Poesia e schiavismo: excursus letterario di alcuni autori afroamericani

Manuela Boccaccio

Tra Cinquecento e Ottocento, circa dieci milioni di africani furono deportati dalla loro terra d’origine verso il continente americano. Lo scopo era quello di sfruttare la loro forza lavoro nelle grandi piantagioni dei territori statunitensi, dando il via alla tratta schiavista che fu il fondamento del sistema economico e della civiltà americana tout court.

Con il passare dei secoli, la letteratura (in particolare la poesia) è divenuta la valvola di sfogo per molti scrittori e scrittrici, che si sono impegnati non solo a trasmettere ai posteri le storie vissute, ma anche a perseguire un cambiamento drastico e definitivo grazie al peso della propria voce. 

 

1. Schiavismo e poesia afroamericana

2. Frances E. W. Harper

3. James David Carrothers

4. Langston Hughes

5. Bibliografia

6. Sitografia

 

 

1. Schiavismo e poesia afroamericana

Le origini del genere letterario afroamericano risalgono alla fine del XVIII secolo. Importanti autori afroamericani quali Lucy Terry, Phillis Wheatley e Jupiter Hammon riuscirono ben presto a far sentire le proprie voci nella società americana. La letteratura nasceva per loro come un’esigenza indispensabile per sovvertire il sistema statunitense, fino ad allora fondato proprio sui concetti di schiavitù e razzismo. Erano proprio questi gli aspetti della società statunitense contro cui si scagliava la letteratura afroamericana prima della guerra di secessione.

Lo schiavismo ha origini antiche e si è sempre basato sulla privazione di diritti e libertà di intere popolazioni soggiogate da altre per motivi politici, economici e socio-culturali. Il fenomeno si sviluppò da ben prima della nascita degli Stati Uniti d’America nel 1776, ma oltreoceano durò per più di un secolo, mirata allo sfruttamento della manodopera africana nelle coltivazioni del Nuovo continente. 

Il primissimo episodio di tratta atlantica, conosciuta anche come Middle Passage, avvenne nel 1619, con l’arrivo in Virginia di una nave che aveva a bordo 20 africani. Successivamente, altri uomini furono deportati in Connecticut nel 1629 e in Massachusetts nel 1637.

La pratica era particolarmente adottata nelle zone in cui i terreni erano più fertili ed era necessaria manovalanza per le piantagioni di tabacco, cotone, caffè e zucchero.

Dal 1699, alcuni distretti americani cominciarono a chiedere l’abolizione delle tratte schiaviste, ma la maggior parte dei casi, le richieste vennero respinte. Solo nel 1863, dopo guerre violente, la schiavitù venne definitivamente abolita. La Francia fu il primo stato a porvi fine nel 1794, sebbene Napoleone la reintrodusse nel 1802. Fu definitivamente abolita nel 1848.

Sono state scritte molte opere, tra romanzi, saggi e poesie che raccontano dei soprusi e degli abusi subiti dalla popolazione africana nel corso dei secoli, nella maggior parte dei casi documentati da chi effettivamente aveva vissuto la deportazione, schiavitù e assoggettamento sulla propria pelle. Tra questi autori e autrici ricordiamo Frances E. W. Harper, James David Corrothers e Langston Hughes. 

 

2. Frances E. W. Harper

Frances Ellen Watkins Harper nacque nel 1825 a Baltimora, nel Maryland. Rimasta orfana, venne adottata dagli zii, che le diedero la possibilità di studiare, fu così che ebbe accesso a quel sapere che l’avrebbe resa attiva nella militanza in difesa dei diritti civili. Diede alle stampe il suo primo libro di poesie Forest Leaves (1845) a soli 20 anni. 

Il suo intenso attivismo nella scena abolizionista iniziò nel 1853, quando entrò in vigore una legge nel suo stato che impediva ai neri liberi di entrare nel Maryland e, in caso di accesso, li destinava alla cattura e, poi, alla vendita. Il 1854 fu l’anno in cui l’artista tenne il suo primo discorso contro la schiavitù nera, iniziando una brillante carriera di oratrice in tutti gli stati. 

Oltre ai discorsi politici, Harper è conosciuta come una delle più importanti poetesse americane. Pubblicò quattro volumi di poesie con l’intento di stimolare nel lettore quelle emozioni utili a generare empatia verso gli afroamericani, mettendo al centro dei suoi componimenti proprio la schiavitù e il razzismo di quegli anni.

