Edith Wharton e il Naturalismo: uno sguardo approfondito su “Bunner Sisters”

Francesca Corsetti

Tra ottobre e novembre del 1916, Bunner Sisters viene pubblicata in due parti sullo Scribner’s Magazine. La novella è nota per la sua asprezza, mediante la quale, secondo la critica, Edith Wharton si è voluta affermare come autrice professionista avvicinandosi al Naturalismo letterario americano.


1. La trama

2. Wharton e il Naturalismo letterario americano

3. Il vecchio e il nuovo: ruoli e tradizioni a confronto

4. Fonti


1. La trama

Le due sorelle Bunner, Ann Eliza la maggiore ed Evelina la minore, gestiscono un piccolo negozio che vende piccoli articoli cuciti a mano. 

L’incipit della storia ricorda l’apertura di L’età dell’innocenza (1920): ambientata negli anni settanta dell’Ottocento, la New York che fa da sfondo è una città in un momento di transizione, pronta a diventare la metropoli che conosciamo. Il negozio delle due sorelle gode della fedeltà dei clienti del circondario, che lo frequentano da sempre e conoscono i loro articoli, simbolo, nel loro piccolo, di un modello di business locale destinato a scomparire.

Ann Eliza conduce a una vita domestica, mentre Evelina, occupandosi delle commissioni, è più avvezza al tumulto della città. Una sera, nel retrobottega, Ann Eliza dà a Evelina un orologio come regalo di compleanno, un oggetto dal valore simbolico non troppo velato per due sorelle sole e non più tanto giovani. L’orologio era stato acquistato da Ann Eliza in quello che le era sembrato il negozio più strano al mondo, gestito dall’orologiaio tedesco Herbert Ramy. Questa rara uscita, con l’abbandono della quiete del negozio e l’esperienza delle strade newyorkesi, è per Ann Eliza un motivo di grande eccitazione. Ben presto il signor Ramy diventa un ospite fisso delle sorelle Bunner, che si rendono conto che la loro condizione, un tempo così confortevole, è ora intollerabilmente monotona

I tre stabiliscono un’intimità insolita e probabilmente inappropriata, ma si sentono felici nella loro reciproca compagnia. Nonostante le frequenti visite di Ramy alle sorelle Bunner, il suo passato resta oscuro per loro: la loro ingenuità le rende cieche di fronte alle inspiegabili assenze di Ramy e al suo aspetto sofferente. Questo perché signor Ramy è oggetto di irragionevole ammirazione da parte di entrambe le sorelle e la sua presenza comincia lentamente ad allontanarle l’una dall’altra: mentre Ann Eliza nota patetici segni di flirt in Evelina, è proprio lei stessa a ricevere la proposta di matrimonio. Ann Eliza decide, però, di sacrificare le proprie speranze e i propri desideri per la felicità della sorella minore. La mancanza di dote di Evelina mette a rischio il matrimonio, ma Ann Eliza offre alla sorella i soldi che ha faticosamente risparmiato e Ramy sposa Evelina.

La coppia si trasferisce altrove, dove Ramy ha grandi opportunità di lavoro. Nel frattempo, Ann Eliza rimane sola nella gestione del negozio e, quando gli affari cominciano ad andare male, è costretta a vendere i suoi beni per sopravvivere. Le lettere di Evelina alla sorella diventano sempre più rare fino a cessare del tutto. Gli sforzi di Ann Eliza per rintracciare la sorella falliscono e lei si preoccupa sempre di più della sua sorte, soprattutto quando viene a sapere che Ramy è stato licenziato in passato per assunzione di droghe. 

Un giorno di primavera, Evelina torna al negozio, con la salute e lo spirito seriamente compromessi: racconta ad Ann Eliza la sua vita coniugale difficile, che ha visto la morte del neonato, gli abusi fisici del marito, che non riusciva più a controllare il suo consumo di droga, infine la sua fuga con una ragazzina. Evelina è tornata a casa per morire, costringendo Ann Eliza a riconoscere per la prima volta nella sua vita l’inutilità dell’abnegazione.

Con la morte di Evelina, Ann Eliza, completamente indigente, deve lasciare il negozio e cercare lavoro altrove, ma la realtà intorno a lei è, nel frattempo, molto cambiata: quando si informa su un posto di commessa in un piccolo negozio, le viene risposto che cercano una ragazza brillante e dai modi piacevoli, non oltre i trent’anni. Ann Eliza se ne va, con una nuova consapevolezza, alla ricerca di un’altra insegna. 


2. Wharton e il Naturalismo letterario americano

Nella Gilded Age, l'epoca della crescita industriale ed economica degli Stati Uniti, Edith Wharton divenne la più importante scrittrice americana transatlantica del suo tempo, in grado di scrivere di Europa e di America, delle classi agiate, quanto di quelle più povere.

