Storia

L'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna ha una storia di oltre tre secoli essendo stata fondata nel 1690. Grandi e famosi scienziati italiani e stranieri come Luigi Galvani, Guglielmo Marconi, Albert Einstein, Giovanni Pascoli, Marie Curie, sono stati soci dell'Accademia.

Le origini: le scienze sperimentali

Nata intorno al 1690 in casa del sedicenne astronomo Eustachio Manfredi con il nome originario di Accademia degli Inquieti, diverrà dopo l'unione con l'Istituto delle Scienze voluto nel 1711 dal Conte Luigi Ferdinando Marsili, un importante motore di riforma per l'Università bolognese.
Votata solo alle scienze sperimentali, mediche e fisico-matematiche diverrà con la riforma voluta nel 1745 da Papa Benedetto XIV un centro di riferimento per tutti coloro che desideravano una svolta decisiva degli studi scientifici bolognesi. Qui si diffonderà un nuovo interesse per le teorie di Malpighi, di Cartesio e di Newton, come per le dottrine di Copernico, Galileo e Bacone, senza tralasciare un diverso rapporto con il "sociale". Presso l'Istituto nascerà un nuovo centro di istruzione per l'assistenza al parto, e, su interesse dello stesso Papa Lambertini, si favorirà la chirurgia con una apposita scuola atta a migliorare la malattia del secolo: "il male della pietra". Con il famoso chimico Bartolomeo Beccari si studierà inoltre un modo per migliorare la resistenza delle popolazioni alle carestie cercando di far fronte alla mancanza di grano e frumento con altri cereali alternativi come il miglio e la segale.

Gli anni del progresso scientifico

Tra il '700 e l'800 l'Accademia delle Scienze raggiungerà vertici altissimi con uno dei suoi ultimi Presidenti: Luigi Galvani. Autore nel 1791 del famoso trattato "de viribus electricitatis in motu muscolari", un'opera che rivoluzionerà la fisiologia umana e animale in ogni suo aspetto. Dopo il 1804, a causa degli sconvolgimenti del periodo napoleonico, la vita dell'Accademia subirà una sospensione temporanea che verrà ripresa ufficialmente nel 1829 per volere soprattutto delle autorità pontificie.

Molto amata dai Papi della restaurazione come Gregorio XVI l'Accademia delle Scienze a Bologna sarà ritenuta fonte autorevole per pareri e consulenze di Stato. Pio IX la considererà un fedele strumento istituzionale per il progresso scientifico e sociale dello Stato Pontificio.
Con la grave crisi economica sopravvenuta nelle ex legazioni dopo il 1860 e nei primi anni dell'annessione al Regno d'Italia, la città di Bologna declassata politicamente sotto molti aspetti, preparerà la sua rivincita con la cultura e la scienza preparandosi nel 1888 a celebrare l'ottavo centenario dell'Università.


Il fascismo e la nuova Accademia d'Italia

Apparterranno all'Accademia tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900 i più celebri scienziati espressi dalla cultura bolognese. Rizzoli, Righi, Cappellini, Calori, Albertoni, affiancati agli inizi del XX secolo da un gruppo di celebri umanisti che si batterono per creare una nuova sezione di scienze umane. Nel 1907 i letterati e i giuristi mai prima accettati entrarono di diritto a far parte dell'Accademia delle Scienze di Bologna. Carducci e Pascoli furono tra i più attivi fautori di questa nuova Classe di Scienze Morali. Con l'avvento del fascismo l'Accademia delle Scienze di Bologna si trovò ad avere un ruolo di primo piano per merito di alcuni studiosi come Guglielmo Marconi e Alessandro Ghigi all'interno della nuova Accademia d'Italia. Questo ruolo rilevante della cultura italiana negli anni trenta e quaranta sarà all'origine di gravi problemi futuri della nostra Istituzione.

Nel dopoguerra a causa della grave crisi economica le più importanti accademie italiane si ritroveranno in una situazione di incertezza e precarietà.