La bulimia nervosa non sempre porta ad avere un basso peso corporeo, tuttavia può presentare grave complicanze mediche. Spesso è accompagnata da sofferenza mentale marcata con difficoltà a gestire le emozioni e gli impulsi e sentimenti di inadeguatezza che mantengono il disturbo alimentare stesso.
(da: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM-5-TR), American Psychiatric Association (2022), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2023.)
Gli episodi di abbuffata sono caratterizzati da un'assunzione eccessiva di cibo in poco tempo. Questi episodi sono sempre associati ad una sensazione forte di perdita di controllo. Queste abbuffate sono ricorrenti (almeno una volta a settimana per 3 mesi, secondo i criteri del DSM-5 TR)
i più frequenti sono vomito auto-indotto o uso di lassativi, ma anche digiuno o eccessiva attività fisica sono piuttosto comuni
per chi soffre di Bulimia la propria autostima è del tutto determinata dal proprio peso, quindi non è rara una autosvalutazione di sè, a volte connessa a sintomi depressivi.
Caso esempio:
"Wanda ha 24 anni. I suoi problemi di alimentazione erano iniziati nei primi anni dell’adolescenza quando si era messa a dieta nonostante un indice di massa corporea normale. Più tardi quando all’età di 18 anni si era trasferita in un’altra città per frequentare l’Università aveva, invece, cominciato a mangiare troppo. Nel giro di pochi mesi era aumentata di quasi 5 kg, di conseguenza evitava solitamente di fare colazione, spesso saltava anche il pranzo, ma poi affamata verso sera riprendeva a mangiare in modo eccessivo. Cercando di non perdere il controllo, aveva iniziato a indurre il vomito, metodo che aveva appreso leggendo su Internet e che in un primo tempo avevo reputato tutto sommato accettabile per tenere a bada la sua paura di ingrassare. Negli anni di Università aveva mantenuto un funzionamento generale adeguato, anche dal punto di vista sociale, anche se aveva sempre nascosto i suoi comportamenti non parlandone con nessuno. Con il passare del tempo così ha cominciato a ridurre i contatti con gli amici, a isolarsi sempre di più e la sua autostima si era sempre di più indebolita.
(tratto da DSM-5 Casi Clinici, 2014)