Fino ad allora, le donne erano solitamente associate alla maniera del “local color”: Wharton voleva dimostrare che le donne possono scrivere come gli uomini, ma senza imitarli, trattando non solo di vita nelle piccole cittadine. La Wharton dimostrò di avere lo stesso talento di autori come Howells e James. 

In Bunner Sisters c'è una combinazione di narrativa local color e narrativa urbana, di cui si occupava: c'è un sentimento di nostalgia dei tempi passati nella rappresentazione delle sorelle estraniate nella loro bottega, ma c'è anche la consapevolezza che il mondo ha preso una nuova direzione. Per questo motivo, si stanno progressivamente alienando dalla realtà newyorkese.

La novella fu scritta nel 1892, quando l’autrice aveva circa 30 anni: ma allora perché fu pubblicata più di trent’anni dopo, nel 1916? 

Molti editori la scartarono a causa dei contenuti, considerati troppo forti per la sensibilità dell’epoca; dopotutto, è una storia che affronta il tema della violenza domestica, del desiderio sessuale esplicito e della fuga del signor Ramy con una ragazzina che potrebbe essere sua figlia, un elemento che farebbe scalpore tutt’oggi. Questo travagliato percorso di pubblicazione non rappresenta comunque un’eccezione: il Naturalismo americano è molto legato alla storia di scritti che non possono essere pubblicati.

Edith Wharton rappresenta un mondo che cambia rapidamente e le sorelle Bunner, infatti, non sono in grado di far fronte alle novità che la città sta portando. Un elemento di comparazione importante è una cliente: la signora con le maniche a sbuffo. Questa rappresenta una sorta di soggetto su cui le sorelle proiettano le loro aspirazioni. È vista come l’epitome dell’eleganza ma è anche l’emblema del nuovo: il suo stile così affascinante rispecchia le tendenze che andranno di moda a New York di lì a pochi anni - lo stesso stile di Edith Wharton al tempo della stesura. 

In linea con la tecnica naturalista (e del realismo francese) Wharton pone enfasi sugli istinti: ciò che era inaccettabile all'epoca è l'idea che il libero arbitrio non fosse più reale. Era la base dell'individuo avere il controllo su se stesso o su ciò che lo circonda, una concezione smantellata con la Prima Guerra Mondiale e con il Modernismo. Wharton non era una darwinista sociale, non credeva del tutto che gli istinti dominassero la vita degli individui, ma ne ha fatto un elemento rilevante per la storia. 

Altri elementi che rimandano al naturalismo sono le descrizioni duramente realistiche e una narrazione crudele. Wharton non esclude dettagli sgradevoli dalle descrizioni, come non si astiene dal menzionare i denti giallastri del signor Ramy. È inoltre un elemento tipicamente naturalista l’inclusione di elementi che suggeriscono l’uso e l’abuso di alcol od oppiacei. L’aspetto del signor Ramy muta e viene descritto dall’incarnato giallastro e con gli occhi spenti: la descrizione viene comunque filtrata dalla percezione ingenua delle due sorelle che, ignare di quali siano i sintomi dell’oppio, pensano, invece, ai reumatismi. 

La simbologia è altrettanto importante: Wharton era un’esperta di arredamento d’interni, aveva infatti pubblicato un manuale di interior design dal titolo The Decoration of Houses (1897), pertanto, non c'è un solo elemento di decorazione o di design che sia lasciato al caso. L’orologio è, da un lato, un elemento centrale e funzionale alla narrazione; dall’altro, si fa portatore di un ticchettio estremamente simbolico. Questo suggerisce l’idea di un orologio biologico, che ricorda alle donne che devono maritarsi e procreare prima che sia fisiologicamente troppo tardi.

 

 

3. Il vecchio e il nuovo: ruoli e tradizioni a confronto

Edith Wharton costruisce la storia sulla base dell'ideologia delle “sfere separate” e sui cambiamenti dovuti all’industrializzazione della città, creando un’interessante rappresentazione delle due sorelle, che sono al contempo elogiate in quanto indipendenti, ma sminuite perché emarginate

Wharton si ispira ampiamente all’arte visiva e letteraria britannica della fine del XIX secolo nella sua narrativa. È noto, infatti, come Wharton costruisca scene cruciali attorno a quadri della tradizione vittoriana. Nello specifico, si è ispirata all’arte preraffaellita per la rappresentazione delle donne, per la sua critica alla tendenza a essere rappresentate non come individui, ma piuttosto come figure archetipiche il cui corpo è oggetto dello sguardo maschile.

