sorrentino con il film La grande bellezza. Dopo sedici anni l’Italia torna infatti a vincere nella categoria di Miglior Film Straniero grazie all’italianità che si nasconde dietro la pellicola di Sorrentino. L’ambientazione romana, i canoni estetici che riportano al Neorealismo e la presenza di Toni Servillo rappresentano il vero motivo della vittoria agli Oscar. Un altro regista che ha da poco riproposto l’italianità al pubblico statunitense è Luca Guadagnino. Il suo film Chiamami col tuo nome ha ricevuto diverse candidature e un Oscar come Miglior Sceneggiatura Non Originale, proponendo il fascino delle campagne lombarde attraverso delle riprese che incorniciano ambientazioni e personaggi tipici dell’Italia degli anni Ottanta.
Il concetto di italianità nel cinema italiano e internazionale è molto vasto, così come il numero delle pellicole che negli anni hanno influenzato la storia del cinema italiano e straniero. La corrente stilistica del Neorealismo ha avuto un impatto così forte da riuscire a influenzare i registi e gli attori di tutto il mondo, apportando un valore aggiunto al cinema hollywoodiano. De Sica, Fellini e tutti gli altri mostri sacri del Neorealismo fanno ormai parte di una tradizione secolare e di un periodo irripetibile della storia del cinema italiano.
Oggigiorno, i registi italiani tendono infatti a riprendere i canoni stilistici di un tempo riproponendo il concetto di italianità che ha reso celebre il Bel Paese agli occhi del mondo. Tuttavia, sarebbe interessante riuscire a proporre un tipo di cinema nuovo e lontano dagli stereotipi del Neorealismo, sviluppando nuovi generi e nuove tematiche capaci di raccogliere gli stessi apprezzamenti dei grandi registi del passato.
Come funzionano gli Oscar: il film straniero e le categorie che in Italia abbiamo tradotto male, cinefacts.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Da Fellini a Farinetti. Il nuovo racconto dell’Italianità, ilbolive.unipd.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Giancarlo Giannini: “Spielberg mi disse che per E.T. copiò De Sica”, adnkronos.com (data ultima consultazione 7/07/2021).
Il cinema di un visionario, raicultura.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Il mio viaggio in Italia - un documentario di Martin Scorsese, derzweifel.com (data ultima consultazione 7/07/2021).
Il Neorealismo magico che ci guida al senso dell’esistenza, avvenire.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
L’Italia vista da Hollywood: tra esotismo e stereotipi, cinema.everyeye.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Martin Scorsese: con l’Italia negli occhi, metropolitanmagazine.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Martin Scorsese e i maestri del cinema italiano: “I loro film raccontano la vita vera”, repubblica.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
Tenerezza e ironia: Vittorio De Sica, attore e regista, fondazione.cinetecadibologna.it (data ultima consultazione 7/07/2021).
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Foto 2 da wikipedia.org data di ultima consultazione:30/082021
Foto 3 da youmedia.fanpage.it data di ultima consultazione:30/082021
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