La missione di Mia Canestrini, la ragazza che sussurrava ai lupi

Impegnata da vent'anni nello studio dei lupi, la zoologa e divulgatrice scientifica bolognese ha raccontato la sua esperienza al Corriere di Bologna.

Pubblicato il 20 maggio 2022 | I nostri Alumni

Da vent'anni, Mia Canestrini studia i lupi, i loro comportamenti, la loro socialità. Ha iniziato ad occuparsi del predatore che sta lentamente ripopolando il territorio italiano fin dal 2005, quando si è laureata - presso l'Università di Bologna - in Scienze Naturali con una tesi dedicata ai lupi del parco nazionale delle Foreste casentinesi, in provincia di Arezzo.

Da allora, l'Alumna - che ha conseguito anche una seconda laurea in Conservazione e gestione del patrimonio naturale - ha vissuto per anni a stretto contatto con i branchi presenti nell'Appennino Tosco-Emiliano, lavorando anche come coordinatrice del loro monitoraggio in Campagna, Puglia e Molise. Un'esperienza sul campo che l'ha resa oggi tra le "lupologhe" più famose d'Italia e le ha permesso di divenire una divulgatrice scientifica con all'attivo libri, programmi tv e radiofonici.

In una recente intervista concessa al Corriere di Bologna, Mia Canestrini ha parlato della sua passione versi i lupi, della sua professione - dove ogni giorno non è mai uguale al precedente - e dell'espansione del predatore in Italia; diffusione che talvolta rende difficile il rapporto tra l'animale, gli allevatori e i cacciatori.

La zoologa si è inoltre concentrata sul complicato rapporto tra la natura e le giovani generazioni, figlio di un disinteresse soprattutto negli adulti. La soluzione? Secondo Canestrini gran parte della consapevolezza riguardo alla conservazione della biodiversità e alla salvezza del pianeta passa dalla divulgazione scientifica di qualità. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile colmare le diffuse lacune di cultura scientifica e permettere all'umanità di riconnettersi con il mondo che la circonda.

Fonte: Corriere di Bologna