Economia dell'arricchimento

Stefano Zamagni e Paolo Pombeni

  • Data: 07 FEBBRAIO 2024  dalle 17:00 alle 19:00

  • Luogo: Sala Ulisse, via Zamboni 31, 40126 Bologna, Italia

  • Tipo: Sfide della democrazia contemporanea

Intervengono Stefano Zamagni (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna) e Paolo Pombeni (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna)

Nell’ultimo quarantennio, è andato cambiando il modo in cui vengono create le ricchezze. E’ l’economia dell’arricchimento (Boltanski, 2019): ci si arricchisce con il commercio, dal momento che lo sfruttamento del lavoro non rende più tanto. Muta cioè la forma principale di valorizzazione del capitale (F. Braudel aveva studiato il capitalismo dal punto di vista della merce – qualunque cosa cui viene attribuito un prezzo quando cambia di proprietà – e del commercio). Si afferma così la dualizzazione dei consumi: consumo di massa per i “poveri”; di lusso per i ricchi. L’economia dell’arricchimento realizza la mercificazione illimitata della realtà. Di qui la vetrinizzazione di ogni aspetto della vita: dai corpi agli affetti, dalla malattia alla morte, agli spazi urbani etc. Nello spazio della vetrina digitale tutti si sentono un po' influencer e un po' follower. Le immagini sono la sola realtà che conta: il visually satisfyng.

Ciò solleva una contraddizione di tipo pragmatico che mina le fondamenta dell’economia politica ufficial. Infatti la teoria di riferimento di questo paradigma esige che le preferenze degli agenti siano esogene e immodificabili. Ma il capitalismo dei consumi presuppone, invece, che le preferenze dei soggetti possano essere manipolabili. (A cosa altro servono, infatti, i social e la raccolta di big data?). Ma se è così – come lo è – è evidente che non è più definibile la familiare nozione paretiana di efficienza e a seguire quella di razionalità. E dunque? Che se, in un processo di scambio, un agente è in una posizione in cui, comportandosi in modo inefficiente (cioè in modo Pareto-dominato) è la sola cosa razionale da fare, allora questo processo di scambio contiene un grave vulnus etico.