Conosciamo Andrea Degi Innocenti, laureato in Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale presso l’Alma Mater, selezionato nel 2021 dalla rivista Forbes tra i 100 talenti Under 30 italiani.
Dopo la laurea triennale a Firenze, ti sei trasferito a Bologna per seguire la magistrale in Direzione Aziendale. Quali sono stati i fattori che hanno determinato questa tua scelta?
Sono stato spinto da una volontà di crescita personale. Ho sentito la necessità di cambiare area, di confrontarmi con un’altra realtà. Avevo fatto il test d’ingresso per la Magistrale, oltre che a Bologna anche in un’altra Università italiana.
Ho superato il test in entrambi gli Atenei, ma alla fine ho scelto Bologna sia per il suo prestigio, sia perché ho sempre avuto la sensazione che fosse l’Università adatta a me. E devo dire che il tempo mi ha fatto capire di aver fatto la scelta giusta.
Quanto ha inciso la tua esperienza all’Alma Mater sulla tua carriera professionale?
Io sono un imprenditore e ho sempre pensato che la volontà di fare impresa sia una passione innata che le persone sentono fortemente. Detto questo, l’Università di Bologna mi è stata di grande aiuto. Quando mi sono iscritto alla Magistrale avevo già creato dei progetti imprenditoriali e l’Università – in particolar modo tramite il suo programma di sviluppo d’imprenditorialità Startup Day – mi ha permesso di entrare in contatto con quel mondo iniziandone a capire le dinamiche, conoscere persone con più esperienza che hanno condiviso con me il loro percorso imprenditoriale e i cui consigli mi sono stati utili per portare avanti i miei progetti.
Ad esempio, il mio progetto Wanderoo - una piattaforma che riunisce i migliori Travel Bloggers sul mercato per realizzare itinerari di viaggio - è nato e si è sviluppato all’interno dei laboratori del CLAMDA, divenendo poi una vera e propria impresa. In generale, penso che l’Università di Bologna mi abbia trasmesso dinamicità, ma anche positività e soprattutto voglia di fare impresa.
Quanto credi sia importante appartenere a una community Alumni come l’Associazione Almae Matris Alumni dell’Università di Bologna?
Penso che questo tipo di iniziative siano molto importanti. Più si va avanti e più ci si accorge dell’importanza delle relazioni. Hai la possibilità di trovare eventuali co-founder, fare networking, condividere le tue idee con altri alumni e ricevere stimoli da persone che, come te, hanno intrapreso un percorso imprenditoriale. Per quanto riguarda, poi, il mio caso specifico, la Community AMA mi ha permesso di mettermi in contatto con Federico Dal Pozzo, l’altro Alumnus dell’Università di Bologna che, come me, è stato inserito da Forbes nella lista dei 100 talenti Under 30 italiani del 2021.
Come hai anticipato poc’anzi, recentemente la rivista Forbes ti ha indicato tra i 100 talenti Under 30 italiani, premiando il lavoro che stai svolgendo con la piattaforma Roomless. Ci racconti di che cosa si tratta?
A livello emotivo è stato un privilegio e una soddisfazione, poi naturalmente è stato importante perché ha dato maggior visibilità alla mia azienda, facendone aumentare l’appeal anche in ottica investitori e stakeholders. Roomless è una piattaforma digitale finalizzata alla locazione di appartamenti di lusso; una specie di Airbnb, specializzato però negli affitti a lungo termine. In questo momento, oltretutto, siamo in fase di rebranding. Una scelta dettata dall’attuale situazione pandemica.
Quando il progetto Roomless è nato, infatti, io e i miei soci avevamo individuato un target specifico: gli studenti stranieri alla ricerca di un alloggio in Italia. Il Covid-19 ci ha indotto a cambiare prospettiva e a scegliere un target differente, più alto. Ciò naturalmente ha comportato delle scelte coraggiose, specie per quanto riguarda i costi. Ma siamo convinti che, alla lunga, la nostra scelta ci premierà.
Al di là dei progetti di cui ti stai occupando attualmente, ce n’è qualcuno invece su cui stai lavorando con l’idea di concretizzarlo in futuro?
In questo momento sono concentrato su due progetti: i già citati Roomless e Wanderoo. La mia carriera imprenditoriale, a dire il vero, ha avuto inizio ancor prima dell’iscrizione all’Università. Ho iniziato sviluppando due progetti che poi, per ragioni diverse, non si sono concretizzati in imprese. Ho creato un brand di sneakers, Maad, e poi ho sviluppato un app, MensApp, con l’obiettivo di monitorare gli sprechi alimentari nelle mense industriali.
Il mio primo vero progetto imprenditoriale, però, è stato Wanderoo, nato nel 2018. Anche in quest’ultimo caso, io e i miei soci abbiamo dovuto fare i conti con la Pandemia e, rispetto a Roomless, adattarsi è stato pressoché impossibile. Data l’impossibilità dei turisti italiani a compiere viaggi all’estero, abbiamo dovuto attendere il momento propizio per rilanciare il progetto. Ora, finalmente, nella speranza di allentamenti progressivi da parte delle Nazioni di tutto il mondo, stiamo tornando alla carica, anche grazie al supporto di un’agenzia di comunicazione di Firenze che ci sta dando una mano in questa fase di rilancio del progetto e nell’engagement di clienti.
Quali suggerimenti, stimoli ma anche consigli pratici ti senti di dare agli altri Alumni della Community sulla base della tua esperienza per aiutarli a disegnare la loro carriera?
E’ sempre difficile dare dei consigli, anche perché sono molto giovane e probabilmente più che darne dovrei riceverne. Ai ragazzi che stanno studiando o ultimando un percorso di studi, posso consigliare di non aver paura di fare tante esperienze, anche molto diverse tra loro; sperimentare, non fermarsi mai. Questo soprattutto per capire cosa piace e cosa invece no. E’ importante, ad esempio, fare tirocini – a questo proposito, sia in Roomless che in Wanderoo, siamo sempre alla ricerca di giovani che desiderano mettersi alla prova - e partecipare al programma Erasmus, che io mi pento di non aver fatto.
Se poi si hanno delle ambizioni imprenditoriali, l’importante è non farsi abbattere dagli eventuali ostacoli che si possono trovare sul proprio cammino, ma anche amare profondamente l’ambito in cui vogliamo investire il nostro tempo e le nostre energie. In Wanderoo ed in Roomless, per esempio, io e i miei soci, abbiamo avuto molte difficoltà all’inizio, ma non ci siamo abbattuti e, anzi, abbiamo reagito proprio perché amavano quello che stavamo facendo e l’ambito in cui stavamo investendo le nostre risorse. Poi, un altro aspetto fondamentale, è circondarsi di persone di cui ci si fida e che hanno competenze complementari alla nostra. Fin dall’inizio della mia carriera ho collaborato con amici di cui mi fidavo ciecamente; ma, al di là dell’amicizia, è importante circondarsi di persone preparate.
Intervista effettuata il 21/4/2021 – Associazione Almae Matris Alumni