Anno Accademico 2025/2026
Docente Claudio Paolucci
Crediti formativi 4
SSD M-FIL/05
Lingua di insegnamento Italiano
Moduli Claudio Paolucci (Modulo 1) , Aurora Donzelli (Modulo 2) , Pierluigi Basso (Modulo 3)
L’insegnamento si inserisce nella cornice formativa del Collegio Superiore, fornendo un'introduzione alla Semiotica così come essa si configura a partire dal pensiero di Umberto Eco, con particolare attenzione ai concetti di "interdisciplinarità", "traduzione" e "paradigma indiziario", attraverso un confronto continuo tra saperi filologici, storici, semiotici, antropologici e scientifici (con particolare attenzione a medicina e fisica) e con una focalizzazione sulle poste epistemologiche di ricerche interdisciplinari.
Il corso si suddivide in tre moduli, tenuti rispettivamente dal prof. Claudio Paolucci, dalla prof.sa Aurora Donzelli e dal prof. Pierluigi Basso Fossali.
Il primo modulo intende presentare la particolare forma di interdisciplinarità che la Semiotica richiede e che la "disciplina" ha da sempre praticato. Si tratta di qualcosa che è chiaramente visibile proprio a partire dall’avventura intellettuale di Umberto Eco, secondo cui un dominio culturale non è mai in grado di risolvere tutti i problemi che è in grado di porre, per cui - al fine di risolvere ad esempio dei problemi estetici riguardanti il dominio dell’arte - occorre uscire fuori da questo stesso dominio e studiare fisica, matematica, teoria dell'informazione, etc. Il primo modulo, ripercorrendo il percorso di Eco e la fondazione della semiotica negli anni sessanta, intende mostrare il senso profondo dell'interdisciplinarità e l'euristicità della traduzione tra linguaggi eterogenei come forma profonda della ricerca. Particolare attenzione verrà prestata alla relazione tra scienza e arte.
Il secondo modulo è dedicato a riflettere sulla nozione di traduzione, per sviluppare un dialogo tra l’antropologia del linguaggio e la semiotica. Variamente concettualizzata, la traduzione è al contempo una metafora centrale e un oggetto sfuggente dell'immaginazione antropologica. Si passeranno in rassegna diversi paradigmi traduttivi che si sono avvicendati in campo antropologico, esplorando possibili punti di contatto e di frizione con i dibattiti sul concetto di traduzione in ambito semiotico. Per coloro che passano lunghi periodi di coabitazione immersiva con altri esseri umani per comprenderne i modi di parlare e agire e per renderli intellegibili a una comunità di lettori appartenenti a un altro contesto linguistico-culturale, la traduzione è una forma di vita, oltre che una pratica disciplinare. Secondo Eco “una traduzione non riguarda solo un passaggio tra due lingue, ma tra due culture, o due enciclopedie. Un traduttore non deve solo tenere conto di regole strettamente linguistiche, ma anche di elementi culturali, nel senso più ampio del termine.” A prima vista, l’ottica di approssimazione negoziale, tra testi resi in lingue diverse, sottesa alla visione echiana di traduzione, si pone in stretto dialogo con i modi in cui la traduzione è pensata e praticata dagli antropologi. Un esame più attento rivela, però, alcune frizioni e solleva alcune domande. Fino a che punto è possibile stabilire corrispondenze tra traduzioni letterarie ed etnografiche? Fino a che punto regge l’analogia tra ‘lingua’ e ‘cultura’–due astrazioni teoriche che hanno avuto destini disciplinari in larga misura divergenti? Quali sono i limiti euristici del modello semiotico di cultura come testo? Come dobbiamo pensare alla metafora (a Eco tanto cara) di traduzione come negoziazione? È la negoziazione una forma di rinuncia—“un processo in base al quale, per ottenere qualcosa, si rinuncia a qualcosa d’altro” – o la produzione di forme instabili e provvisorie di commensurazione? Che ruolo hanno le relazioni di potere e di subordinazione nella negoziazione traduttiva? È possibile decolonizzare la traduzione e trasformarla in uno strumento di immaginazione cosmopolita e eterolinguistica? In che modo i limiti di possibilità della traduzione (linguistica e culturale, semiotica e antropologica) producono modi per immaginare i confini tra lingue, contesti culturali, stati nazionali, e sistemi semiotici?
