Anno Accademico 2017/2018
Docente Vincenza Odorici
Crediti formativi 4
Lingua di insegnamento Italiano
Moduli Fabrizio Ghiselli (Modulo 1) , Raffaele Corrado (Modulo 2) , Vincenza Odorici (Modulo 3) , Silvia Bagni (Modulo 4)
I N T R O D U Z I O N E
La generale accettazione e utilizzazione della parola ‘evoluzione’ nel linguaggio comune nasconde molto spesso una profonda ignoranza della sua natura, nonché pericolosi fraintendimenti sul suo significato e le sue supposte implicazioni sociali. Tali fraintendimenti in gran parte nascono dall’erronea presunzione di conoscere in cosa essa consiste, con la conseguenza di racchiudere l’evoluzione in formule semplicistiche che spesso vorrebbero comunicare un’idea di supremazia di qualcuno o qualcosa – prodotti industriali, imprese di successo, perfino supposte “razze” umane – raggiunta attraverso un presunto percorso inevitabile tale per cui la semplice esistenza di un tratto, una specie, un’organizzazione dimostrerebbe la sua ‘ottimalità’ sotto un qualche punto di vista. Anche a causa di tanti e tali fraintendimenti, che in qualche caso sono penetrati fin dentro alcuni rivoli delle scienze economiche e sociali, riteniamo che sia utile studiare e capire la teoria dell’evoluzione per quello che essa effettivamente è, prima di tutto nel mondo degli organismi viventi e poi nelle possibilità che essa offre di comprendere alcuni aspetti delle organizzazioni create dall’uomo.
I motivi per studiare e insegnare la teoria dell’evoluzione però non dovrebbero essere visti solamente in negativo, ovvero nella necessità di contrastare interpretazioni superficiali ed errate, ma soprattutto in positivo, ovvero nelle possibilità che uno studio attento della teoria dell’evoluzione può suggerire per comprendere aspetti importanti dei sistemi complessi quali l’emersione di diversi livelli gerarchici, le dinamiche non-lineari e la generazione di significato. La teoria dell’evoluzione è estremamente complessa: può descrivere dinamiche caratterizzate da “equilibri punteggiati” o da eventi graduali, il cambiamento di forma/funzione dei tratti sotto selezione, e comprende geni, genomi, organismi e gruppi di organismi a vari livelli di aggregazione. Riteniamo che un dialogo tra scienze dell’uomo e scienze della vita ispirato dalla teoria dell’evoluzione possa essere fruttuoso e costruttivo, offrendo agli studenti un punto di vista particolare che supera alcune delle tradizionali barriere disciplinari.
Il fatto che le scienze umane e le scienze della vita siano i principali ambiti disciplinari dai quali attingere potrebbe far supporre che i due corsi che proponiamo agli studenti delle lauree triennali del Collegio Superiore siano separati secondo questa linea, ma non è così. I due corsi sono stati identificati seguendo una linea di demarcazione che da un lato si occupa delle componenti di un sistema evolutivo, tra le quali devono esserci degli invarianti, i quali comunque arrivano ad essere tali attraverso percorsi non banali, e dall'altro le sue dinamiche macroscopiche, generalmente mutevoli nel tempo secondo modalità poco prevedibili ma che nello stesso tempo seguono alcuni schemi. Da un lato il genoma dei singoli individui, oppure i comportamenti degli individui nelle organizzazioni e nelle società. Dall'altro le dinamiche evolutive degli organismi, siano essi biologici o sociali. Il senso di questa bipartizione apparirà più chiaramente leggendo le descrizioni dei due corsi.
Corso 2: Le Dinamiche dell'Evoluzione
Gli ecosistemi sono caratterizzati da interdipendenze estremamente varie e complesse tra gli organismi, le popolazioni, le specie e i raggruppamenti di ordine superiore. Questa rete di interdipendenze, sommata alla presenza della variabilità genetica ed ambientale, fa sì che l'evoluzione degli organismi (e quindi anche degli ecosistemi) abbia delle dinamiche particolari, caratterizzate – tra l'altro – da equilibri punteggiati (lunghi periodi di stasi interrotti da brevi periodi di grandi cambiamenti), selezione su più livelli (i geni, l'organismo, la specie, ecc.), mutazioni neutrali ed evoluzione non adattativa, exaptation (cambiamento della funzione).
