Anno Accademico 2024/2025
Docente Elena Lamberti
Crediti formativi 1
SSD L-LIN/11
Lingua di insegnamento Italiano
Modalità di erogazione In presenza (Convenzionale)
“Controriciclo: Fantascienza e Inquinamento Cognitivo”
Oggi i critici e gli studiosi delle società mediatizzate raccontano il nostro presente attraverso una tassonomia che sembra derivare dai romanzi di fantascienza più tradizionali: noi siamo diventati post-umani, viviamo nel cyber-spazio o nel metaverso, abitiamo smart cities e siamo circondati da robots e da macchine intelligenti (ivi comprese le bombe intelligenti). É un linguaggio che ha, in termini percettivi, trasformato il nostro mondo in un grande romanzo, che ci fa vivere ogni giorno delle storie che sembrano essere vere e proprie espressioni letterarie, aneddoti comprensibili perché già visti in letteratura e ora usati per raccontare la nostra realtà. All’interno del nostro mondo iperconnesso, nel quale i media sono ambienti pervasivi e persuasivi capaci di incidere sul nostro libero arbitrio, la fantascienza rischia così di essere banalizzata e strumentalizzata; ovvero, rischia di perdere la propria capacità euristica e diventare non più luogo di esplorazione del mondo, ma luogo che lo spiega; rischia di diventare la cornice che inquadra e che determina il punto di vista, condizionando (di fatto limitando) lo sguardo, creando aspettative e, anche, pre-giudizi interpretativi.
Per dirla con gli studiosi di ecologia dei media, stiamo osservando il nostro presente attraverso uno specchietto retrovisore letterario (il genere fantascientifico) e lo facciamo perché un ambiente diviene pienamente visibile solo nel momento in cui un altro inizia a prendere forma. Proprio perché pienamente accolta come genere popolare, la fantascienza si è così fatta ‘ambiente’: è uscita dallo spazio letterario sperimentale per diventare metodo di classificazione di tutto ciò che viene associato al mondo della sperimentazione scientifico-tecnologica. Il salto ontologico porta però spesso a semplificazioni non illuminanti ma populiste dell’innovazione, utili a preservare un’opinione pubblica più sedata che consapevole. Si preferisce addomesticare ciò che è in divenire, mitigando le incognite o sollecitando paure, attraverso una forma che, sebbene parli spesso distopicamente, pure ci rassicura perché riconoscibile.
Il seminario indaga questo processo ambientale per capire se utilizzare (riutilizzare) il linguaggio della fantascienza più tradizionale sia davvero utile per capire i nuovi fenomeni complessi o se, invece, proprio perché induce un inquinamento cognitivo, ciò inibisca la nostra capacità di osservazione. Riciclare è un’azione certamente utile per l’ambiente, ma riciclare il linguaggio non è necessariamente utile per vedere limiti e potenzialità di una situazione, soprattutto laddove si confondano livelli ontologici attraverso una semantica condivisa.
La bibliografia di riferimento verrà indicata all'inizio delle lezioni.
Presentazione (individuale o di gruppo – massimo tre studenti per gruppo) nella forma di Power Point o Poster finalizzata ad approfondire un aspetto tematico legato al seminario, concordato con la docente.
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