Laureata in Fisica all'Università di Bologna, Alessia Nicosia dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) ha passato nove mesi nel continente antartico.
Pubblicato il 31 gennaio 2023 | I nostri Alumni
Da marzo a ottobre in Antartide le temperature raggiungono i -80° ed è completamente buio. Definire "rigido" e inospitale l'inverno del quarto continente più vasto della Terra è chiaramente un eufemismo. Eppure proprio in quei freddi mesi invernali un gruppo di (pochissimi) scienziati risiede in quella landa innevata. In gergo vengono chiamai "invernanti" e dell'ultima spedizione che si è conclusa lo scorso ottobre ha fatto parte anche un'Alumna dell'Università di Bologna: Alessia Nicosia.
Laureata in Fisica presso l'Università di Bologna, Nicosia è oggi una scienziata che lavora nella sede di Bologna dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (ISAC) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Da marzo a ottobre 2022 è stata tra i tredici ricercatori che hanno vissuto in Antartide, presso la base italo-francese Concordia, per acquisire dati relativi alle ricerche in diversi ambiti di quattro colleghi rientrati nel frattempo in Europa: glaciologia, chimica dell'atmosfera e formazione di cristalli di neve.
Come ha raccontato al sito Il Post, Nicosia sognava di andare in Antartide fin dal 2013, quando era assegnista di ricerca presso l'ISAC. L'occasione tardò meno di cinque anni ad arrivare. Nel 2017, mentre stava svolgendo il suo Dottorato di Ricerca in Francia, si candidò per sostituire una ricercatrice in una missione in Antartide. Quell'esperienza durò solo un mese, ma rappresentò comunque un'eccitante avventura (in fin dei conti, non capita tutti i giorni di andare a lavorare muniti di fucile per difendersi dagli eventuali attacchi di orsi polari).
Nel 2022 invece Nicosia ha partecipato alla 18esima campagna winter-over del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca e coordinato dal CNR per le attività scientifiche e dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) per l’attuazione logistica delle spedizioni. Le campagne iniziano alle fine di ottobre e proseguono per un anno. Durante l'estate (da ottobre a febbraio) partecipano decine di persone: glaciologi, climatologi, geologi, oceanografi e astronomi; da marzo a ottobre, invece, proseguono il loro soggiorno presso la base pochissime persone, tra cui un cuoco e alcuni medici, che rimangono - causa clima avverso - praticamente isolati da tutto il resto del mondo (senza neppure la possibilità di essere evacuati in caso di necessità).
Un'esperienza intensa, tutt'altro che facile ma comunque entusiasmante che Alessia Nicosia ha definito per "privilegiati", dato il basso numero di scienziati che ogni anno sono coinvolti in questo tipo di spedizioni; e tenendo anche conto del fatto che per partecipare a una spedizione di questo tipo non è necessario solo un alto grado di specializzazione nel proprio mestiere, ma anche una notevole resistenza fisica e psicologica. Gli scienziati, infatti, durante il loro soggiorno non vengono messi alla prova solo dal freddo, ma anche dall'ipossia, ovvero dalla carenza di ossigeno, che affatica anche a livello mentale. Senza contare la lontananza dai propri affetti e l'alienante routine quotidiana che scandisce le loro giornate all'estremo sud del mondo.
Oggi la scienziata è tornata a lavorare presso l'osservatorio del monte Cimone, sull'Appennino emiliano, ma riguardo ai progetti per il futuro non ha dubbi: tornare in Antartide con un suo progetto e magari fare ricerca nell'Himalaya. Naturalmente le auguriamo buona fortuna per i suoi prossimi (e suggestivi) progetti.
Fonte: Il Post