Attraverso il confronto con opere vittoriane, come The Lady of Shalott (1832) di Tennyson, dove le loro protagoniste sono confinate in spazi domestici, Wharton ricrea l’eterno conflitto tra desideri privati e responsabilità sociali. Ma contrariamente alla narrativa di ribellione più nota al pubblico vittoriano, Ann Eliza accetta il suo destino di vita domestica e di nubilato per uno scopo più nobile

Infatti, le due sorelle hanno come unica risorsa letteraria un volume delle poesie di Longfellow, uno dei “poeti del focolare” che veniva ampiamente letto nelle famiglie americane negli anni Novanta dell’Ottocento. Quel volume, pertanto, rappresenta un ricettacolo di valori ampiamente associati con la letteratura. In particolare, viene citata una poesia intitolata “Maidenhood”, un termine che non ha un’unica traduzione in italiano, ma che racchiude i concetti di giovinezza, verginità e virtù. In una recensione, lo stesso Edgar Allan Poe la definì imperfetta, perché attraverso il suo tema didascalico voleva trasmettere una falsa concezione del dovere. Le sorelle sono state educate secondo questa linea di pensiero, l’orologio che una sorella regala all’altra dimostra, in chiave simbolica, una consapevolezza della loro situazione. 

Nonostante le sorelle abbiano raggiunto una certa maturità, esercitano ancora il loro fascino: in questo modo, Wharton intende sfatare i pregiudizi comuni che collegano il fascino all'ingenuità e alla gioventù. Infatti, nel caso del signor Ramy, la sua attrazione per Ann Eliza è guidata principalmente dalla prospettiva di denaro e dalla possibilità di potersi affidare a lei. Questo contraddice l’educazione delle sorelle, che le ha portate a credere che gli uomini siano intrinsecamente più competenti

Avviene quasi, per così dire, una femminilizzazione del signor Ramy, che si discosta dal tradizionale stereotipo maschile. Ramy appare meno minaccioso, un uomo di cultura con buone maniere, visibilmente sofferente. Sorprendentemente, è lui a cercare una donna forte e benestante che si prenda cura di lui, creando una situazione paradossale, dove Ramy è interessato a loro per i loro affari. Nonostante la mancanza di informazioni sul suo passato, il suo consiglio, offre alle sorelle un ingenuo senso di sicurezza e protezione, unicamente sulla base del sesso.

Alla fine della storia, nel tentativo di ricostruire la sua vita, Ann Eliza scopre che non rientra più nei requisiti per lavorare negozi intorno a lei: questo le suscita un senso di disincanto. La critica ha parlato di questa storia come di un Bildungsroman al rovescio, dove l’evoluzione e l’emancipazione di Ann Eliza dipendono dal disimparare le idee con cui è cresciuta. Tuttavia, il Bildungsroman si basa generalmente sull’educazione del cittadino e sulla sua riconciliazione con la società. Le sorelle Bunner non riescono ad adattarsi alla vita moderna e a una New York in rapido cambiamento. Le persone non si sentono più parte di una comunità e l’isolamento diventa un tema ricorrente.

Mentre il drammatico epilogo di The Lady of Shalott di Tennyson, ricorrente in altre storie, racconta le conseguenze della ribellione della protagonista contro i valori morali dell’epoca, fino a condurla a una morte prematura, nel racconto di Wharton si verifica l’opposto, senza alcuna compensazione. Ann Eliza rimane sola, con le sue convinzioni stravolte: l’ammissione dell'inadeguatezza della politica di abnegazione ereditata dal suo sesso rappresenta il passo finale della sua rieducazione, facendola precipitare in un vuoto esistenziale

Lasciando Ann Eliza al suo destino, Wharton si inserisce perfettamente nel contesto naturalista, mostrando la cruda realtà per cui non c’è più spazio per lei in una società alla quale è sempre stata estranea. L’amara lezione che emerge è che avrebbe potuto benissimo vivere per se stessa. Secondo la critica, in Bunner Sisters Wharton inizia a delineare un modello in cui rielabora storie di scrittori maschili del XIX secolo per raccontare una verità sconfortante sulle donne e sulla loro rappresentazione nella letteratura. Nel racconto, l’approccio naturalistico di Edith Wharton si scontra e interagisce con le rappresentazioni e le narrazioni della tradizione, mettendo in luce le debolezze e i paradossi dell'ideologia predominante e incoraggiando i lettori a rivalutare la raffigurazione delle donne.

 

 

4. Fonti

Hochman, Barbara. “The Good, the Bad, and the Literary: Edith Wharton’s ‘Bunner Sisters’ and the Social Contexts of Reading” su academia.edu (data di ultima consultazione: 19/11/2023)

Maureen, Honey. “Women and Art in the Fiction of Edith Wharton” su cambridge.org (data di ultima consultazione: 21/05/2023)

Orlando, Emily J. Edith Wharton and the Visual Arts. Tuscaloosa: Alabama University Press. 2007. 

Saunders, Judith P. “Ironic Reversal in Edith Wharton's "Bunner Sisters” su proquest.com (data di ultima consultazione: 19/11/2023)

Thompson, Gary R. Edgar Allan Poe: Essays and Reviews. New York. 1984.

Immagine 1 da modjourn.org (data di ultima consultazione: 21/11/2023)

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Immagine 3 da wikipedia.org (data di ultima consultazione: 19/11/2023)