Generazioni a confronto: Friends mito degli anni Novanta

Beatrice Bursese

Il 22 settembre del 1994 va in onda negli Stati Uniti il primo episodio di Friends, la serie più longeva di sempre e grande cult degli anni Novanta. Il racconto di sei giovani ventenni alla ricerca del proprio posto nel mondo nella New York di fine millennio ammalia sin da subito migliaia di telespettatori in tutto il mondo. Non a caso, Friends è considerata la madre di tutte le sitcom, la fonte d’ispirazione per molte produzioni degli anni 2000 (How I met your mother e New Girl fra tutte, ndr.) che hanno cercato di imitare lo humor e le vicende rappresentate.

Nonostante le tematiche avanguardistiche affrontate dalla serie e il grande successo riscosso nella generazione degli anni Novanta, Friends si ritrova a essere, 27 anni dopo, una delle serie più criticate e discusse degli ultimi anni. La nuova generazione di giovani adulti (conosciuta come Generazione Z, successiva a quella dei Millennials, ndr.) ha infatti addossato varie critiche allo show americano, accusandolo di sessismo, omofobia, razzismo e body-shaming. Cruda verità o scarsa contestualizzazione?

 

1. Friends e il pubblico degli anni Novanta

2. I temi avanguardisti

3. Le critiche della Generazione Z

4. Conclusione: politically correct e contestualizzazione

5. Sitografia

 

1. Friends e il pubblico degli anni Novanta

La chiave del successo di uno show come Friends risiede sicuramente nell’umorismo impattante che contraddistingue l’intera serie. Non a caso, ancora oggi viene considerata una delle sitcom più divertenti di sempre nonostante la sua ormai non giovane età. I protagonisti dello show sono l’altro punto di svolta della serie: sei giovani single tra i 25 e i 30 anni, tre ragazzi e tre ragazze alle prese con difficoltà economiche, situazioni sentimentali imbarazzanti e problemi familiari. Tutto questo all’interno di un appartamento newyorkese in stile shabby chic. 

Le problematiche affrontate da Rachel, Monica, Phoebe, Ross, Joey e Chandler rappresentano i dissapori tipici della generazione dei ventenni degli anni Novanta. Il successo planetario della serie è dovuto proprio alla generazione cresciuta a pane e Friends che si identifica perfettamente nelle situazioni proposte dallo show, ammaliata dall’ambiente amichevole e familiare proposto dalla serie. A venticinque anni è facile perdersi tra le ambizioni lavorative e sentimentali tipiche di un’età in cui tutto è ancora possibile ma allo stesso tempo spaventoso. Secondo i produttori e gli sceneggiatori della serie, è proprio in questo momento che entra in gioco il rapporto con gli amici: quando sei giovane e single in una grande città come New York, gli amici diventano la tua famiglia.

Il pubblico degli anni Novanta sviluppa così un forte attaccamento nei confronti dei protagonisti di Friends i quali, a loro insaputa, danno vita a delle vere e proprie tendenze sia dal punto di vista del linguaggio (le iconiche battute di Chandler) che dell’estetica (si pensi al taglio di capelli di Rachel imitato da molte ragazze, ndr.).  Al contrario delle altre sitcom degli anni Novanta, Seinfield fra tutte, i protagonisti di Friends dovevano essere giovani di bell’aspetto privi di vizi e tratti caratteriali troppo negativi (alcol e droga, in primis). Uno show che plasma la visione del mondo dei Millennials e impone delle aspettative di vita ben precise.

2. I temi avanguardisti

Secondo i più grandi estimatori della serie tv, la genialità di Friends risiede nell’aver affrontato tematiche all’avanguardia raccontandole però con ironia. Un successo meritato, considerando che lo show è riuscito a unire una comicità esilarante alle tematiche più sensibili mettendo a nudo i personaggi attraverso argomenti spinosi e controversi.