Il terzo modulo è dedicato a uno dei portati più trasversali dell’eredità di Umberto Eco: l’aver dato nuovo impulso a un paradigma indiziario della ricerca scientifica. Di fatto, è sotto l’egida di un paradigma indiziario che si scoprono i nessi metodologici tra i suoi affreschi storici, le sue avventure letterarie, le sue scorribande mediologiche e le sue sfide semiotiche, tanto che il paradigma indiziario diventa una vera e propria epistemologia della complessità, andando ben oltre l’originale modello investigativo che ha la forma del "true crime" da cui è tratto. In tal senso, il paradigma indiziario è ciò che collega sapienza ermeneutica radicata nel passato e impegno a ricostruire l’orizzonte del presente a partire da fenomeni marginali. La sintomatologia del tempo storico si nasconde tanto nelle propaggini dell’avanguardia, quanto sotto le mentite spoglie degli stereotipi che artatamente ci indurrebbero a una desistenza interpretativa. Se è probabile che Eco si sentisse figlio di una tradizione di pensiero indiziario, Eco si è sforzato di passare (i) da un saper fare indiziario di ordine implicito (intuizione) a uno di ordine più esplicito (metodo abduttivo), (ii) da prospettive “omniesplicative” e infalsificabili a teorie dotate di regole e limiti interpretativi, (iii) da pretese diagnostiche univoche a euristiche plurime e coscienziosamente incomplete, ma tutte vocate a riconoscere degli oggetti di studio resistenti e non “decostruibili” all’infinito. L’investigatore semiologo è in ciascuno di noi e si incarna nelle nostre diverse professioni e in tutte le nostre curiosità intellettuali.
I testi pertinenti per ciascuno dei moduli verranno indicati dai singoli docenti del modulo prima e durante il modulo stesso. Di seguito una lista dei testi di Umberto Eco che verranno tematizzati durante il corso nella sua interezza:
Opera Aperta, Milano, Bompiani.
Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani.
Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani.
Il nome della rosa, Milano, Bompiani.
Il segno dei tre, Milano, Bompiani.
Sugli specchi e altri saggi, Milano, Bompiani.
Il pendolo di Foucault, Milano, Bompiani.
Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino, Einaudi
I limiti dell’interpretazione, Milano, Bompiani.
Kant e l’ornitorinco, Milano, Bompiani.
Dire quasi la stessa cosa, Milano, Bompiani.
Dall’albero al labirinto. Studi storici sul segno e l’interpretazione, Milano, Bompiani.
Per un'introduzione al pensiero di Umberto Eco e alla sua semiotica: C. Paolucci, Umberto Eco: tra Ordine e Avventura, Milano, Feltrinelli.
La vocazione introduttiva del corso si tradurrà in lezioni frontali, ateliers d’analisi e letture commentate in classe.
Persone con disabilità e DSA
Le persone con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento hanno diritto a speciali adattamenti in relazione alla loro condizione, previa valutazione del Servizio d’ateneo per le studentesse e gli studenti con disabilità e DSA. Si prega di non rivolgersi al/la docente, ma di contattare il Servizio per un appuntamento. Sarà cura del Servizio stabilire quali adattamenti si rendono opportuni. Maggiori informazioni alla pagina
https://site.unibo.it/studenti-con-disabilita-e-dsa/it/per-studenti
La prova d’esame consiste nella discussione di un approfondimento critico nella forma di una tesina o presentazione PowerPoint (almeno 3000 parole o 12 slides) che potrà essere individuale o di gruppo purché sia chiaramente identificabile il contributo del singolo, da concordare con uno dei docenti, in accordo con il docente titolare del corso.
Si useranno diversi supporti multimediali durante il corso. Tutti i materiali utilizzati lungo il corso saranno disponibili sulla piattaforma e-learning Virtuale. In tal senso, coloro che intendono sostenere l’esame sono tenuti ad iscriversi sulla piattaforma per aver accesso ai supporti didattici che saranno parte integrante del programma
Consulta il sito web di Claudio Paolucci
Consulta il sito web di Aurora Donzelli
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L'insegnamento contribuisce al perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.