Nel 2014 è stato avviato un progetto Futuro in Ricerca (FIR) finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, volto alla ricostruzione virtuale della città antica secondo un accurato metodo filologico e alla sperimentazione di sistemi di fruizione di questo modello nell’area archeologica. Il progetto, conclusosi nel 2017, è stato coordinato dal professor Andrea Gaucci del dipartimento di Storia Culture e Civilità dell'Università di Bologna con la collaborazione dell'Ing. Simone Garagnani del SiLab, della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia Romagna, della Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna.
Il primo obiettivo del Kainua project è stato quello di raccogliere tutte le informazioni sulla città etrusca, dalle poche desumibili dagli scavi ottocenteschi fino a quelle ricche e dettagliate delle indagini più recenti. La raccolta di tutti questi dati è stata fondamentale per la ricostruzione di un modello virtuale filologicamente corretto. Il rigore filologico che ha animato il progetto ha portato a proporre una ricostruzione di tutti gli edifici noti dagli scavi senza indulgere in dettagli che sarebbero risultati fittizi. Infatti, l’attuale stato di conservazione delle evidenze archeologiche non permette di conoscere gli edifici se non in fondazione e quindi sono pochi gli indizi per comprendere l’alzato delle strutture e le attività che si compivano all’interno. Inoltre, le aree della città non indagate (ancora molte se si considerano gli oltre 150 anni di ricerche archeologiche documentate) sono state ricostruite grazie ai dati forniti dalle prospezioni geofisiche non invasive e alla formulazione di uno schema ipotetico di lottizzazione degli isolati regolari desunto dagli edifici noti. La ricostruzione digitale dell’intero tessuto urbano di Kainua ha richiesto inoltre uno sforzo collaborativo interdisciplinare, per coniugare il rilievo accurato di ciò che si è conservato solo a livello di fondazioni con le informazioni acquisite tramite lo scavo archeologico. A questi elementi si sono aggiunte le indicazioni ottenute dall’analisi della morfologia dei luoghi per come potevano presentarsi al tempo della fondazione, portando alla definizione della più probabile forma della città, digitalizzata in un contesto virtuale tramite programmi di computer-grafica tridimensionale. La costruzione della città virtuale è stata fondamentale per affrontare il problema degli alzati degli edifici, non conservati, e per definire alcuni aspetti dell’assetto urbano ancora poco chiari.
Sebbene gli alzati delle strutture, che sappiamo essere realizzati in mattoni di argilla cruda e legno, non siano giunti fino a noi, il rinvenimento di numerosi elementi architettonici pertinenti al tetto, come tegole, coppi e antefisse, ha reso possibile stabilire quali fossero le tecniche adottate per le coperture degli edifici, e inquadrare cronologicamente le strutture stesse grazie alle caratteristiche dimensionali e decorative di alcuni di questi oggetti. Tegole, coppi, antefisse e decorazioni sono stati acquisiti ed elaborati con le più recenti tecniche di modellazione 3D, così da ottenere modelli tridimensionali foto-realistici che ci consentano di completare gli edifici “virtuali” con coperture filologicamente plausibili e di analizzare all’interno del modello BIM il volume e il peso del tetto che andava ad insistere sulle travi lignee e sugli alzati.