Criteri editoriali

  • Autori, curatori, introduttori e prefatori a vario titolo vanno riportati in maiuscoletto, premettendo il cognome all’iniziale del nome; in presenza di più autori o curatori a parità di titolo, i loro nomi vanno come di consueto separati con virgole; 
  • i titoli di volumi – tanto monografici quanto miscellanei –, di articoli in riviste, di singoli saggi in opere miscellanee vanno riportati in corsivo, avendo cura però di rendere in tondo quelle singole parole o parti di titolo che – in quanto parole latine o straniere, ovvero citazioni più o meno estese non tra virgolette – figuravano già in corsivo nell’originale; 
  • i nomi delle riviste vanno posti fra virgolette (per es.: «Studi Romagnoli»), senza farli precedere dall’oramai desueto «in»; 
  • le annate delle riviste vanno come di consueto indicate con i numeri – arabi o romani – con cui esse sono riportate originariamente sulle riviste stesse; 
  • per gli atti di convegni e per i cataloghi di mostre si indica fra parentesi, per quanto possibile, il luogo e la data dell’evento; 
  • per quanto riguarda le indicazioni topografiche, si forniscono in ordine, separati da virgole: il luogo di stampa (che, qualora non fosse una città sede di capoluogo di provincia, per le località italiane è accompagnato dalla relativa sigla), l’editore (ovvero l’ente promotore della stampa dell’opera in vece della tipografia che l’ha materialmente eseguita) e l’anno di pubblicazione; tutti questi elementi possono figurare tra parentesi quadre quando non sono indicati direttamente ma possono essere ipotizzati o ricavati dal contesto (per es.: «Cave (RM), [Comune di Cave], 1999»; «Lanciano (CH), Rivista abruzzese, [2001]»); 
  • alle indicazioni tipografiche tiene dietro, quando è presente, l’indicazione della collana e della posizione numerica che l’opera occupa in essa (per es.: «Roma, Viella, 2002 (Pacta veneta, 9»);
  • infine chiude ogni citazione bibliografica l’indicazione, per quanto possibile, della consistenza in pagine dell’opera, complessiva per le monografie o parziale per gli articoli di rivista e per i contributi in opere miscellanee, in atti di convegni e simili, dando conto anche di eventuali numerazioni diverse successive; ad essa tiene dietro la segnalazione della presenza di eventuali illustrazioni nel testo o di tavole fuori testo (per es.: «pp. XVIII + 216, ill., tavv.»). 
  • Per quanto concerne le citazioni di opere già citate in precedenza, è necessario indicare il cognome e l'iniziale del nome dell'autore + il titolo del saggio in forma abbreviata. (es.: Ascheri M., Introduzione storica cit., p. 52);
  • Nel caso di un autore o di un'autrice citati più volte di seguito all'interno della stessa nota o in quella subito successiva, è possibile utilizzare Id. o Ead.;
  • È possibile aggiungere al saggio un massimo di 4 immagini, saranno in b/n e la didascalia deve riportare, se possibile: autore, titolo, opera, anno luogo, fonte.

 Esempi:  

Ascheri M., Introduzione storica al diritto medievale, Torino, Giappichelli, 2007. 

Bellomo M., Statuti universitari come proiezione di poteri distinti. Prospettive di ricerca, in Gli statuti universitari: tradizioni dei testi e valenze politiche, Atti del convegno internazionale di studi (Messina-Milazzo (ME), 13-18 aprile 2004), a cura di Romano A., Bologna, Clueb, 2007, pp. 35-47. 

Braccia R., Gli statuti tra Medioevo ed Età Moderna, in Storia di Carpi. Volume secondo. La città e il territorio dai Pio agli Estensi (secc. XIV-XVIII), a cura di Cattini M., Ori A. M., Modena, Mucchi, 2009, pp. 121-136. 

Casamassima A., Una ricognizione delle fonti statutarie della Biblioteca del Senato per gli studi di Marche, Lazio e Umbria, «Bollettino della deputazione di storia patria per l’Umbria», CXII (2015), pp. 287-302.