Nella poesia The Slave Auction, la poetessa evidenzia i sentimenti dei personaggi prestando particolare attenzione ai dettagli e alle emozioni che traspaiono dagli occhi e dalle espressioni delle fanciulle e delle madri. L’asta delle ragazze si svolge con il sottofondo dei singhiozzi, mentre le madri guardano con gli occhi bagnati di lacrime le loro figlie indifese che vengono vendute. Harper evidenzia la sofferenza e l’impotenza di chi osserva la scena. 

 

The sale began; young girls wew there,

Defenceless in their wretchedness,

Whose stifled sobs of deep despair,

Revelaed their anguish and distress.

 

And mothers strod with streaming eyes,

And saw their dearest children sold;

Unheeded roses their bitter cries,

While tyrants bartered them for gold.

[..]

Ye may not know how desolate

Are bosoms rudely forced to part

And how a dull and heavy weight

Will press the life-drops from the heart.” (Harper, 1964: 276)

 

Anche nella poesia Bury me in a free land, Harper sottolinea il dolore che prova quando pensa alla schiavitù. Dedica dei versi al diritto dell’uomo più importante: la libertà. La condizione più desiderata soprattutto da coloro ai quali viene negata. L’autrice supplica il lettore dicendo di non voler essere seppellita in una terra dove gli uomini sono schiavi, un paese dove la libertà è stata ripetutamente negata e violata nel corso del tempo.  

 

Make me a grave where you will,

In a lowly plain, or a lofty hill,

Make ita among earth’s humblest graves,

But not in a land where men are slaves.” (Harper, 1964: 280)

 

3. James David Corrothers

James David Corrothers nacque in Michigan nel 1869, in una piccola città di abolizionisti, schiavi che erano riusciti a fuggire dai soprusi dei coloni e neri liberi. Fu cresciuto dal nonno, che però lo lasciò nel 1885.

Nel 1887, Corrothers si trasferì a Chicago, dove iniziò la sua carriera giornalistica e iniziò ad avvicinarsi alla poesia. Nel 1890 cominciò i suoi studi alla Northwestern University, che abbandonò prima di ottenere la laurea. Da lì in poi, si dedicò quasi interamente al giornalismo e alla poesia. Quest’ultima era il mezzo per potersi esprimere liberamente e gli consentì di raggiungere la notorietà quando pubblicò le sue storie e le sue poesie in dialetto. La raccolta The Black Cat Club fu pubblicata nel 1902.

Nel corso della sua vita si impegnò nelle proteste razziali, promuovendo libertà, giustizia e tolleranza anche tramite la sua produzione letteraria, sostenendo la lotta contro lo schiavismo e contro la crescente intolleranza razziale degli Stati Uniti.

Nel 1913 scrisse At the Closed Gate of Justice. In questa poesia, l’autore descrive la difficoltà di avere il colore della pelle diverso nella società in cui vive. Attraverso il suo impegno letterario, Corrothers ha restituito un'immagine della popolazione nera che potesse riscattare la condizione di schiavitù e non dignitosa di ciascuno. In questa poesia, infatti, l’autore presenta il punto di vista di un afroamericano in “un giorno come questo”, che può essere un giorno qualunque come per un uomo bianco, ricordando che la quotidianità richiede perdono, pazienza, lealtà a chiunque. Incentrando la narrazione su un uomo di colore, lo erge everyman con cui far empatizzare il suo lettore, bianco o nero che fosse. È come una corsa verso il cancello della Giustizia, che splende di ametista e oro, ma che rimane comunque irraggiungibile, così come l’accettazione delle differenze.

 

To be a Negro in a day like this

Demands forgiveness. Bruised with blow on blow,  

Betrayed, like him whose woe dimmed eyes gave bliss  

Still must one succor those who brought one low,    

To be a Negro in a day like this.       

 

To be a Negro in a day like this

Demands rare patience—patience that can wait  

In utter darkness. ’Tis the path to miss,  

And knock, unheeded, at an iron gate,  

To be a Negro in a day like this.       

 

To be a Negro in a day like this

Demands strange loyalty. We serve a flag 

Which is to us white freedom’s emphasis.  

Ah! one must love when Truth and Justice lag,

To be a Negro in a day like this.       

 

To be a Negro in a day like this—

Alas! Lord God, what evil have we done?