Anche le organizzazioni umane e gli individui che le compongono sono legate tra loro da reti di relazioni estremamente complesse, seppure diverse da quelle tipiche degli ecosistemi. Anche le organizzazioni umane, al pari degli organismi viventi, sono caratterizzate da invarianti che nel Corso 1 sono state identificate nelle routines organizzative. E di conseguenza anche l'ecologia e l'evoluzione delle organizzazioni umane sono caratterizzate da equilibri punteggiati, selezione su più livelli, nicchie ecologiche, mutazioni neutre ed exaptation.
I primi tre moduli di questo corso esplorano le similitudini e le differenze tra gli ecosistemi degli organismi viventi e quelli degli organismi sociali. In particolare, il primo modulo illustra le dinamiche tipiche dell'evoluzione biologica, il secondo modulo discute le reti di relazioni che intercorrono tra attori sociali mentre il terzo modulo mostra come molte ecologie sociali siano caratterizzate da dinamiche simili a quelle degli ecosistemi popolati da organismi viventi.
Il quarto modulo si concentra invece sulle difficoltà di accoppiamento tra queste due ecologie. Nello specifico, la difficoltà di accoppiamento più rilevante è dovuta alla tendenza delle economie del capitalismo di mercato ad accrescere indefinitamente la loro produzione pur trovandosi immerse in un ecosistema che non può accrescere indefinitamente le proprie risorse. Esiste quindi una necessità di regolazione dei rapporti tra questi due ecosistemi, che nel quarto modulo viene affrontata sotto il profilo giuridico.
Il corso si compone dei seguenti moduli:
1 Evoluzione biologica
Prof. Fabrizio Ghiselli
Lo scopo del modulo, è quello di fornire allo studente conoscenze sulle basi della biologia evolutiva, in particolar modo sui meccanismi dell’evoluzione biologica.
Temi trattati: Cos’è l’evoluzione; breve storia del pensiero evoluzionistico (Darwin e Wallace, genetica di popolazione e Moderna Sintesi, Equilibri Punteggiati, Evo-Devo, biologia molecolare ed evoluzione); Meccanismi dell’evoluzione e processi evolutivi: selezione naturale ed adattamento, deriva genetica ed evoluzione non adattativa, ricombinazione e riproduzione sessuale, selfish genetic elements e conflitti genomici, Red Queen hypothesis; origine ed evoluzione della complessità; dal DNA ai fenotipi: il percorso dell’informazione genetica; speciazione e macroevoluzione.
2 Teoria ed evoluzione delle reti sociali
Prof. Raffaele Corrado
Le reti sociali sono ancora più complesse di quelle che legano tra loro gli organismi viventi, perché coinvolgono attori che hanno dei gradi di libertà e che agiscono in un contesto strutturale che ne orienta i comportamenti, ma allo stesso tempo questi comportamenti contribuiscono a modificarlo, stabilendo nuove relazioni o interrompendo le relazioni esistenti. Nei seminari presento le basi teoriche e i metodi dell’analisi delle reti sociali, che ha avuto ampia diffusione nella ricerca sociale ed economica a partire dagli anni ’70 del secolo scorso. L’analisi delle reti sociali (SNA, Social Network Analysis) si sviluppa nell’alveo dell’analisi strutturale, che utilizza il contesto di struttura sociale per spiegare comportamenti sociali ed economici e le loro conseguenze. Rispetto ad altri approcci strutturali si distingue per il modo in cui caratterizza la struttura sociale, come configurazione di legami osservabili indagata con strumenti quantitativi.
La traccia del corso sarà segnata da alcune idee di fondo che hanno informato teorie e metodi reticolari, dalle prime formulazioni fino agli approcci più recenti, evidenziando le continuità che stanno al di sotto di differenze più apparenti che fondamentali.
La SNA si distingue anche per la sua versatilità rispetto al livello d’analisi: saranno esemplificati modi di caratterizzare le strutture sociali sia al livello dei singoli attori, sia al livello del sistema, sia ad un livello intermedio attraverso l’individuazione di sottogruppi di attori all’interno della rete.
La SNA si distingue anche per la sua versatilità rispetto al livello d’analisi: saranno esemplificati modi di caratterizzare le strutture sociali sia al livello dei singoli attori, sia al livello del sistema, sia ad un livello intermedio attraverso l’individuazione di sottogruppi di attori all’interno della rete.
3 L'evoluzione delle organizzazioni e delle loro strategie
Prof. Vincenza Odorici
Nel modulo (2.2) si è visto come le organizzazioni create dall’uomo siano mutuamente interdipendenti; d’altro canto, nel Corso 1 le routines organizzative sono state identificate dei quasi-invarianti che possono avere un ruolo analogo a quello del genoma. Non è quindi così sorprendente che alcune delle dinamiche illustrate nel modulo (2.1) a proposito degli ecosistemi degli organismi viventi si ritrovino tra le organizzazioni umane.