La prima tematica scottante proposta al pubblico riguarda le coppie omosessuali e la crescita dei figli: l’ex moglie di Ross, infatti, decide di crescere il figlio con l’aiuto della nuova compagna Susan, legittimando la famiglia allargata e omogenitoriale. Rimanendo sempre in tema di sessualità, anche il padre di Chandler è collegato alla comunità LGBT+ in quanto personaggio transgender che compare più volte all’interno della serie.

Nella quarta stagione, Phoebe decide invece di fare da madre surrogata per il fratello. La moglie, infatti, non potendo avere figli, decide di chiedere aiuto alla ragazza che darà alla luce tre gemellini in una delle puntate più commoventi di tutta la serie. Anche Monica e Rachel rappresentano delle madri fuori dal comune, nonché donne che cercano di realizzarsi professionalmente. Rachel, rimasta incinta di una bambina dopo un’avventura con Ross, diventa una giovane madre single in carriera. Nelle ultime stagioni, Monica decide invece di prendere in adozione due gemelli dopo aver scoperto di non poter rimanere incinta.

Friends è dunque uno show che si impegna ad arricchire la propria trama attraverso scelte narrative innovatrici e inclusive. Parlare di femminismo, sessualità e famiglie non convenzionali non è così scontato all’interno di una sitcom, soprattutto se si considera l’epoca in cui lo show è ambientato.

3. Le critiche della Generazione Z

Nonostante la varietà delle tematiche affrontate dallo show, negli ultimi anni molti giovani hanno riservato non poche critiche nei confronti di Friends. Tutto ebbe inizio da alcuni tweet di alcuni giovani inglesi subito dopo lo sbarco di Friends sulla piattaforma Netflix nel 2018. Quest’ultima ha infatti permesso allo show di diventare una delle serie tv più viste di sempre anche tra la Generazione Z. Ovviamente, la nascita di un nuovo pubblico porta con sé nuove critiche e nuovi punti di vista. Questi nuovi spettatori hanno infatti interpretato in modo diverso le tematiche e le vicende narrate in Friends rispetto a quanto fatto precedentemente dai Millennials.

Le reazioni della Generazione Z non sono state proprio delle migliori, arrivando ad accusare la serie di razzismo, omofobia, sessismo e body-shaming. Quello che per i Millennials era semplice humor, per la nuova generazione di spettatori si tramuta in comicità massacrante e battute fuori luogo. I giovani hanno quindi definito lo show anacronistico e non politicamente corretto, inadatto allo stile di vita e alla sensibilità linguistica attuale.

La prima accusa nei confronti di Friends è quella che riguarda l’omofobia. Chandler si trova nel mirino di questa tesi poiché suo padre è un personaggio transgender e il modo in cui viene sviluppata la relazione tra Chandler e il padre presenterebbe degli elementi omofobi e transfobici. Le battute e l’atteggiamento di chiusura di Chandler nei confronti del padre, così come l’insistente volontà di Chandler di dimostrare di non essere omosessuale, hanno catturato diverse critiche. Rimanendo sempre nella rappresentazione della comunità LGBT+, secondo molti giovani anche il personaggio di Ross sarebbe caratterizzato da atteggiamenti omofobi nei confronti della relazione tra Susan e la sua ex moglie.

La serie viene anche additata di razzismo a causa della mancanza di diversità etnica nel cast. Gli unici personaggi appartenenti ad altre etnie sono Julie, nella seconda stagione, di origini asiatiche, e Charlie, una donna afroamericana che compare nella nona stagione. Entrambi i personaggi sono però secondari, dando vita così a una polemica sul cast principale formato esclusivamente da bianchi caucasici.

Ovviamente, non mancano le critiche in riferimento al body-shaming e all’obesità di Monica. Si parla spesso infatti dei problemi di peso di Monica durante gli anni del liceo attraverso l’utilizzo di alcune gag che riprendono però dei veri e propri cliché delle persone in sovrappeso. La Generazione Z sottolinea quindi come tutte queste battute sul peso portino ad episodi di fat shaming degradante.