Still shines the gate, all gold and amethyst,

But I pass by, the glorious goal unwon,

“Merely a Negro”—in a day like this!” (Corrothers, 1964: 336)

 

4. Langston Hughes

James Mercer Langston Hughes nacque nel 1901 in Missouri. Divenne un importante poeta americano e un attivista nella società del tempo. Visse in diverse città, circondato da affetti che non gli impedirono, comunque, di cadere ripetutamente vittima della depressione. Il padre lo costrinse a studiare ingegneria all’università, ma il giovane Hughes sognava una vita dedita alla scrittura.

Attraverso la poesia riusciva a rappresentare la vita vivace dei neri d’America, raccontando anche dei sentimenti e delle emozioni della sua gente. Partecipò anche in alcune organizzazioni impegnate nella lotta per i diritti dei neri d’America, trasferendo nei suoi versi tutte le emozioni e i sentimenti che provava durante il suo attivismo.

È conosciuto come l’iniziatore dell’Harlem Renaissance, chiamato anche il “New Negro Movement”. Il movimento includeva tutte quelle nuove forme espressive della cultura afroamericana, nate dal rifiuto degli artisti neri di imitare lo stile degli europei e dei bianchi d’America. Piuttosto, preferivano esaltare la propria cultura e tradizione, rivendicandone l’espressione e un’identità unica e vera. 

Tra le sue poesie, ricordiamo I, Too in cui Hughes descrive i sentimenti di chi, come lui, vuole sentirsi parte integrante della comunità americana tanto quanto i bianchi. Nella poesia l’autore parla al lettore attraverso il punto di vista degli uomini afroamericani, descrivendo la loro condizione in società e rivendicando il diritto al patriottismo americano nonostante il colore della pelle. Canta l’America, tanto quanto un uomo bianco, affermando con semplicità di essere il fratello più scuro. Hughes descrive qualche differenza tra bianchi e neri che non condividono neppure lo stesso tavolo per mangiare, ma si sente forte perché spera ed è convinto che un giorno le cose cambieranno. Dopotutto anche lui è l’America. 

 

I, too, sing America.

 

I am the darker brother.

They send me to eat in the kitchen

When company comes,

But I laugh,

And eat well,

And grow strong.

 

Tomorrow,

I’ll be at the table

When company comes.

Nobody’ll dare

Say to me,

“Eat in the kitchen,”

Then.

 

Besides,

They’ll see how beautiful I am

And be ashamed—

 

I, too, am America.” (Hughes, 1964: 422)



L’impegno letterario di autori come questi è stato il modo più efficace per raccontare le ombre di quell’America che ha rappresentato la terra della libertà per migliaia di generazioni. La libertà professata da tanti autori americani mostra anche l’altra faccia della medaglia che è l’oppressione di altri. Il razzismo statunitense si è ripercosso in tutto il mondo ed ha occupato un posto importante nell’immaginario americano sconvolgendo la società. La letteratura ha avuto sempre l’obiettivo di raccontare gli eventi affinché si possa imparare da essi. Oggi molti episodi attraversano e sconvolgono le pagine della cronaca americana e mondiale, facendo riaffiorare la matrice di odio razziale che permea la nostra società, senza distinzione tra confini geografici. Le opere di questi autori, insieme alle voci della letteratura contemporanea, possono aiutarci a ricordare il passato, imparare dagli errori della storia e cercare di operare perché il futuro possa affrancarsene con più fermezza. C’è ancora molto da fare, ma di certo la letteratura non smetterà di registrare il presente e delineare con occhio vigile le strade che possono essere percorse per un reale cambiamento. 

 

5. Bibliografia

Leone Piccioni, Perla Cacciaguerra, Antologia dei poeti negri d’America, Mondadori, Verona, 1964

 

6. Sitografia

Letteratura Afroamericana, Wikipedia (data di ultima consultazione 30/08/2021) 

Schiavitù negli Stati Uniti d'America, Wikipedia (data di ultima consultazione 30/08/2021)  

Frances Harper, Biography.com (data di ultima consultazione 30/08/2021)  

Corrothers James David, Backpast.com (data di ultima consultazione 30/08/2021)  

Langstone Hughes, PoetryFoundation.org (data di ultima consultazione 30/08/2021)  

 

Foto 1 schoolhistory.co.uk (data di ultima consultazione: 20/08/21)

Foto 2 whyy.org (data di ultima consultazione: 20/08/21)

Foto 3 kcur.org (data di ultima consultazione: 20/08/21)