Anche nel mondo delle organizzazioni esistono varie specie – dette forme organizzative – una delle quali è la burocrazia. La selezione opera anche qui su più livelli, ad esempio al livello della singola impresa ma anche al livello della forma organizzativa alla quale essa appartiene. Anche l'ecologia delle organizzazioni è soggetta agli equilibri punteggiati: si pensi a quante imprese produttrici di cineprese e macchine fotografiche, sveglie, orologi e anche libri cartacei sono scomparse in seguito all'entrata in commercio dello smartphone, oppure si sono ritirate in piccole nicchie ecologiche. E che dire del CD/DVD, nato per immagazzinare musica e oramai utilizzato pochissimo per questo scopo, ma semmai per immagazzinare dati? Un caso di exaptation, come le penne delle ali che all'inizio non vennero selezionate per volare ma per proteggersi dal freddo.
Questo modulo illustra la nascita e la diffusione di varie forme organizzative in chiave storico-evolutiva. La nascita della burocrazia meccanica durante il XIX secolo viene spiegata attraverso il confronto con le organizzazioni personalistiche alle quali erano improntati i grandi imperi dell’antichità, così come ancora oggi molte organizzazioni criminali. Importante il confronto con la burocrazia professionale, il cui capostipite sono le corporazioni medievali la cui tradizione è continuata in epoca moderna negli ospedali e nelle università. Viene ricostruita in chiave storica la nascita e la diffusione delle principali varianti della burocrazia meccanica, quali la struttura multidivisionale e la struttura a matrice. Grande spazio viene dato alla recente emersione di organizzazioni reticolari, la cui presenza mette in luce un’importante differenza tra le ecologie degli organismi viventi e le ecologie delle organizzazioni, vale a dire il fatto che in queste ultime le “specie” (le forme organizzative) possono ibridizzarsi tra loro, fatto che può generare notevoli differenze nella dinamica complessiva. Il modulo si conclude con alcune osservazioni sulla necessità di crescita indefinita di organizzazioni immerse in un’economia capitalista di mercato, offrendo un collegamento con il modulo (2.4).
4 Il costituzionalismo ecologico
Prof. Silvia Bagni
Il diritto ambientale italiano, ma in generale quello di stampo occidentale, ha come presupposto filosofico una cosmovisione antropocentrica delle relazioni fra l’essere umano e la natura, che riconosce cioè l’uomo come unico centro di imputazione di diritti e interessi e l’ambiente come una risorsa da sfruttare, e come finalità quella di rendere “sostenibile” a livello ambientale lo sviluppo economico capitalista, preordinato all’incremento costante della produzione e del profitto. In quest’ottica, i danni all’ambiente non devono necessariamente essere evitati, bensì controllati e limitati: agire ex ante con le precauzioni al momento ordinariamente esigibili per non inquinare; risarcire i danni a coloro che ne hanno sofferto direttamente, in caso di disastri ambientali.
Questo approccio giuridico pone il diritto al servizio dell’economia ma prescinde dalle più elementari nozioni di scienze naturali ed ambientali e di ecologia. Ignora la storia dell’evoluzione della vita sulla Terra, il significato di ecosistema, i rapporti di equilibrio tra le specie, la nozione di entropia.
Soprattutto nel Sud del mondo, movimenti ecologisti e comunità indigene sono riuscite oggi a sensibilizzare legislatori e costituenti sulla necessità di cambiare la prospettiva giuridica in materia ambientale, sia sulla base di cosmovisioni ancestrali geocentriche (es. pachamama), che hanno condotto alcuni ordinamenti a riconoscere la natura come soggetto di diritto (Ecuador, Bolivia, Colombia; nell’Unione europea è in corso una campagna per un’iniziativa popolare in tal senso), sia attraverso una maggiore integrazione fra il diritto e le conoscenze proprie della zoologia e dell’ecologia.
Il modulo si prefigge di:
Fornire conoscenze di base sul diritto ambientale italiano
Ripercorrere i presupposti filosofici, economici e culturali che lo hanno forgiato
Approfondire le cosmovisioni tradizionali e le conoscenze ambientali ed ecologiche utili per fondare un diverso diritto dell’ambiente
Proporre alcuni esempi recenti di ordinamenti che hanno applicato in casi particolari un approccio giuridico basato su questi diversi presupposti culturali
Dispense e altro materiale messo a disposizione dai docenti.
Lezione frontale.
Tesina da concordare con uno dei docenti del corso.
Computer, videoproiettore.
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