Elementi architettonici simbolo della città felsinea, i portici sono stati ufficialmente inseriti nella lista redatta dal Comitato del Patrimonio Mondiale.
Pubblicato il 28 luglio 2021 | Bologna
I portici di Bologna sono il 58esimo sito italiano ad entrare a far parte della lista del Patrimonio Mondiale dell'Unesco. La loro iscrizione è stata ufficializzata oggi tramite un comunicato, dopo che nei giorni scorsi anche la Cappella degli Scrovegni di Giotto e i cicli pittorici trecenteschi di Padova e il complesso termale di Montecatini Terme avevano ottenuto l'ambito riconoscimento.
Lunghi quasi 62 km, di cui 40 nel centro storico, i portici rendono la città felsinea unica nel suo genere fin dal 1100, quando la crescita repentina dell'Università portò all'ideazione di un nuovo spazio urbano. Da sempre riflesso dell'anima stessa di Bologna, come riportato anche nelle motivazioni che hanno indotto l'Unesco ad inserirli nella lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità, i portici «sono un esempio straordinario di tipologia edilizia che unisce architettura e tecnologia illustrando diverse fasi della storia umana».
Celebrati nel corso dei secoli, nel 1826 anche lo scrittore francese Stendhal nel suo libro Voyage en Italie raccontava dell'emozione che li suscitavano: «Sovente, alle due di notte, rientrando nel mio alloggio, a Bologna, attraverso questi lunghi portici, l'anima esaltata da quei begli occhi che avevo appena visto, passando davanti a quei palazzi di cui, con le sue grandi ombre, la luna disegnava le masse, mi succedeva di fermarmi, oppresso dalla felicità, per dirmi: Com'è bello!»
La notizia del loro inserimento nella lista Unesco è stata commentata anche dal Rettore dell'Università di Bologna Francesco Ubertini, che ha ricordato di come i portici siano un simbolo secolare di accoglienza, di incontro e di inclusione, valori che da sempre contraddistinguono la città di Bologna e la sua Università. E proprio l'Alma Mater ha dedicato nei mesi scorsi ai portici uno dei video del format L'Alma Mater per immagini, pubblicato sulla pagina Youtube di Ateneo: un'occasione per scoprire di più su questo straordinario patrimonio architettonico.