Le battute sessiste condannate dai nuovi spettatori si rifanno invece ai comportamenti di Joey nei confronti delle donne e alle sue pick up lines. Anche Ross è stato accusato di sessismo: in particolar modo, ha ricevuto parecchie critiche l’episodio in cui non riesce a tollerare la presenza di un babysitter uomo.

4. Conclusione: politically correct e contestualizzazione

Le critiche ricevute da Friends sono arrivate fino all'attesissima reunion del cast andata in onda a maggio 2021, scatenando il disappunto del cast stesso e dei suoi produttori. Anche questa volta, la mancanza di diversità tra i protagonisti ha scatenato i giudizi più duri da parte del pubblico. L’attore Matt Le Blanc, l’interprete di Joey, ha reagito alle critiche affermando che il vero problema non è il divario generazionale ma una propensione alla polemica sempre più diffusa nella società odierna. Il vero problema può infatti risiedere nella necessità delle nuove generazioni di mettere in discussione tutto quello che li circonda, schierandosi contro tutto quello che appartiene alle vecchie generazioni. Come dichiarato dallo stesso Le Blanc, l’importante è non fare di tutta l’erba un fascio, dal momento che sono molti i giovani appartenenti alla Generazione Z che hanno sviluppato un forte attaccamento nei confronti della serie

Bisogna quindi capire se la narrazione di Friends presenta veramente dei seri problemi dal punto di vista della comunicazione e delle tematiche, oltrepassando i limiti del politically correct, o se invece bisognerebbe solo contestualizzare le dinamiche della serie in base al periodo storico in cui sono ambientate. Gli sforzi delle nuove generazioni nel creare un linguaggio inclusivo e nel denunciare i comportamenti e le abitudini dannose per la società sono da considerarsi ammirevoli sotto ogni punto di vista. Tuttavia, molte argomentazioni lasciano spesso il tempo che trovano, poiché senza un’adeguata contestualizzazione si rischia di creare solamente delle polemiche sterili

La contestualizzazione nasce in primis dallo studio del periodo storico: per quanto Friends possa essere uno show all’avanguardia, rimane comunque una serie degli anni Novanta, un periodo in cui i tabù sociali erano ancora molti e l’atteggiamento di chiusura dei personaggi ne è una prova. Friends, dunque, non fa altro che rappresentare la società del suo tempo, orientata verso un mondo che cambia velocemente ma ancorato a degli stereotipi sociali ancora molto forti. Interpretare una serie lontana nel tempo con gli strumenti e la mentalità del nostro periodo storico potrebbe essere dunque sbagliato. Bisognerebbe cercare di capire e analizzare invece gli insegnamenti proposti dallo show, cercando di comprendere quello che la serie ha voluto rappresentare nella sua epoca.

Oggigiorno i temi proposti da Friends verrebbero affrontati in modo diverso, a dimostrazione di quanto all’epoca la sensibilità televisiva fosse decisamente diversa. Ciò nonostante, è innegabile quanto in realtà molte vicende trattate in Friends rispecchiano la contemporaneità, basti pensare all’emancipazione femminile e alle famiglie non convenzionali. Per quanto molti elementi della serie possano essere considerati fuori luogo, la sitcom gode di una grande lungimiranza dovuta all’ironia sempreverde che la caratterizza e ai personaggi nei quali ancora oggi migliaia di giovani in tutto il mondo riescono a immedesimarsi.

5. Sitografia

5 cose di Friends che oggi non sopporteremmo, wired.it  (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

Friends, compie 25 anni la madre di tutte le sitcom. Ecco i segreti del suo successo, Ilfattoquotidiano.it (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

Friends ha creato una generazione di idiotivice.com (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

Friends: Matt Le Blanc contro le critiche dei Millennials, lascimmiapensa.com (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

Friends: serie che ha segnato una generazione, lamenteemeravigliosa.it (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

Friends sta invecchiando male, Hallofseries.com (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)

 

Foto 1 da tz.de (Data di ultima consultazione: 15/09/2021) 

Foto 2 da partedeldiscorso.it (Data di ultima consultazione: 15/09/2021)