Conosciamo Erica Bigi, laureata in Scienze Statistiche ed Economiche all'Università di Bologna, attualmente managing director marketing, dell'innovativa app UnoBravo.
Quanto il tuo percorso universitario ha inciso sulla costruzione della tua carriera professionale?
Direi moltissimo. Posso definirlo il primo vero passo verso il lancio della mia carriera. Sono laureata in Scienze Statistiche ed Economiche presso l'Università di Bologna e il mio primo lavoro, infatti, si basava sulla costruzione di modelli econometrici, all'interno di una agenzia di marketing e comunicazione, che permettevano di verificare l'impatto di diverse campagne comunicative sul business aziendale. Questa prima esperienza lavorativa era dunque statistica al 100% ed è stata un'opportunità molto interessante per me dal momento che si applicava al mondo della comunicazione e del marketing. Il mio background statistico è stato fondamentale per posizionarmi nel mondo del lavoro.
Hai avuto qualche persona che ti ha particolarmente ispirata nell'unire il mondo della comunicazione a quello della statistica?
Ho due docenti nel cuore ai quali tuttora ripenso, perché mi hanno aiutata a toccare con mano l'applicabilità della statistica. Ad esempio Gianluca Marzocchi, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, mi ha ispirato molto e consentito di immaginare il mondo del lavoro dal punto di vista pratico. A volte nel mondo accademico si rischia di rimanere in ambito teorico mentre un approccio realistico può aiutare a toccare con mano la realtà delle attività che poi si andranno a svolgere da professionista.
Dopo questa immersione nel passato passiamo a parlare della tua attuale professione: com'è nato il progetto di Unobravo e come si sta sviluppando?
Il progetto di Unobravo è nato dall'intuizione geniale di Danila de Stefano, una giovane donna che ammiro profondamente. Danila vive a Londra, è lei stessa una psicologa e l'intuizione di questo progetto è arrivata proprio grazie alla sua esperienza all'estero. Solo qualche mese prima della pandemia, infatti, aveva sentito lei stessa l'esigenza di rivolgersi ad un professionista, ma i tempi di attesa a Londra erano lunghissimi ed era difficile trovare qualcuno che parlasse anche italiano. Da qui è sopraggiunta l'esigenza di domandarsi come poter supportare tutte le persone che per vari motivi e situazioni non riuscissero a trovare un bravo professionista che potesse sostenerli. I tempi sono stati favorevoli in quanto dopo lo scoppio dell'emergenza sanitaria c'è stato il boom di richieste in questo senso e le persone hanno cominciato ad aprirsi al mondo del benessere psicologico.
Com'è cambiato l'approccio delle persone nei confronti della psicologia?
Considerate che siamo una realtà appena nata, quindi in un momento di pieno sviluppo senza uno scenario totalmente preciso ma, quello che abbiamo notato è che, soprattutto a partire dai più giovani, si sta delineando un grande interesse nei confronti di queste tematiche. Inoltre c'è stato un supporto importante anche da parte del governo, ad esempio tramite il Bonus Psicologo, che ha lanciato un segnale di forte coinvolgimento rispetto alle tematiche legate al benessere mentale. Fa piacere notare che, sempre più, si stanno abbattendo le resistenze e i tabù sul tema.
Dal punto di vista della comunicazione e del marketing quali sono in valori fondamentali che veicolate tramite le vostre campagne? Abbiamo notato che avete anche uno spot in televisione: quali canali prediligete?
A livello comunicativo siamo molto attivi, l'approccio è quello di legare un pizzico di ironia a una tematica che da anni vive una sorta di tabù. Il nostro stesso nome Unobravo si basa su un gioco ironico, che trasmette leggerezza rimanendo però rispettosi dei concetti intimi e personali che trattiamo. Abbiamo la fortuna che la nostra CEO è una psicologa quindi, sapendo in maniera approfondita di cosa di sta parlando, riusciamo a sdrammatizzare e a divertirci con le parole, mantenendo un livello di attenzione alto. Il focus centrale è quello di sdoganare gli argomenti legati alla psicoterapia e cercare di allargare la conoscenza sull'argomento con lo scopo di far avvicinare quante più persone a questi servizi, che a nostro parere migliorano la vita di tutti. I canali che abbiamo scelto di utilizzare servono proprio a questo: renderci più presenti possibili e farci conoscere aiutando il prossimo.
Siete stati citati con un articolo anche sulla rivista Forbes dove parlate molto di empowerment femminile: quali sono le politiche che ha attivato l'azienda nei confronti delle donne?
In primo luogo il 93% della popolazione in azienda è femminile e c'è molta cura del benessere dei dipendenti (donne e non). La nostra founder crede molto nel work life balance e per questo è molto attenta alle esigenze del personale, soprattutto femminile. E' capitato spesso che fossero assunte donne in maternità e per questo è stata attivata una flessibilità oraria molto agevole con uno smart working al 100%. Il bilancio tra vita privata e lavorativa è sicuramente uno dei valori su cui l'azienda sta investendo di più, a grande beneficio di collaboratori e dipendenti.
Intervista effettuata il 2/09/2022