Il nuovo progetto di indagini nell'area della villa nasce da una convenzione tra il Parco Archeologico di Morgantina e della villa romana di Piazza Armerina e l'Università di Bologna, nell'ambito delle attività del CISEM (Centro Interuniversitario di Studi sull’Edilizia abitativa tardoantica nel Mediterraneo), al cui interno collaborano anche il CNR e l'Università di Enna "Kore".
Alle prime ricerche svoltesi nel luglio 2022 nella forma di una Summer School internazionale, sono seguite altre due campagne, tra maggio e giugno 2023 e tra giugno e luglio 2024. Le attività che hanno coinvolto studenti, docenti e ricercatori dell'Università di Bologna hanno così visto anche la partecipazione del CNR-ISPC, della Università di Roma La Sapienza, della University of South Florida e di numerosi atenei europei, quali la Stockholm University, la Open University of Cyprus, la Jagiellonian University in Krakow, la National and Kapodistrian University of Athens, l'Università di Enna "Kore", la Universidad de Oviedo, la University of Peloponnese, la Universidad Pablo de Olavide (Seville), la Wrocław University of Science and Technology, la Universidad de Castilla-La Mancha e la University of Trnava.
Le attività svolte durante le prime tre campagne (2022-2024) hanno permesso di ampliare la conoscenza delle fasi di vita dell’area, caratterizzata da strutture riferibili ad epoca tardoantica (IV-V secolo) e arabo normanna (X-XII secolo). Lo scavo ha avuto luogo in due settori. Nell’area occidentale del complesso, nella zona adiacente ai magazzini individuati durante le indagini condotte da E. De Miro tra il 1983 e il 1988 e nel corso di successivi ampliamenti, i saggi hanno consentito di indagare interamente un ambiente nella zona più a sud, databile, in base materiali ceramici, tra X-XI secolo. All’interno del magazzino nord, invece, sono state riportate in luce strutture già scoperte nel corso degli scavi De Miro 1983 per studiarne meglio i rapporti stratigrafici, considerata la loro importanza derivante dalla lunga frequentazione (dalla fase della c.d. villa rustica a quella del Casale tardomedievale).
Ulteriori attività hanno incluso riprese fotografiche da drone e rilievi indiretti tramite stazione totale, ma anche una scansione laser delle terme, funzionale al calcolo dei costi di riscaldamento, e la digitalizzazione di un buon numero di reperti provenienti dagli scavi Gentili del complesso balneare, allo scopo di
effettuarne la ricontestualizzazione virtuale.
Grazie alla disponibilità del Parco Archeologico, la nuova area di scavo è stata aperta al pubblico l'11 luglio 2024, un'iniziativa molto apprezzata dai numerosi visitatori e dai partecipanti alla Summer School, che hanno potuto così condividere i risultati delle ricerche e soprattutto della loro esperienza formativa.